Calabria: strade e treni bloccati Reggio vuole essere capoluogo

Calabria: strade e treni bloccati Reggio vuole essere capoluogo Disordini contro la sede regionale a Catanzaro Calabria: strade e treni bloccati Reggio vuole essere capoluogo E' in corso uno sciopero generale di due giorni - La città è paralizzata - La folla ha appiccato il fuoco a vecchie masserizie accatastate nelle strade - Auto incendiate - Cinque feriti tra la polizia e una ventina tra i dimostranti - Alcuni fermi (Dal nostro inviato speciale) Reggio Calabria, 14 luglio. di protesta, blocchi stradali e ferroviari, l'aeroporto invaso dai dimostranti: il timore di perdere il ruolo di capoluogo di Regione in favore di Catanzaro, dove ieri si è svolta la prima riunione del Consiglio regionale, sta rendendo furiosi gli abitanti di Reggio Calabria. Ogni attività è riinasta bloccata: gli nliù'i deserti, i negozi quasi tutti chiusi; il traffico paralizzato dalle barricate. Folla nelle strade ha stazione è rimasta a lungo bloccata dai dimostranti che avevano occupato i binari. C'era anche un grande invalido, con la sua carrozzella messa'di traverso sulle rotaie; aveva in mano un cartello, con su scritto: « Basta! Abbiamo perso la pazienza ». Nei" pomeriggio un centinaio di dimostranti ha invaso l'ae^ roporto, dal quale sì sono ritirati all'arrivo della polizia. Fino a sera, tuttavia, non sì erano lamentati incidenti di rilievo. Le forze dell'ordine avevano controllato la situazione mentre auto, munite di altoparlanti, invitavano la popolazione ad elevare la protesta con civismo e senso di responsabilità. La polizia era intervenuta soltanto a Villa San Giovanni dove alcune cen¬ Sciopero generale, cortei tinaia di persone, giunte dalla vicina Reggio su alcuni ca- hnion, avevano occupato il nodo ferroviario da cui partono i collegamenti con la Sicilia. Negli scontri sono rimaste ferite dieci persone; altre otto sono state fermate. La tensione, comunque, era forte, ed a sera è esplosa. Verso le 19,30 la polizia è dovuta intervenire nel tratto di ferrovia che costeggia il mare per disperdere gruppi di dimostranti che bloccavano i binari. Vi sono stati violenti scontri: i dimostranti, raccolti i sassi dalla massicciata, hanno cominciato un fitto lancio contro le forze dell'ordine. Cinque agenti sono rimasti feriti; tra i dimostranti una ventina di contusi. Verso le 21,30 incidenti anche in piazza Italia, dinanzi al palazzo della Prefettura, dove si era radunata una gran folla per chiedere la liberazione dei fermati. Il sindaco era stato ricevuto dal prefetto, il quale gli aveva garantito che, almeno alcuni di essi, sarebbero slati rilasciati nel giro di poche ore. Nonostante queste assicurazioni, la folla ha inveito a lungo contro la polizia schierata dinanzi al palazzo. Poi sono cominciate a volare le prime pietre. Gli agenti, allora, hanno caricato la folla. Dopo Pescara, anche Reggio Calabria non vuole molla- re quelli che ritiene i suoi diritti. Come altrove, anche qui il malumore trae spunto da motivi vecchi e nuovi. I più recenti riguardano il Centro di studi universitari (a Cosenza), il quinto centro siderurgico (a Santa Eufemia Lamezia) ed altre importanti installazioni industriali nel Cosentino. A tutto ciò si è aggiunto l'invio del commissario dì governo, dott. Gaia, a Catanzaro, per convocare in quella città la prima riunione del Consiglio regionale. Per molti questo ha avuto il senso dì un affronto, di un diritto non rispettato. « Per secoli Reggio è stata considerata il capoluogo della Calabria. Lo hanno insegnato, sui banchi di scuola, a generazioni di italiani », è il loro amaro commento. Evidentemente non è stata accettata l'esortazione che Fanfani, andato domenica a Villa San Giovanni, per la consegna di un premio di letteratura e pittura, rivolse ad un gruppo di giovani schiamazzanti, quella cioè di rinunciare alle questioni di campanile e di battersi piuttosto « per lo sviluppo serio e sicuro della Provincia, della Regione, della Patria ». A capeggiare la « rivolta » dei reggini contro le decisioni di Roma di scegliere Calamaro a sede del governo regionale è lo stesso sindaco, il democristiano Piero Battaglia. Giorni fa, il sindaco si recò nella capitale dove, oltre ad incontrarsi con esponenti politici, ebbe un lungo colloquio con il prof. Guarino, docente di diritto amministrativo, e lo incaricò di ricorrere alla magistratura competente contro la decisione del Consiglio dei ministri di inviare a Catanzaro il commissario di governo per la convocazione del Consiglio regionale. Parla il sindaco Al suo ritorno la « battaglia » assunse nuovo vigore. Fu respinto l'invito del commissario di governo al Comune di Reggio di inviare il gonfalone ed i valletti alla prima riunione del Consiglio regionale. I cinque consiglieri regionali eletti a Reggio con la lista della de e l'unico rappresentante socialdemocratico si rifiutarono di spostarsi, disertando così la riunione, che ieri si svolse ugualmente. A Catanzaro andarono invece i tre consiglieri socialisti ed i due comunisti: essi sostengono che la protesta è una manovra delle correnti conservatrici della de e della socialdemocrazia per bloccate l'attività del Consigilo regionale calabrese. Ieri, in concomitanza con la riunione del Consiglio, si tenne a Reggio un'assemblea nel palazzo della Provincia, alla quale erano presenti deputati di tutti i partiti, fra cui anche il sottosegretario ai Trasporti, Nello Vincelli. Il sindaco proclamò Reggio « capoluogo » della Calabria, parlò di « intrallazzi di vertice », di « porcheria ». Un sindacalista della Cisl denunciò Z'« insensibilità dei dirigenti politici ». Il risultato fu la proclama zione di uno sciopero generale di 48 ore. Con una certa speranza è stata accolta stasera in città la notizia che alla Camera un gruppo di deputati, anche di altre regioni, aveva presentato una proposta perché sia il Parlamento « ad indicare il capoluogo di ciascuna Regione ». E', forse, questa l'ultima possibilità per i reggini di vincere la loro « guerra ». In realtà, della sede regionale a Catanzaro, la popolazione di Reggio non fa una questione di prestigio. A muo- vedimento sono, soprattutto, le diffìcili condizioni economiche della provincia, che conta oltre 600 mila abitanti i i I vere "la "città' contro"il prov (160 mila vivono a Reggio, il doppio della popolazione di Cosenza e Catanzaro messe insieme). Negli ultimi anni la provincia di Reggio ha registrato una forte recessione economica. « E' un problema di sopravvivenza — dichiara il sindaco —; l'agricoltura langue poiché da tre anni è in crisi la coltivazione del bergamotto, il cui prezzo è calato paurosamente sui mercati nazionali ed esteri. Abbiamo un tenore di vita molto basso. Vi sono problemi reali che non dobbiamo assolutamente trascurare. L'insediamento industriale a Crotone e a Lamezia Terme, la Università a Cosenza, la sede regionale a Catanzaro, ma per noi niente. Col tempo questa parte della Calabria dovrà dipendere dalla Sicilia, che per essere una regione a statuto speciale gode di privilegi ». Gianfranco Franci * XC4MpArV(4/ BASILIO -di Policastroi» ,-r -—- ^PramaMai^, ^■r-»^(^n:0-ì^~Tarantoi Castrovillan- . Spezranom mah» '— Corigliano Rossano^. •Acri «i i | Camigliatello .: : .•J" OnT(|^^p 'éàfèoM. 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Persone citate: Corigliano Rossano, Cosentino, Fanfani, Gianfranco Franci, Piero Battaglia, Vincelli