Vendite aumentate e rialzo dei prezzi sui controversi mercati delle pesche

Vendite aumentate e rialzo dei prezzi sui controversi mercati delle pesche Leggera schiarita nelle zone tipiche di produzione Vendite aumentate e rialzo dei prezzi sui controversi mercati delle pesche Tuttavia molti coltivatori si domandano: «A chi vendiamo il raccolto che quest'anno è stato superiore al previsto? » Chiedono l'intervento dell'Amia - Uno dei maggiori industriali del settore, che produce e conserva frutta, riconosce che « occorrono nuovi e moderni criteri di coltura, selezione del prodotto e cooperative, come hanno fatto i saluzzesi » (Dal nostro inviato speciale) Canale d'Alba, 28 luglio. Colline ondulate fra le alte Langhe e il Monferrato: chilometri di frutteti, vigneti rigogliosi. E' la terra delle pesche, vi si ottiene buon' Nebbiolo, Grignolino, Barbera. Canale d'Alba ( o « del Pesco », come dicono i canalesi) vive di questa frutta e di questo vino. Decine di migliaia di contadini, ognuno con il suo piccolo campo. Ma il reddito è magro, sudato, talvolta, come adesso, problematico. E' esplosa la crisi delle pesche; è crollato il prezzo, i produttori sono preoccupati, i sindaci di 15 comuni sono andati in delegazione dal prefetto di Cuneo: « Se non fate qualcosa subito, andremo in rovina ». Ogni anno la storia si ripete, in un certo periodo le pesche diventano troppe, maturano tutte insieme, quintali e quintali sugli alberi e i produttori che si chiedono: «A chi le vendiamo? ». Sembra che l'eccedenza di produzione sia quest'anno intorno ai 12-15 mila quintali. Con tutti i loro bei nomi « californiani », come « starking », «gold delicious» «earlingold», «Collins», « dixired », «favorita Morettini » numero 1, 2, 3, rischiano di rimanere sugli alberi a marcire. Alcuni dicono: « Se sono in più, le comperì il ministero attraverso l'Alma e ci paghi le spese; poi le distruggano pure ». Distruggerle o regalarle agli enti di beneficenza, darle ai soldati? Perplessità nei responsabili, timore nei produttori che temono ancora il peggio. Il prefetto dott. Lattari è stato intransigente: «Se il ministero dovesse comperarle, le pesche non verrebbero distrutte, c'è troppa gente che ne lia bisogno ». Il rappresentante del governo ha preso contatto con la Federazione dei consorzi agrari perché porti le pesche dell'Oltre Tanaro a prezzi accessibili sulle tavole dei consumatori delle grandi città. I sindaci hanno opposto difficoltà pratiche: « I produttori si oppongono. L'Alma è stata creata per intervenire in questi casi: se non distrugge il sovrappiù di produzione, non si riequilibra il mercato. Sarà soltanto un palliativo ». A Canale è in corso la « sagra » del pesco, fino al 2 agosto. Alle 18 in punto la sirena apre il mercato sulla piazza; oggi le contrattazioni sono aumentate, i prezzi hanno segnato un leggero rialzo. Parlano i protagonisti. Michele Oggero: « Ho portato 120 cassette, da 5-6 chilogrammi l'una; ricaverò da 25 a 30 mila lire, duecento lire per plateau: già quello costa 40 lire, più dieci lire di dazio, che cosa mi resta? Per fortuna che il trasporto da Monteu Roero lo faccio da solo». Giuseppe Cauda: « Ve lo dico io che cosa succede, la pianura "sballa" la collina, è la nostra rovina, da qui a cinque anni diamo il largo agli orsi bianchi; ho due figli, glielo dico sempre, andate via dalla campagna ». Sul mercato ci sono ottanta, cento produttori, ognuno con un centinaio di cassette: pesche bianche, gialle, di varie qualità. Antonio Cauda è assessore comunale e direttore del mercato: « Forse il brutto è già passato, in due giorni i prezzi sono aumentati, la media è sulle 30-40 lire il chilogrammo, ma c'è anche chi vende a 120. E' un problema di qualità; qui, su 2000 quintali, sono poche le partite pregiate ». Ernesto Valsania, tecnico del Centro di frutticoltura di Canale, dice: « Abbiamo proposto al Prefetto di togliere per due giorni le pesche dal mercato, le comperi l'Aima, le distruggano pure, in Olanda — sono tornato da pochi giorni — le buttano in mare ». La zona viene definita « precoce », la manodopera è cara: « Ma se il prezI zo è alto, equo, ci paghiamo ancora ». Invece per otto, dieci giorni, ogni stagione esplode la « crisi di qualità » oltre a quella di sovrapproduzione. Sono accusati «quelli con 100 alberi», che rovinano il mercato, lo inflazionano e impediscono la selezione del prodotto. Giovanni Costa, assessore anziano al comune, è il maggl'ore industriale del settore, trasforma, essicca e conserva, nel suo stabilimento, quintali e quintali di frutta e verdu* ra. Le pesche non le compe-ra, ha i suoi frutteti, razionali, moderni: « Quest'anno c'è una produzione del 30 per cento in più, occorrono rimedi, sono andato anch'io dal prefetto. Ma la crisi deriva dalla mancanza di organizzazione, occorrono criteri moderni di coltura, come hanno fatto i saluzzesi di Lagnasco, o cooperative di tipo emiliano. Selezionare soprattutto. In America sperimentano 3 mila qualità, poi ne scelgo-no 3. Ecco la strada. Ciò non toglie che il piccolo produt tore che ha 10 quintali di pe sche in una stagione venga aiutato. Al sindaco di Castellinaldo, signora Donato, devo dire però che le cose non vanno meglio quando c'è la grandine. Un vecchio proverbio piemontese dice: la grandine non porta carestia, ma guai a chi la piglia ». Il raccolto durerà fino a settembre. L'assessore Costa è ottimista: « Tutto tornerà normale fra una settimana, quando le qualità più scadenti spariranno ». Il dott. Al berto Drocco, segretario comunale, fa risalire la crisi anche « alle manovre degli operatori economici ». E' una risposta ai dubbi degli abitanti delle città che vedono i cartellini esposti nei negozi: 240, 250, 300 lire. In Riviera si sale a 300-400 lire al chilogrammo. A Canale facce buie e ansia. Le opinioni sono discordi: « Adesso con le ferie le città si svuotano e la domanda diminuirà ancora. Subiremo di più la concorrenza ». Il produttore che vende ora ad una media di 30-40-45 lire, e dice « questo non è più un lavoro, meglio il manovale » vede il domani itero e le pesche che restano sugli alberi. Antonio De Vito Canale d'Alba. Il mercato delle pesche (Foto Moisio)

Luoghi citati: Alma, America, Canale D'alba, Castellinaldo, Cuneo, Lagnasco, Monteu Roero, Olanda