L'autopsia ha provato l'innocenza di un uomo arrestato per omicidio

L'autopsia ha provato l'innocenza di un uomo arrestato per omicidio Una rischiosa avventura giudiziaria risolta dalla scienza L'autopsia ha provato l'innocenza di un uomo arrestato per omicidio Durante una lite per gelosia, aveva picchiato l'amante che gli era morta tra le mani - Incolpato di orni* cidio volontario e rinchiuso per 14 giorni alle «Nuove» - Ieri i risultati della perizia: «Le lievi percosse non hanno causato lesioni. La donna era malata di cuore» - Morta probabilmente per lo spavento Due settimane fn un uomo, stanco della gelosia dell'amante, le ha dato una cinghiata in faccia, poi, perché non urlasse, le ha preso la testa tra le mani, scuotendola: la nuca ha urtato lo stipite di una porta, la donna è stramazzata a terra, morta. L'aggressore è stato arrestato con l'accusa di omicidio volontario aggravato. Ora l'autopsia ha dimostrato che è innocente. La donna non è morta per le percosse, ma per lo spavento. Era molto ammalata, soffriva •di cuore e aveva altri gravi disturbi. Il perito settore non esclude che la morte sia dovuta a una crisi acuta del male di cui era affetta: si sarebbe trattato, insomma, di una tragica coincidenza con il litigio. L'amante è stato scarcerato « per insufficienza d'i.ir:,zi». Non dovrà più rispondere di omicidio, tutt'al più di lesioni. Uno strano gioco del destino: qualche decennio fa, quando la medicina legale era ai primordi, sarebbe stato condannato senza remissione. E' l'imbianchino Giuseppe Colecchia, 63 anni, via Di Nanni 9. Si è separato dalla moglie alla fine della guerra, vive con la vedova Lucia Stanco, 61 anni, dal 1954. I vicini li credono marito e moglie, dicono: n Gente rispettabile, gentili ». Ma la coppia non va molto d'accordo, soprattutto negli ultimi tempi. Lei, forse per un principio di arteriosclerosi, è morbosamente gelosa, assilla l'amante con domande continue, gli rinfaccia di vivere alle sue spalle perché gode di alcune pensioni. Mercoledì 8 luglio, alle 13,20, dopo aver pranzato, si sdraituio sul letto. Il Colecchia si rivolge alla donna e le dice: ii Dovresti passare dal sarto a ritirare il mio abito ». La Stanco gli risponde: « Perché non ci mandi le tue donne a ritirarlo? ». La frase manda in bestia l'imbianchino, che insulta la donna, poi scende dal letto, si sfila la cinghia dai pantaloni e la percuote al viso due volte. La Stanco corre verso la fine; stra-balcone che dà su via Di' Nanni, la apre e grida: ti Aiuto, mi vuole uccidere ». L'uomo l'afferra per un braccio e la trascina in camera: « Stai zitta, non urlare, tutti ci sentono ». Le afferra la testa con le mani, gliela scuote per impedire che gridi ancora. La nuca urta contro lo stipite, la donna si affloscia senza vita. Spaventato, il Colecchia esce, sulle scale incontra un coinquilino, Antonio Rubicondo, al quale dice: « Mia moglie si è sentita male ». Arrivano "la polizia e una ambulanza della Croce Verde ohe trasporta la donna al Maria Vittoria: il medico del pr \6 soccorso non può far altro cne constatarne la morte. Sul voltò porta i segni delle cinghiate, sulla nuca ha del sangue raggrumato: potrebbe essere morta per la frattura della base cranica. Il Colecchia è raggiunto dalla polizia mentre cammina in via Di Nanni, rasente il muro, gli occhi fissi davanti a sé. Al dott.-i Montesano e poi al sostituto procuratore della Repubblica dott. Moschella, racconta: ii Mi esasperava con la sua gelosia maledetta, ho perso la testa e l'ho picchiata ». Non sa ancora che è morta. Quando glielo dicono scoppia a piangere: « E' impossibile, non l'ho uccisa, l'ho solo picchiata ». Non sa dire altro. E' arrestato per omicidio volontario, pochi giorni dopo il magistrato spicca contro di lui ordine di cattura. Intanto all'Istituto di Medicina Legale il prof. De Bernardi esegue un primo esame del cadavere: la testa della vittima non reca segno di fratture, soltanto una piccola ferita sulla nuca, superficiale. Le cinghiate sul viso hanno lasciato lividi, ma non possono aver causato la morte. CI sono invece, evidenti, 1 sintomi di una grave malattia di cuore. Il perito riferisce i risultati alla Procura, il dott. Moschella, dopo un nuovo interrogatorio dell'arrestato revoca l'ordine di cattura e firma il provvedimento di scarcerazione per ((insufficienza di indizi i). In serata l'imbianchino esce dalle « Nuove »; sulla porta lo attendono le due figlie. Ieri va a trovare la moglie che abita a Villarbasse. Un incontro breve e silenzioso. Ora si attende il rapporto definitivo del perito che dovrà chiarire le vere cause della morte. Per Giuseppe Colecchia questa tragica esperienza si concluderà forse con un'imputazione per lesioni o maltrattamenti. Giuseppe Colecchia rilasciato in libertà: « Non volevo uccidere ucciso »

Persone citate: Antonio Rubicondo, De Bernardi, Durante, Giuseppe Colecchia, Lucia Stanco, Montesano, Moschella

Luoghi citati: Villarbasse