Tre bombe sotto il traliccio della linea che porta l'energia alla Fiat di Rivolta

Tre bombe sotto il traliccio della linea che porta l'energia alla Fiat di Rivolta Stato di allarme in località "Casotto delle Guardie,, di Beinasco Tre bombe sotto il traliccio della linea che porta l'energia alla Fiat di Rivolta Sono collegate a una batteria, è pericolosissimo avvicinarsi per disinnescarle - La zona circondata dai carabinieri, sgomberate d'autorità una dozzina di^ ville, sospeso il lavoro in una fabbrica, interrotto il traffico, tolta l'elettricità» due frazioni al buio - Forse oggi sf tenterà di neutralizzare gli ordigni - Tre ipotesi sui motivi dell'attentato .Stato d'allarme in una località di Beinasco che, da antichi confini doganali, prende il nome di « Casotto delle Guardie »: è circondata dai carabinieri, sul tratto della strada che l'attraversa il traffico è sospeso,, nessuno può avvicinarsi. C'è il pericolo di un'esplosione. Sono stati scoperti tre ordigni, fissati alla base di un traliccio metallico della linea ad alta tensione che collega le sottostazioni del Sangonc e di Orbassano. La scoperta è stata fatta da tre fratelli: Antonio Siccardi di 58 anni, Giovanni di 48 e Giuseppe di 46. Sono i proprietari del prato in mezzo al quale sorge il traliccio, sulla strada fra Borga- retto e Beinasco. Ieri mattina vanno a tagliare l'erba e notano i tre ordigni metallici, collegati ciascuno a uno dei pilastri d'angolo del traliccio. Pochi minuti d&po sono sul posto 1 carabinieri del Nucleo investigativo, con il capitano Formato. C'è anche un fotografo de La Slampa. Il traliccio è Io stesso che già nello scorso mese di aprile era stato minato. Allora gli esperti avevano potuto disinnescare senza difficoltà le bombe. Questa volta è diverso. Arriva l'artificiere maresciallo Serafino e ordina: « Via, via tutti. C'è pericolo grave ». Ha scorto, tra l'erba, tre fili che collegano gli ordigni a quella che sembra una batteria elettrica. Dice il maresciallo: « M'è parso di riconoscere addirittura il tipo: è di marca tedesca n. Scattano 1 provvedimenti di emergenza, sotto la direzione del maggiore Porcari, comandante il Gruppo carabinieri, e del dott. Romano dell'Ufficio politico della Questura. Nel raggio di trecento metri dal traliccio sorgono alcune villette moderne, una falegnameria e l'officin? meccanica Sas, che impiega un migliaio di operai. Cento carabinieri circondano la zona, i proprietari dei fabbricati vengono invitati a tenere aperte le finestre, perché 10 spostamento d'aria non mandi in frantumi i vetri. Si avverte: « Tra le mura dì casa non c'è pericolo, ma attenti a non esporti ad eventuali schegge ti. Per un tratto di due chilometri la provinciale Beinasco-Moncalieri, che passa a poche decine di metri dal traliccio, è interrotta dalle « Giulie » dei carabinieri messe per traverso alla carreggiata. Vengono allontanati i contadini al lavoro nei campi. Il fotografo de La Stampa, che ha scattato diverse istantanee, viene pregato di sviluppare al più presto il rotolo per esaminare gli ordigni. Vengono convocati anche 11 maggiore Cesare Campostella, della Sezione staccata di artiglieria, il sergente maggiore Antonio Falena, che ha già disinnescato centinaia di bombe, e ring. Ottani dell'Enel: è il responsabile del settore, è stato direttore in Alto Adige, dove l'Enel ha subito 15 attentati. Aggiunge subito un altro provvedimento a quelli già presi: si toglie la corrente sia dalla linea ad alta tensione, sia da quella intercomunale che le passa sotto e sarebbe investita da un crollo dei tralicci. Quest'ultima alimenta le frazioni di Tetti Valfrè di Orbassano e di Tetti Turinetti di None, che restano cosi prive di energia. Si esaminano le fotografie de La Stampa, che confermano il pericolo. I tre ordigni esplosivi sono tubi.metallici: una trentina di centimetri di lunghezza, una dozzina di diametro. Sono chiusi alle estremità con grossi dadi esagona. li, legati al traliccio con spago, collegati con un filo a un parallelepipedo metallico: la batteria elettrica. Come è comandata? Se è comandata da un dispositivo ad orologeria, l'esplosione dovrebbe avvenire al massimo entro 12 ore: il tempo che le lancette impiegano a percorrere tutto il quadrante dell'orologio. Se invece si tratta di un dispositivo che sfrutta le variazioni di tensione della batteria, una previsione è più difficile. Ci sono due possibilità di neutralizzare gli ordigni. Prima: il disinnesco per mano dell'uomo. Questa possibilità viene scartata. La presenza di tre bombe moltiplica il pericolo: il tentativo di manipolarne una potrebbe provocare lo scoppio delle altre. Se ci fossero vite umane minacciate, varrebbe la pena di metterne una a repentaglio per salvarle. Ma la situazione è sotto controllo, nessuno è in pericolo. La seconda possibilità: provocare lo scoppio delle bombe per simpatia, lanciandogli addosso un'altra carica esplosiva. Ma ogni traliccio costa dieci milioni. Perché buttarli via, quando esiste la fondata possibilità che il dispositivo d'innesco abbia fatto cilecca durante la notte (o una settimana o un mese fa) e gli ordigni siano già inoffensivi? Si decide cosi di attendere, fino ad oggi. A mezzogiorno, il pericolo sarà praticamente scomparso, gli artificieri potranno intervenire tranquillamente. Frattanto, s'iniziano le indagini per identificare gli attentatori Si fanno tre ipotesi. Primo: un tentativo di turbare la situazione sindacale alla Fiat. Il traliccio minato sostiene la linea ad alta tensione che alimenta lo stabilimento di Rivalta. Seconda ipotesi: la rappresaglia di qualche proprietario della zona, disturbato dalla posa dei tralicci sul suo terreno. Terza ipotesi: un gesto teppistico di gruppi estremisti, senza un fine preciso. Nei giorni scorsi sono già stati danneggiati molti cartelli della segnaletica stradale, Sostituiti con scritte vistose: « Viva Ho-Ci-Min ii, « Viva la rivoluzione del popolo ». In serata il Sindaco di Beinasco ha confermato con un'ordinanza la sospensione del traffico sulla provinciale e ha ordinato lo sgombero delle ville della zona, una dozzina. Le famiglie sono state ospitate parte da parenti, parte nelle scuole e nell'Asilo di Borgaretto. Anche 1 150 operai del turno di notte nello stabilimento Sas sono stati rimandati a casa. Gli ordigni potrebbero contenere ciascuno un paio di chili di esplosivo, in un raggio di 300 metri esiste una grave situazione di pericolo. La batteria a cui sono collegate le bombe Il cap. Formato ispeziona il traliccio minato (Foto Moisio)

Persone citate: Antonio Falena, Antonio Siccardi, Formato, Porcari, Tetti Turinetti, Tetti Valfrè

Luoghi citati: Beinasco, Moncalieri, None, Orbassano, Rivalta