L'avvocato di Simonetta Aprosio chiede la condanna dell' imputato

L'avvocato di Simonetta Aprosio chiede la condanna dell' imputato Il processo per l'uccisione dell'impiegato del psi L'avvocato di Simonetta Aprosio chiede la condanna dell' imputato La ragazza non ha riconosciuto in Dante Valente il suo aggressore ma si è costituita parte civile contro chi la ferì con il coltello (Nostro servizio particolare) Roma. 1 luglio. Simonetta Aprosio ha sempre sostenuto che non è in grado di riconoscere l'uomo dal quale venne aggredita la notte del 12 novembre 1966 mentre stava salendo sulla sua 1500 in viale Eritrea ed ha aggiunto anche che non ha la possibilità di dire se questo suo aggressore sia identificabile in Dante Valente. Per quanto" sia così incerta nei suoi ricordi e nelle sue affermazioni, la ragazza, comunque, si è costituita parte civile nel processo a chi, se eondo l'accusa, l'ha ferita con un coltello: ma il suo difensore, avv. Luciano Revel, oggi, ha preferito ncn discutere gli elementi raccolti nelle indagini e si è limitato soltanto a presentare ai giudici della Corte d'Assise le conclusioni scritte per chiedere la condanna dell'imputato. Il caso di cui Simonetta Aprosio è stata protagonista è singolare tanto quanto quello di Dante Valente incriminato ed arrestato, a distanza di un anno, per una confessione (che egli smentisce) fatta alla moglie. Per colpa ed in conseguenza di quella aggressione, la ragazza, infatti, dopo essere stata dimessa dall'ospedale in seguito alla ferita riportata al fianco sinistro, è finita in carcere do- i ve è rimasta per 59 giorni i prima di ottenere la libertà i provvisoria. Il procuratore della Repubblica aveva il dubbio che la ragazza non gli avesse detto la verità sulla identità dell'aggressore che, fuggendo, uccise poi l'impiegato Sergio Mariani il quale tentava di fermarlo. Il magistrato riteneva che con quell'atteggiamento Simonetta Aprosio volesse evitare la identificazione e l'arresto dell'assassino e convinto che quello era un sistema valido per indurla a parlare la incriminò per favoreggiamento personale. Soltanto dopo tre anni, la ragazza è riuscita a convincere la magistratura che se non ha saputo fornire indicazioni esatte sul conto dell'aggressore è stato soltanto perché non era realmente in grado di farlo. Rimase in auto a disposizlo-1 ne dell'aggressore sei o sette minuti: ma fu tanta la emozione che di quell'episodio I non ricorda nulla. E quando si è trovata di fronte a Dante Valènte non ha modificato il j proprio atteggiamento: ma i t ha chiesto ugualmente la sua ; condanna se la responsabi' lità dell'imputalo dovesse ri-1 \ sultare da elementi a lei estranei. Quali potrebbero essere . questi elementi? Ieri gli av- j vocati Giovanni Urbani e j Giandomenico Gianzi ne hanno indicati taluni; oggi, un altro patrono di parte civile avv. Luigi Buglioni, ne ha prospettati degli altri tratti, questa volta, dalla personalità di Dante Valente così come l'hanno messo in evidenza i medici. Dante Valente, è stato spiegato da coloro che lo hanno preso in esame sotto il profilo psicologico e psichiatrico, è sano di mente: ma è un immaturo, non ha senso morale, è un violento, è un arido dal punto di vista affettivo, capace di reagire in modo abnorme a stimoli esterni. g, g.

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