Genova senza sindaco di Filiberto Dani

Genova senza sindaco "Così non è possibile lavorare,, Genova senza sindaco Pedullà (de) si è dimesso - Chiede pieno appoggio dai partiti di Centro Sinistra - Vivaci polemiche fra socialisti e socialdemocratici (Dal nostro corrispondente) Genova, 24 luglio. Aria di crisi al Comune di Genova. Sindaco dal 1965, Augusto Pedullà, 54 anni, democristiano deBa corrente morotea, ha annunciato lunedì scorso le sue dimissioni * irrevocabili » in una lettera indirizzata alle segreterie dei partiti di Centro Sinistra che sostengono la Giunta comunale. Motivazione: la paralisi amministrativa di Palazzo Tursi dovuta al fatto che, a più di quaranta giorni dal 7 giugno, tre dei cinque assessori eletti al Consiglio della Regione non avevano ancora scelto tra il vecchio e il nuovo incarico, rendendo così impossibile il « rimpasto » del governo cittadino. Ieri, i tre assessori — i socialisti Paolo Machiavelli (Bilancio), Fernanda Pedemonte (Igiene e Sanità) e il socialdemocratico Sergio Ferrari (Urbanistica) — hanno rassegnato le dimissioni, ma il sindaco non ha ancora ritirato le sue: le ritirerà soltanto se i partiti della coalizione gli garantiranno l'appoggio politico necessario per condurre in porto la « barca comunale ». « Siamo allo sprint finale, ha detto Augusto Pedullà, il nostro mandato scadrà l'anno prossimo: non più di otto mesi per concretare quelle iniziative alle quali abbiamo lavorato nei quattro anni precedenti. Ora più che mai è necessario da parte di tutti un maggior senso di responsabilità ». L'attuale Giunta, ricordiamo, è stata espressa da una stabile maggioranza: 41 voti (22 democristiani, 13 socialisti e 6 socialdemocratici) contro i 39 dell'opposizione (27 comunisti, 1 socialproletario, 9 liberali e 2 missini). Ora tutto è nelle mani delle segreterie dei partiti della coalizione: c'è stata una prima riunione ieri sera e un'altra nella tarda mattinata di oggi: il tentativo di salvare il centro-sinistra genovese sembra presentare grosse difficoltà. Individuare i motivi, le cause, le sfumature di questa pre-crisi non è facile perché i protagonisti si muovono in un clima invelenito da rivalità personali, ombrosità, accuse, dispetti. Comunque, un motivo fra i tanti è chiaro: il dissenso fra socialisti e socialdemocratici per la formazione delle Giunte nelle province e nei comuni liguri nel quadro del centro-sinistra. Dissenso che ha già impedito la costituzione del governo della Regione, dove i quattro partiti della maggioranza dispongono di 22 seggi contro i 18 delle opposizioni. Lunedì scorso, U democristiano Enrico Ghio è stato eletto presidente dell'Assemblea regionale, ma l'elezione è avvenuta soltanto con 1 voti della de, del psu e del pri; il psi ha votato scheda bianca. In tema di Giunte i socialisti hanno ripetutamente manifestato qualche remora sul piano politico: d'accordo sulla volontà di confermare la formula di Centro Sinistra, ma non come rigido obbligo, lasciando alle federazioni provinciali l'opportunità di va¬ lutare caso per caso. Nella sostanza, il punto di attrito è soprattutto rappresentato da Savona: Provincia e Comune, dove i comunisti insistono per formare amministrazioni frontiste. I socialisti accusano ora i socialdemocratici di aver impedito l'accordo in sede regionale «per rialzare il prezzo» delle loro trattative, sostenendo comunque che « i problemi inerenti la civica amministrazione di Genova devono essere risolti in modo autonomo e in tempi immediati, nell'interesse superiore della cittadinanza che legittimamente non giustificherebbe incomprensibili ritardi nell'attuazione di provvedimenti annunciati e attesi ». Replicano i socialdemocratici dichiarando la loro disponibilità « per giungere a un chiarimento al fine di dare alla Regione e a tutte le principali amministrazioni della Liguria Giunte organiche di Centro Sinistra », avvertendo di non essere invece disponibili «a confusioni, a politiche di doppio binario, ad inserimenti palesi od occulti del partito comunista nelle amministrazioni cui il partito socialista unitario partecipa». La pre-crisi comunale, per il momento, si evolve sul filo di simili polemiche che rendono difficile ogni pronostico sulla sua soluzione. Qualcuno, addirittura, giudica che l'unico sbocco siano le urne; altri parlano di un nuovo sindaco e ne fanno anche il nome: la professoressa Maria Patrone Bugiardini, de, assessore alla Pubblica Istruzione. Un dato certo è che un eventuale naufragio del governo civico cadrebbe in un momento delicatissimo per la città. Vi sono grandi progetti che richiedono il massimo impegno del Comune: il piano regolatore, la ristrutturazione urbanistica della Val Polcevera, la depurazione delle acque nere, la ricostruzione del teatro Cario Felice. Molti di questi progetti hanno provocato lodevoli iniziative che però non possono essere portate avanti senza l'azione decisiva del consiglio comunale. Filiberto Dani

Persone citate: Augusto Pedullà, Enrico Ghio, Fernanda Pedemonte, Maria Patrone Bugiardini, Paolo Machiavelli, Pedullà, Sergio Ferrari

Luoghi citati: Comune Di Genova, Genova, Liguria, Savona