A Palermo i divi da 10 milioni a sera

A Palermo i divi da 10 milioni a sera La grande rassegna internazionale allo stadio della Favorita A Palermo i divi da 10 milioni a sera L'impresario Joe Napoli è riuscito a far venire in Sicilia le celebrità d'oltre oceano - Si parla di una spesa fra i 150 e i 250 milioni - Successi di Aretha Franklin e Duke Ellington (Dal nostro corrispondente) Palermo, 17 luglio. Duca o addirittura re, il grande « Duke » Ellington ha fatto la sua apparizione a Palermo al Festival «Pop '70» alla seconda serata della rassegna musicale. Il pubblico che gremiva lo stadio della Favorita, sul prato dove di solito si esibiscono solo i calciatori, nelle tribune e nei popolari, è esploso in una ovazione. « Duke » Ellington non era mai venuto in Sicilia: gli è stata assegnata la « Trinacria d'oro », il primo premio che riceve in Italia. Dopo Palermo Ellington ha In programma una tournée abbastanza pesante. Ancora il programma deve essere stabilito; di certo andrà nei prossimi giorni ai Festival del jazz di Spoleto, Nervi e Pescara, e al Palasport di Torino. Ieri, la prima delle quattro giornate del « Palermo Pop '70 » ha visto il successo di Aretha Franklin, applaudita da circa venticinquemila spettatori, tra cui un migliaio di hippies. Ma c'erano anche anziane signore, professionisti compassati ad assistere alle esibizioni folk, rock, jazz e di « rhythm and blues». E' -stata una maratona la prima giornata ed ancor più lo è stata la seconda oggi. Il pubblico ha gremito forse in numero ancor maggiore lo stadio: si sono ascoltati, oltre a « Duke » Ellington, altre vedettes di fama quali Kenny Clarke e Frane Boland, Geòrgie Fame, Chriss Cobb, Albert Nicholas, Little Tony e la congolese Tany Golan, tutti musicisti e cantanti di spicco. Rosa Balistreri, l'ultima scoperta del folk italiano, una cantante di 40 anni che ha notevoli possibilità vocali, ha eseguito alcuni canti popolari siciliani. Domani è il giorno del « samba » con Elza Soares, il trio Macumba e molti altri cantanti e musicisti. Si comincia alle 17 per finire dopo la mezzanotte. Domenica la chiusura del Festival con Johnny Hallyday e molti altri. «Per ora siamo invidiati da mezza Italia musicale — dice Paolo Bevilacqua, presidente dell'Azienda di turismo palermitana che finanzia il « Pop '70 » — per essere riusciti a mettere assieme un tale numero di stelle. Abbiamo speso settanta milioni, ma li riprenderemo con l'enorme propaganda che ci verrà dal Festival ». Ma c'è chi dice che i milioni sono, molti di più. A Roma si afferma che se ne stanno spendendo 250, alla Regione, a Palermo, si parla di 150 milioni. Sono tanti? Sono pochi, rispetto all'eccezionalità dell'avvenimento? Joe Napoli, l'impresario siculo-americano che ha organizzato il Festival, non parla di soldi. Nell'ufficetto della « Production » allestito allo stadio della Favorita, tra telefoni e gente che parla dieci lingue, urla a destra e a sinistra, con il pittoresco linguaggio dei « paisani » di Brooklyn. Napoli è indubbiamente un uomo che la sa lunga, e ha un'aria molto furba. In questi giorni è a Palermo il personaggio più popolare: forse più ancora dei divi che ha portato. La Franklin per l'esibizione di ieri sera ha avuto un | compenso di sette milioni (che il suo impresario londinese ha preteso in anticipo), Ellington due. Eppure la Franklin (15 milioni di dischi venduti solo l'altr'anno) all'estero guadagna non meno di 15 milioni per sera, ed Ellington da 8 a 10. E' stato Joe Napoli a far venire a Palermo i big mondiali della canzone per compensi assai inferiori a quelli che percepiscono di solito. In Italia circola la voce che sia intimo amico di Frank Sinatra e dell'ambiente siculoamericano che di recente ha coinvolto Sinatra in una vicenda giudiziaria. Ma amici fidati lo negano. « Sì — dicono: — Napoli conosce Sinatra, ma poi non molto bene ». La verità è che Napoli ama soprattutto la musica, la canzone, il folk, il rock, il jazz, il « rhythm and blues ». Festival ne ha organizzato a decine. « Con Bevilacqua, il presidente dell'Azienda del turismo — dice Joe Napoli — ci siamo intesi subito quando ci siamo conosciuti, perché abbiamo in comune l'origine contadina del palermitano ». Quando era in Belgio e la Azienda del turismo palermitana espose a Bruxelles le foto delle spiagge italiane e delle isole ancora incontaminate, Napoli incontrò Bevilacqua: « Eravamo "paisani", mi capisce? ». spiega Napoli. Antonio Ravidà