Torino come Los Angeles ? di Gabriella Poli

Torino come Los Angeles ? Lo smog insidia la città più industrializzata d'Italia Torino come Los Angeles ? La posiziona della nostra città ha difetti analoghi a quella della metropoli americana, dove l'inquinamento ha raggiunto limiti pericolosi - Ma a Torino si fa poco per difendere la salute - Anche il verde è scarso: 3 metri quadri per abitante contro i 154 dì Los Angeles - Vogliamo attendere il collasso prima di provvedere? New York è in stato d'allarme per colpa dello smog, tutto il mondo parla del fenomeno drammatico che costringe la gente a star tappata in casa e il sindaco a prendere misure di emergenza. Non è una cosa nuova, nella megalopoli americana, l'italiano si consola dicendo: « Da noi per fortuna non capita ». Invece capiterà, più presto di quanto si creda se non affretteremo le misure necessarie. A Torino circolano clnquecenlomila auto, ci sono 50 mila case di abitazione, migliaia di fabbriche, carrozzerie, garages, laboratori. Il miglioramento del tenore di vita, il possesso dell'auto o della moto accessibile a sempre più larghi strati della popolazione rendono improrogabile la « difesa dell'aria ». Facciamo un piccolo esempio. Un palazzo nuovissimo, adibito a uffici, nel centro della città, è munito di impianto per la refrigerazione dell'aria. Speciali attrezzature la prelevano da fuori e la costringono a passare attraverso rimpianto per restituirla fresca nel locali. Esistono del filtri, in ogni ufficio, e vengono cambiati una volta al mese. Sono straterelli spessi circa due centimetri, di una sostanza apparentemente simile alla lana di vetro, morbidi, leggeri, più candidi della neve. Ebbene, dopo un mese i filtri sono neri, unti, intrisi di una sostanza viscida e polverosa. Prendendone uno tra le mani, le dita si Impiastrano di scuro e non c'è sapone che tenga. Bisogna usare un detersivo. Attraverso questi filtri passa l'aria che tutti i torinesi respirano: il pensionato che esce a fare la passeggiata mattutina, il bimbo in carrozzella, il giovane sportivo, il malato di cuore, il sofferente d'asma. Quel meravigliosi filtri che sono 1 nostri polmoni non devono essere molto dissimili da questi stracci nerastri e collosi. Aria di Torino. SI osserva: « Ma come, siamo in questo stato con le montagne a due passi? ». Proprio così. Torino, la città più industrializzata d'Italia, e per questo tra le più aperte al pericolo dello smog « è tutl'altro che lavorila dalla con/orinazione del territorio sul quale si adagia n. Lo ha spiegato un tecnico, Umberto Bardelli, rilevando l'analogia della situazione di Torino con quella di Los Angeles, la città con l'aria più inquinata d'America dove si è deciso che il numero dello auto circolanti non possa aumentare. Los Angeles da una parte ha il mare, dall'altra la collina; Torino al posto del mare ha le montagne — che svolgono analoga "funzione — e dalla parte opposta la barriera della collina. « I monti — dice il Bardelli — immettono uno strato di aria pura, fresca, che si dispone sotto quella più calda come un cuneo. Se la situazione non venisse modificata da vento "non locale" i lumi pericolosi, i vapori, tutti gli agenti inquinanti che escono dagli stabilimenti, dalle case ecc., s'innalzerebbero fino a incontrare l'aria calda e immobile che giace sopra quella fredda. Giunti là, non potrebbero più proseguire e stazionerebbero, unendosi agli altri arrivali prima. In tal modo si forma la massa sempre crescente di spessore "in senso verticale'' che trattenuta dall'alto ritorna verso terra con una concentrazione a volte maggiore di quella con cui era stata emessa dai fumaioli, dagli scarichi industriali e simili. Fumi e vapori sono respirati dagli uomini e intaccano le foglìoìì'ie delle piante». La collina, secondo il tecnico, agirebbe da paravento impedendo all'aria della montagna la sua azione benefica, soprattutto nelle zone della città meno felicemente collocate, cioè quelle a ridosso delle stesse pendici collinari. In che misura sono responsabili il sistema di vita e le attività dei torinesi nei riguardi di un'atmosfera sempre più intrisa di anidride solforosa, benzopirene, perossidi organici, gas di putrefazione, piombo, polveri e fu mi di ogni genere? Secondo l'ultimo studio in materia si può attribuire così l'inquinamento dell'aria: per il 25 per cento alle industrie; un altro 25 per cento al riscaldamento, il 50 per cento alle automobili. « Un'auto consuma ogni mille chilometri tanto ossigeno quanto un uomo in una vita intera ». La legge antismog, venuta alla luce dopo enormi ritardi, è operante sinora soltanto per gli impianti di riscaldamento di modesta entità. Gli altri continueranno ad ammorbare l'aria con fumo grasso e nero. Ma quel che è peggio è il ritardo dell'applicazione delle altre norme, quelle riguardanti l'industria e 1 veicoli. « Lo smog — è stato detto — uccide più della bomba atomica ». Una frase a effetto, ma a guardare le statistiche di quelle malattie che i medici mettono in stretta relazione con l'aria inquinata c'è da sentirsi rabbrividire. « E' certo — dice il prof. Berretta Anguissola, direttore dell'Istituto di patologia medica della nostra Università — il rap porto tra inquinamento atmosferico e processi infiammatori acuti e cronici dell'apparato respiratorio. Scienziati americani hanno rilevato una precisa relazione tra mortalità totale, mortalità per affezioni cardiovascolari e percentuale di anidride solforosa presente nell'aria. A New York Carrai e colleghi hanno rilevato significativi ''vertici" delle curve di mortalità coincidenti con i periodi di massimo Inquinamento atmosferico. Quanto ai rapporti tra fattori contaminanti dell'aria e cancro polmonare è noto che negli ultimi decenni vi è stato in tutti TpaesCun aumento "reale e rilevante della mortalità per cancro polmonare ». Un antidoto all'aria inquinata potrebbe esseie il verde. A Los Angeles ce ne sono 154 metri quadri per ogni abitante ed è forse questa valvola di sicurezza che ha consentito alle autorità di dilazionare fino ad oggi provvedimenti estremi. Ma Torino ha soltanto 3 metri quadri di verde per abitante, contro 1 30 di S. Francisco, 1 117 di Boston e, per restare in Europa, 1 30 di Amsterdam, i 25 di Stoccolma, gli 11 di Mosca, i 16 di Monaco. La campagna per il verde, che il sindaco Porcellana ha Inserito tra 1 punti programmatici della sua amministrazione, è importante quanto quella antismog o la difesa delle acque. E' necessario non perdere altro tempo, non fidarsi del fatto che il cielo di Torino è spesso limpido, e che non manca il vento. L'inquinamento c'è, ed è preoccupante. Basta guardare quanto dura pulita una camicia ( tre ore, quattro?) per rendersene conto. ii L'uomo — ha scritto Medawar, premio Nobel per la medicina — è arrivato all'estrema frontiera e forse la nostra è l'ultima generazione che può porre rimedio a una non lontana apocalisse ». Torino non è in condizioni migliori né diverse dalle altre grandi città. O vogliamo attendere il collasso prima di provvedere? Gabriella Poli

Persone citate: Berretta Anguissola, Porcellana, Umberto Bardelli