La ragazza del fernet al cianuro ritratta la confessione: "E' falsa,,

La ragazza del fernet al cianuro ritratta la confessione: "E' falsa,, Nuove indagini sul tentato omicidio nella fabbrica di Leinì La ragazza del fernet al cianuro ritratta la confessione: "E' falsa,, Dice: « Mi facevano tante domande, non sapevo più che cosa rispondere. Ma non c'è nulla di vero» - Si indaga anche sul modo con cui ottenne il diploma di ragioniera: pagò gli « aiuti» di un professore? - Altro dramma: sempre grave l'accoltellato da un pazzo Scomparsa da casa una madre con i due bimbi e una sposa di 18 anni Enza Albanese, la ragioniera ventitreenne in carcere per l'avvelenamento del fernet col cianuro, ha i ritrattato tutto ciò che aveva confessato ai carabinieri, al pretore di Ciriè dott. Troiano, al giudice istruttore dott. Gamba. Aveva detto: « Ho messo il veleno nel fernet perché volevo far morire il mio amante, Claudio Chles. Non sapevo come disiarmi dì lui che mi Impediva Al fidanzarmi e di cambiare vita ». Adesso sorride, si passa una mano sulla fronte, mormora: « JVort è vero, tutto Inventato. Non ho fatto nulla, non mi sono mal sognata di avvelenare il fernet. Ho confessato perche ero stanca, esaurita. Loro mi facevano tante domande, io ad un certo momento non sapevo più che cosa rispondere ». Ned prossimi giorni la giovane riceverà nuovamente la visita del prof. Mossa incaricato dal giudice di eseguire la perizia psichiatrica. La ritrattazione, oggi, assume un particolare significato per inquadrare la sua personalità e le sue capacità psichiche. Con lei, in carcere, si trovano l'amante Claudio Chies, imputato di violenza e procurato aborto, l'ostetrica Domenica Nigra che sottopose la ragazza a due aborti, il fidanzato Gino Rovere, accusato di aver sfruttato l'Albanese. Intanto le indagini della magistratura continuano per far luce completa sul « giallo », la cui soluzione non appare prossima. A carico deH'awelenatrice si starebbero accumulando elementi per un'altra grave imputazione. Avrebbe pagato, con 1 soldi di un amico, un professore di Torino perché « l'aiutasse » a conseguire il diploma di ragioniera. Pagò con un assegno, quindi la prova della corruzione, se corruzione ci fu, non dovrebbe essere difficile da trovare. — Le condizioni di Pietro Monachella accoltellato da un pazzo domenica sera, sono ancora disperate. Il giovane, che abita presso una zia in corso Regina Margherita, è ricoverato alle Molinette: ha una costola recisa, il fegato leso ed 11 polmone destro trapassato. L'aggressore, Calogero Pace, 40 anni, da Agrigento, era evaso un mese fa dal manicomio criminale di Aversa: vi era stato rinchiuso per aver massacrato la suocera. Dopo l'evasione era venuto a Torino, rifugiandosi in Borgo Dora: molti conoscevano il suo segreto, ma nessuno aveva avvertito la polizia. Alcuni giorni fa il folle, che aveva trovato lavoro in un cantiere, aveva minacciato con una pistola Antonino Monachella, 21 anni, fratello di Pietro. Domenica alle 16 c'è stato un primo scontro fra il giovane e il folle, che pretendeva in « prestito » la sua ragazza. La tragedia, evitata per vero miracolo nel pomeriggio, doveva scoppiare poi la sera. * * Due spose sono fuggite da casa, una ha portato con sS anche 1 due bambini e ha lasciato una lettera al marito: «Non cercarmi, vado a buttarmi in Po ». E' Anna Maria Crusi, 30 anni, sposata con Leonardo Glannuzzo, abitano con 1 due figli, Antonella di 2 anni e Daniele dt 6 mesi in corso Francia 111. Giovedì sera l'uomo è tornato dal lavoro e non ha trovato, contrariamente al solito, la moglie in cucina ad aspettarlo. L'alloggio era deserto, anche la stanza del bambini vuota. Sul tavolo il drammatico biglietto: ii L'ho cercata tutta la notte ma senza risultato ii ha detto 11 Glannuzzo venerdì ' mattina denunciando la scomparsa al commissariato San Donato, ii Andavamo d'accordo — prosegue — ma qualche volta mi arrabbiavo e la rimproveravo di non badare abbastanza ai bambini. Passava ore al telefono a chiacchierare con le amiche e intanto Antonella giocava da sola sul balcone. Era pericoloso ». L'altra scomparsa è Luigina Garis, 18 anni, abita col marito Ottorino Giachetti, di 23, in un alloggio di via Nizza 391. Tre domeniche fa Luigina si è allontanata senza dir nulla ed è tornata tre giorni dopo, accompagnata dalla sorella. Il marito l'ha perdonata, convinto che si trattasse di una « scappatella ». Ma la domenica successiva, nuova fuga. E da allora la ragazza non si è più fatta viva. Ha scritto al marito una lettera strana: « Non cercarmi, ho trovato un nuovo lavoro, guadagno 100 mila lire al mese, lo ti voglio bene, ma tu vai con un'altra ». Ottorino Giachetto respinge l'accusa: « Sono tutte fantasie di mia moglie, io non ho nessun'altra donna. E' lei che trova queste scuse per andarsene da casa. Ho | cambiato alloggio per farle piacere, ho comperato la 850 coupé perché Luigina voleva avere la macchina come quella delle sue amiche. Ho fatto un mucchio di debiti, e adesso mi ha lasciato. Vorrei sapere soltanto dove si trova e con chi. Vorrei una spiegazione da lei, anche se dovesse essere l'ultima ». ' Enza Albanese - Le due spose fuggite, Anna Maria Crusi e Luigina Garis, 18 anni

Luoghi citati: Agrigento, Aversa, Ciriè, Torino