Genova: trasferito il prete che criticava l'arcivescovo

Genova: trasferito il prete che criticava l'arcivescovo Clamorosa decisione della Curia Genova: trasferito il prete che criticava l'arcivescovo Don Andrea Gallo (42 anni), vice parroco in un quartiere popolare, era stato più volte invitato ad attenuare i suoi attacchi - Dal pulpito predicava contro l'« autoritarismo » - I parrocchiani manifestano oggi in suo favore (Nostro servizio particolare) Genova, 30 giugno. Burrasca nella Chiesa genovese, la più compatta, apparentemente, sotto la guida severa dell'arcivescovo cardinale Siri. Appunto il cardinale Siri ha deciso di far tacere un predicatore, don Andrea Gallo, vice parroco del centralissimo quartiere del Carmine, non allineato alle direttive della Curia e denunciatore dell'autoritarismo. I fedeli che ogni domenica accorrevano da altri quartieri per sentire una voce libera, impegnata in una testimonianza evangelica aderente agli insegnamenti del Concilio, non si rassegnano all'allontanamento di don Gallo, deciso senza pubbliche motivazioni. Per domani alle 18 è indetta una veglia, nella chiesa del Carmine: gli amici del giovane predicatore (ha 42 anni), si riuniranno a pregare, e continueranno a farlo finché non verranno allontanati. Riaffiora con questo episodio, che domani potrà alimentare la cronaca, il malessere dei cattolici genovesi, divisi in due schieramenti: uno, il più massiccio, è fedele all'arcivescovo Siri e favorevole alla sua impostazione antigiovarmea. Il secondo schieramento comprende i critici del Cardinale (al tempo stesso continuatori dello spirito del Concilio) ed ha alcune punte. Fra queste il gruppo ecclesiale del Carmine, formato in prevalenza da giovani e molto vicini al predicatore don Gallo. Nel quartiere del Carmine, posto fra dl centro storico e la residenziale circonvallazione a monte, in prevalenza abitato da povera gente, don Gallo svolgeva da quattro anni un'azione pastorale coerente con la sua predicazione critica, a volte dura. Si occupava dei diseredati, ne condivideva i problemi. Dava nuovo dinamismo ai gruppi di boy-scouts come loro assistente. Don Gallo non risparmiava, dal pulpito, l'autorità costituita; denunciava sfruttamenti e oppressioni; confrontava continuamente il Vangelo con i fatti della vita. Una volta, dovendo leggere una pastorale dell'arcivescovo Siri, preavvisò i fedeli: « Lo faccio per dovere di ubbidienza ». La folla aumentava da una domenica all'altra. Più volte disse, sempre dal pulpito: « Io dissento dall'Arcivescovo ». Tanto più aveva fatto sentire il suo dissenso dopo che il Cardinale Siri aveva parlato di « pecorelle arroganti », della necessità di comportarsi da « lupi con i lupi ». Don Gallo ricordò Matteo: « Vi mando pecorelle indifese fra i lupi ». Non fu mai accusato di eresia: gli venne semplicemente offerto di trasferirsi come arciprete nell'isola di Capraia. Da quattro anni don Gallo era richiamato, consigliato alla prudenza. Ai primi dì maggio gli fu proposto a nome del Cardinale: arciprete allusola di Capraia o cappellano nel ricovero dei preti anziani. Ci fu uno scambio di lettere col Cardinale, seguito da un colloquio. Alle richieste di motivazione, non fu mai data risposta. Non ebbe risposta una petizione sottoscritta da 2370 fedeli, in gran parte abitanti del quartiere del Carmine, né una lettera inviata l'8 giugno dal gruppo del Carmine all'Arcivescovo. Il capo della contestazione nella Chiesa genovese, o presunto tale, è stato ridotto al silenzio. Domenica scorsa, ha fatto la sua ultima predica annunciando di aver accettato l'incarico di « assistente diocesano dei volontari della sofferenza ». Lo ha fatto per restare prete. Se non avesse obbedito entro il 30 giugno, sarebbe stato sospeso a divinis con probabilità di essere ridotto allo stato laicale. Ha ubbidito, ma dal pulpito ha detto: « Sono cacciato e sradicato dal mio quartiere. E' un tradimento ai giovani e ai poveri ». Domani i suoi amici cominciano la protesta silenziosa. m. f.

Persone citate: Don Andrea Gallo, Gallo

Luoghi citati: Genova