Linea "maxi,, con fantasia

Linea "maxi,, con fantasia Le invenzioni di Cardin alle sfilate di moda parigine Linea "maxi,, con fantasia Il sarto d'origine veneta interpreta le gonne lunghe in modo sportivo e disinvolto - Coco Chanel è rimasta fedele alla sua tradizione: le sottane sono appena sopra il ginocchio (Nostro servizio particolare) Parisi, 22 luglio. Non vi è dubbio che nehcollezioni francesi uno de' posti d'onore spetta giustamente a Pierre Cardin, a questo artista dall'immaginazione fervidissima, che con pari successo esercita le sue capacità di noto « designer », di abilissimo uomo d'affari sul piano internazionale e di creatore di moda, sempre alla ricerca di proposte nuove da inserire sullo schema ben definito del suo stile personale. Ad ogni stagione egli riesce a ripetere il miracolo di offrire la più lunga sfilata della settimana della « Haute Couture » riuscendo a superare l'ostacolo dei facili momenti di distrazione o di noia da parte del pubblico. Più che di una sfilata si tratta, in verità, di uno spettacolo ritmato con agilità sui temi che gli sono più cari, ogni volta rinnovati con una varietà di trovate. Il segreto di questo prestigiatore instancabile? Se si cerca di carpirglielo con qualche domanda più insinuante, il grande sarto parigino dal cognome veneto risponde con un sorriso gentile e con una verità: « Io continuo ad inventare, a plasmare le stoffe sulle donne. Cerco ed esigo sempre la loro collaborazione, perché sono come un pittore che veste di forme, di volumi e colorì il suo ideale ». E subito si ha conferma delle sue parole vedendo le alte e snelle indossatrici sfilare come le figure di un attualissimo balletto sulla passerella del « Théàtre aux ambassadeurs ». Divenuto ormai la sede generale di Cardin (che lo ha acquistato e lo sta completamente trasformando, con l'aiuto del noto architetto Nicolas Lemaresquier per metterlo in efficienza per la prossima inaugurazione ufficiale del 2 ottobre organizzata a scopo benefico per il risanamento delle fondamenta di Venezia) questo teatro ha dunque accolto in anteprima il mondo internazionale della stampa per offrire un'interpretazione delle gonne lunghe, calcolate per la libertà di passo e d'azione delle giovani e sportive donne moderne. Sono perciò gonne a felini svolazzanti su interi collants di maglia, o con inaspettate fenditure sui fianchi; sono completi formati da tutti quei dettagli guardati con interesse dalle ragazze d'oggi che guidano l'automobile, sciano, magari fanno un po' d'equitazione. Una buona forbiciata, firmata Cardin, s'intende, al giacchino di tweed e questo diventa un minuscolo bolero aderente e scollato, un'altra forbiciata ai pantaloni e questi assumono l'aspetto modernissimo dei «pantaloni-midi», un berretto di grossa maglia lavorata ai ferri, righe diagonali violentemente colorate, e una lunga sciarpa uguale che sale a riscaldare il mento, un pullover « a coste » nel colore giusto, una bella cintura di pelle tagliata in forma ed un paio di stivali di morbido cuoio. E poi la serie degli « scamiciati », più elegantemente detti chasubles in morbide lane in eolori vivi, foderate di mongolia oppure in altrettanto morbida « nappa » con abili tagli che concedono alla vista l'immagine del pantalone o del collant di colore contrastante. E poi le ampie mantelle di lana scozzesi che ' lasciano intravedere l'abito in tinta unita. S'aggiungano le lunghe gonne di panno vellutato con applicazioni decorative o con intarsi curiosi disegnati sempre dalle solite forbicine, le tuniche aperte sui fianchi, ondeggianti con l'orlo più corto sui pantaloni diritti che superano di pochi centimetri il polpaccio, oppure le « gonne-sandwichs » con doppio pannello svolazzante, trattenuto da un'alta cintura in vita. Alla girandola di idee di Cardin e del suo esperto collaboratore André Oliver, si unisce poi la scelta ben curata dei colori netti e caldi: mandarino, brandy, ruggine, violetto, verde reseda, e molto marrone-nero con qualche fiammella rosso fiamma per gli abiti da sera. A sua volta, in confronto a tutte le gonne lunghe presentate dai sarti in questi giorni, Coco Chanel, la pluriottuagenaria « mademoiselle » della celebre sartoria di rue Cambon, ha presentato quasi delle minigonne. In realtà i suoi modelli, che tenacemente hanno resistito agli orli cortissimi, ora continuano a difendere la loro inalterabile posizione di equilibrio. Solo un centimetro di ginocchio sottinteso* e non di più: questa è la lunghezza permessa a chi vorrà ve stire Chanel anche il '71. In compenso una variante all'altrettanto solito tailleurtipo, che inaugurerà per l'occasione una giacchina corta quasi come un bolero e ben aderente in vita. Ogni profilo di giacche e di sottane è sottolineato spesso da un bordino. Come i colori di una delicata alba, Chanel, vede animarsi la scena della futura stagione fredda: beige, pesca, rosa, bianco avorio, bianco candido; solo qualche nero per i classici tailleurs di velluto, corredati dalle lunghe file di collane che quest'anno r.on mancheranno di ornare tutti gli abiti eleganti. Per Jean Patou lo stilista Michel Goma ha disegnato 140 modelli, presentati oggi ad un folto pubblico. Volpe al collo, feltro ben calzato con ala rivoltata all'insù, giacchina corta con punto di vita alta, gonna ,ap- pena mossa da « pinces » e lunga fino ad un palmo scarso dalla caviglia, calze opache e scure, scarpette accollate « alla francesina », la prima immagine apparsa ih sala ha rievocato alla memoria l'ispirazione al periodo precedente alla prima guerra mondiale. Poi ecco sottoposti all'attenzione il taglio ben studiato, tutto basato sul raglan, i dettagli raffinati (come l'accostamento del tweed bianco-verde allo sprone ed ai profili di renna verde nella giacca del tailleur, oppure l'abito tweed scollato a canottiera e trattenuto in vita dall'alta cintura scamosciata, le sciarpette lunghe di renna che si attorcigliano intorno al collo) ed i ricordi dei passato sono riscattati da un pizzico di ntasia ai sapore più aggiornato. Savina Roggero Parigi. La ca-a Dior ha presentato questo cappotto in colori viola, oro e rame. Viola è anche la pelliccia di capra mongola applicata al collo e ai polsi (Telefoto Ap)

Luoghi citati: Parigi, Venezia