QUALCHE TITOLO IN VETRINA

QUALCHE TITOLO IN VETRINA QUALCHE TITOLO IN VETRINA pi Alla radice della primavera aghese, come è noto, furono gli impulsi di rivolta contro il deterioramento e l'involuzione di una macchina economica complessa, che i dirigenti comunisti degli Anni Cinquanta e della prima metà del decennio successivo avevano sovraccaricato di lavoro e di incrostazioni burocratiche senza rinnovarla in modo adeguato. A differenza di quanto era accaduto in altre democrazie popolari, ove la crescita economica da posizioni di partenza molto arretrate era talmente vistosa da nascondere in parte squilibri e malformazioni, l'apparato industriale cecoslovacco, proprio perché la gestione alla Goltwald e alla.Novotny si eia sovrapposta ad un impianto già evoluto e differenziato, non lece che incepparsi e logorarsi, perdendo velocità ed efficienza, In La crisi del modello sovietico in Cecoslovacchia (Einau di, L. 1500) Carlo Bollito e Lisa Foa hanno raccolto una serie di articoli e saggi sui problemi Ila della riforma economica e del- gestione aziendale, apparsi fra il 1967 e il 1969 sulla stani- pa boema; ed è interessante e amaro constatare la vivacità e la ricchezza del dibattito, la spregiudicatezza delle analisi e la modernità delle soluzioni proposte. Ma ormai, dopo la restaurazione dei conformisti e il linciaggio politico e morale di Dubcek, quelle soluzioni sono ripudiate; anzi, si reprime il dibattito, si esorcizzano le analisi e si negano i problemi. * * I Montefeltro di Gino trancescliini (L. 7000) è l'opera più recente delta monumentale collana « Grandi Famiglie » dell'editore Dall'Oglio, che spazia dalle dinastie coronate della vecchia Europa (i Visconti, gli Stuart) a quelle industriali del Nuovo Mondo (i Rockefeller. i Du Pont). Tra le signorie italiane quella dei Montefeltro non fu mai la più potente e non fu sempre la più illuminata, ma certo si distinse per la scaltrezza con cui seppe inserirsi m un concerto assai poco ospitale, arroccandosi in posizionestrategica sull'Appennino tosco- marchigiano-emiliano e costrin-gendo vicini più grandi e piùillustri a scendere a patti. In quest'opera di minuziosa rico- struzione e eli sempre avvin- tenie lettura la parte del leoneva naturalmente al grande Fe- derico, duca di Urbino, perso-naggio affascinante e, come po- chi altri, rappresentativo dell'Italia rinascimentale. Ma uno dei motivi conduttori del libro, pur nel continuo alternarsi di prodezze e nefandezze, di decadenze e nuove fioriture, è la fedeltà mai rinnegata dei Montefeltro alla tradizione ghibellina. *- * Stupiranno, in una biografia come liirohito di Léonard Mosley, pubblicata da Longanesi (L. 2800), l'agio e l'eleganza con cui l'autore, ottimo giornalista, intreccia l'indagine cronistica con l'analisi storica. L'attuale impelatole del Giappone ha avuto una parte di notevole peso nella politica del suo Paese; non è mai stato, cioè, quel fantoccio dei circoli militaristi che la propaganda alleata ha dipinto con molta faciloneria durante la seconda guerra mondiale. E' abbastanza noto, ad esempio, che la decisione della resa dopo Hiroshima e Naga saki venne presa personalmente da lui contro il parere degli estremisti. Meno nota, ed otti inamente chiarita in questo li bio, c l'opera che Hirohito svol se nel 1941, con l'appoggio del primo ministro Konoye e degli stessi capi della marina, per dissuadere il comando dell'eser cito, elemento di punta del par- tito della guerra, dal provocare gli Stati Uniti. Mosley documenta ampiamente gli sforzi che Hirohito compì per prolungare quanto possibile le trattative con Washington, dimostrandosi disposto, pur di scongiurare il conflitto, a concessioni importanti e piegandosi alle pressioni dei militari solo dopo un'ostinata resistenza. * * i Una piacevole lettura estiva ù 11 tesoro della Grande Scogliera di Arthur C. Clarke (Rizzoli, L. 2S00), vivacissimo resoconto di un safari subacqueo al largo della costa meridionale di Ccylon, compiuto 'da un gruppo di ragazzi. Da esplorazione sportiva e disinteressata il safari si trasforma in un'impresa archeologica: i protagonisti scoprono infatti e riportano a galla i relitti e parte del carico di una nave affondata nel '700: cannoni e piccole armi da fuoco, granate, vasellame, monete d'argento del Gran Mogol. Il seguito inevitabile — cioè l'intervento delle autorità del luogo, gelose di tutto quanto possa arricciare il prestìgio archeologico e turistico del loro Paese — colora l'avventura di un gradevole tocco caricatarale. m. b.

Luoghi citati: Cecoslovacchia, Europa, Giappone, Hiroshima, Italia, Stati Uniti, Urbino, Washington