Il conte torinese fu aggredito e ucciso subito dopo aver telefonato a un'amica di Luciano Curino

Il conte torinese fu aggredito e ucciso subito dopo aver telefonato a un'amica Il misterioso delitto nello splendido Palazzo Dario a Venezia Il conte torinese fu aggredito e ucciso subito dopo aver telefonato a un'amica Non ha avuto il tempo di riappendere il quadro di cui aveva parlato con la conoscente - E' stato stordito con un vaso, poi finito con un corpo contundente, che non è stato trovato - La sorella del jugoslavo ricercato dice: «Filippo Giordano delle Lanze era mio amico, conosceva mio fratello, ma non aveva alcuna intesa con lui» (Dal nostro inviato speciale) Venezia, 22 luglio. L'autopsia ha accertato che il conte Filippo Giordano delle Lanzii è stato ucciso con una ventina di colpi al capo, che gli hanno sfondato la nuca. E' stato stordito dapprima con un vaso d'argento e poi (queste sono statele ferite mortali) ripetutamente colpito con un corpo contundente, che non è stato trovato. Sembra anche che la vittima sia stata colpita al volto con forti pugni. Così, dunque, si può morire alla fine di una strepitosa domenica di luglio, in uno dei più raffinati palazzi del mondo, tra dieci quadri del Tintoretto, uno del Tiepolo e tutto il resto. Compreso un piccolo quadro — « La caccia in laguna » di Pietro Longhi — che il conte aveva tra le mani quando è stato assassinato. SI è detto che egli telefonò alla signora Alfieri alle 20,10. Ora si sa che, dopo altre cose, parlò del suo Longhi. « Ecco — disse — ha una cornice Luigi Filippo. Vorrei mettergli una cornice adatta, settecentesca, autentica se riesco a trovarla, altrimenti rifatta ». « La caccia in laguna » è stato trovato per terra, vicino al cadavere. Ciò prova che il conte è stato aggredito ed ucciso subito dopo la telefonata, senza aver avuto il tempo di riappendere il quadro. Mezz'ora prima, nel Palazzo Dario, oltre a Giordano delle Lanze c'erano la governante Gallotti ed il jugoslavo Raoul Blasich. Poi la dorma è andata via. Non si sa quando è uscito Blasich. Si sa invece che egli ha preso l'aereo per Londra, volo AZ 304, che parte dall'aeroporto « Marco Polo » di.Tessera alle 21,35. Con lui c'era un'amica americana, Nancy Schaeffer. Per questo la squadra mobile di Venezia ha chiesto allTnterpol di trovare Blasich, ritenendolo un « testimone importante » del delitto del Canale Grande. Sembra che domenica sera, all'uscita dell'aeroporto londinese, soltanto due passeggeri del volo AZ 304 avessero passaporto jugoslavo, ma si trattava di due diplomatici. Si suppone che il Blasich (come sua sorella che vive a Venezia) abbia un passaporto austriaco. Oppure che da Londra abbia proseguito direttamente per gli Stati Uniti, accompagnando la Schaeffer. Ecco quanto si sa di Raoul Blasich. E' nato in Istria 22 anni fa. Non è affatto il bel giovanotto bruno frettolosamente descritto subito dopo il delitto. E' invece un tipo sbiadito. Capelli lunghi e biondastri, occhi grigio-chiaro, spesso vestito « come la va, la va ». Irrequieto, ha abitudini da nomade. Marinaio per alcuni anni, sette od otto mesi fa approda a Venezia, trova una camera d'affìtto e lavoricchia a « La panchetta », la boutique che la sorellastra Maria Luisa Brenner, di 32 anni, ha in società con la signora Giovanna De Sanctis, figlia del poeta Diego Valeri, presso l'Accademia. Assai vicino quindi a Palazzo Dario. La sorella dice: « Il conte Giordano delle Lame era mio amico e Raoid lo aveva conosciuto in casa di nostri amici ». Anche la signora De Sanctis ammette: « Si erano conosciuti in casa di amici. E poi il conte passava spesso di, qua e Raoul, che ci dava zina mano in negozio, lo salutava nello stesso modo nel' quale io e sua sorella lo salutavamo. Non ho mai notato tra loro alcun segno di intesa o qualcosa che facesse dubitare. E' un'assurdità sospettarlo ». Aggiunge la sorella: « Raoul aveva sempre belle ragazze attorno ». Mi dicono invece di no: « Le donne non impazzivano affatto per Raoul ». Ma insiste la sorella: « E se non era circondato da ragazze, le cercava. Ma da qualche tempo aveva la Nancy, lei sola ». Nancy Schaeffer, 24 anni, nata a New York, residente a Los Angeles, era a Venezia per studiare arte. La ricordano soprattutto per i suoi capelli rossi e per le minigonne. Ci sono migliaia di minigonne in giro, ma ricordano quelle di Nancy, perché la ragazza è appariscente. Non bellissima, ma vivace, prendeva l'aperitivo da Cipriani, ma pranzava in una osteria fuorimano, a Santa Margherita, sola con Raoul. Che — mi dicono — era uno che* « aveva sempre bisogno di tanto danaro perché taceva le cose in grande ». Ma forse pranzavano in quella piccola trattoria perché i soldi erano pochi o perché erano davvero innamorati. Verso la metà della scorsa settimana, hanno prenotato due posti all'Alitalia: Nancy doveva tornare in America, Blasich l'avrebbe accompagnata fino a Londra. Questo, almeno, è quanto si dice. Domando alla sorella: « Quanti soldi aveva Raoul al momento della partenza? ». Risponde: « Con il denaro di Nancy, mille dollari. Più di seicentomila lire, mi sembrano abbastanza per raggiungere Londra ». Nel pomeriggio della domenica — ira le 17 e le 19 — il jugoslavo e l'amica, aiutati da un facchino, portano tre valigie al deposito bagagli di Piazzale Roma. Poi, dei due si perdono le tracce. Si ritrova Raoul a Palazzo Dario prima delle venti. La sorella spiega: « Il conte gli aveva detto di passare da lui, prima di partire per Londra, perché voleva dargli qualche indirizzo che gli sarebbe stato utile. Perché Raoul è andato a Palazzo Dario proprio quella sera non lo so. Chiedetelo a lui ». Anche la polizia vorrebbe chiederglielo. E vorrebbe sapere a che ora è uscito da Palazzo Dario. E parecchie altre cose vorrebbe domandargli. E invece deve accontentarsi di interrogare il tassista Mario Cendali, che domenica sera ha trasportato Raoul e Nancy da Piazzale Roma all'aeroporto. Dice Cendali: « Ricordo bene. Domenica verso 'le 21,15 sono saliti due giovani. Lui era un ragazzo alto, aveva un abito grigio, sembrava molto stanco. Lei aveva press'a poco la sua età. La ragazza non ha mai parlato. Il giovanotto mi ha detto che se arrivavo in tempo all'aereo mi avrebbe dato una buona mancia ». Domandano a Cendali se il cliente parlava italiano. Risponde: « Parlava bene l'italiano, ma si capiva che era straniero ». « E quell'aereo, Cendali, l'avete preso? ». Risponde che sono arrivati al Marco Polo alle 21,27. Il giovane ha pagato con un biglietto da dieci dollari e ha voluto duemila lire di resto. Sui sedili posteriori del taxi di Mario Cendali la polizia scientifica ha trovato ieri macchie di sangue, che ora vengono analizzate per accertare se si tratta di sangue umano e se è dello stesso gruppo di quello del nobiluomo ucciso a Palazzo Dario. Oggi la polizia ed il magistrato hanno esaminato l'aereo che domenica ha compiuto il volo a Londra. Sedile per sedile. Uno schienale dopo l'altro, scrutati con la lente. Sembra che il risultato sia stato negativo. La cosa lascia perplessi. La scoperta delle macchie di sangue sul tassi sembrava un punto a sfavore del jugoslavo. Invece potrebbe essere soltanto una coincidenza. Se davvero Blasich avesse avuto il vestito macchiato di sangue, lo avrebbero notato all'aeroporto l'ho¬ stess o qualche passeggero. Se si fosse macchiato le mani dL sangue a Palazzo Dario se le poteva sciacquare, o lavarsele in uno dei molti canali. Comunque, Blasich non è accusato, ma cercato soltanto perché « teste importante». Tuttavia è probabile che nelle prossime ore il magistrato spicchi contro di lui ordine di cattura. Luciano Curino Venezia. Il conte Filippo Giordano delle Lanze fotografato tempo fa con una conoscente. Accanto: la sorella del giovane jugoslavo ricercato (Tel.)