Picchi (andrà o no alia Juve?) espone le sue idee di trainer di Maurizio Caravella
Picchi (andrà o no alia Juve?) espone le sue idee di trainer Picchi (andrà o no alia Juve?) espone le sue idee di trainer « Nulla è ancora deciso, ma se passerò al club torinese non temo di bruciarmi: si può fallire a trent'anni, come a cinquanta» - Il sogno dell'ex interista: dare ai bianconeri un gioco funzionale e tante vittorie dal nostro inviato Mantova, lunedì muti. Sotto la guida di Picchi, che con 99 probabilità su cento la prossima stagione allenerà la Juventus, il Livorno è diventato una delle squadre più forti e più opportuniste della serie B. Peccato che i toscani abbiano perso tanti punti all'inizio del torneo: quando l'ex « libero » dell'Inter fu assunto al posto di Puccmelli, la squadra era in pericolo di retrocessione; adesso, j grazie a un'eccezionale rimonta, occupa una tranquilla posizione I di centro classifica e, senza la immeritata sconfitta (0-1) subita a Mantova, forse potrebbe addirittura lottare per la promozione. Fino a ieri quella di Picchi era la formazione che nel girone di ritorno aveva conquistato più punti: 19 in 13 ' partite, una media da primato. Picchi ha cercato di dare al I Livorno un tipo di gioco simile ! a quello della « grande » Inter, ! della squadra che Helenio e Moratti portarono alla conquista di due coppe intercontinentali: difesa chiusa, con marcature molto strette; attacchi in contro- ; piede, condotti da due sole «pun- 1 te», ma molto mobili. Un gioco di rimessa che raramente entusiasma, ma che spesso porta a buoni frutti: specie in trasferta, dove l'iniziativa quasi sempre è dell'avversario e non si è costretti a spingersi in avanti in massa. La voce, da molti data ormai per scontata, del suo trasferimento alla Juventus, ha creato discussioni nell'ambito del Livorno. Picchi ha detto: « JVon ho ancora firmato il contratto. Con esponenti bianconeri finora c'è stato soltanto un colloquio preliminare. Qualcuno si ostina a scrivere il contrario e ciò non fa altro che turbare la serenità della squadra, danneggiando il nostro finale dt campionato ». L'atmosfera è tesa, 1 giocatori j sono convinti che Picchi se ne ! vada e non mantengono più la ! disciplina di qualche tempo fa: | Azzali, ieri escluso a favore del ; giovane Maggini, ha dichiarato: « Picchi preferisce mandare in campo : bambini »: Santon, lasciato anch'egli fuori squadra, si è lamentato: « Sono in forma, eppure devo fare là riserva. E' assurdo ». Anche i rapporti di Picchi con i dirigenti sono meno cordiali. Qualche giorno fa il presidente Cionini ha detto al cronisti: « Il nostro allenatore lia deciso di accettare l'offerta della Juventus, ormai il trasferimento è cosa fatta ». Picchi ieri ha ri¬ bqpamdslemfiai battuto: « Non so chi diffonda queste voci ». Picchi sostiene che per il suo passaggio alla Juventus « ci sono ancora delle difficoltà ». Ad ogni modo, senza anticipare il futuro del giovane trainer abbiamo posto a Picchi alcune domande, le stesse che - gli rivolgerebbero molti tifosi. « Poniamo che . lei alla Juve finisca per andare davvero. Non avrebbe paura di " bruciarsi ", in caso di fallimento? ». « Non ho timori dt questo genere. Ritengo di conoscere a fondo il calcio, ho smesso di giocare da poco e questo in definitiva può essere un vantaggio. L'età conta poco, nel mio nuovo lavoro. Si può fallire anche a trenta, quarant'anni, come a cinquanta e più. Un esempio? CarJiiglia. tanto per restare in argomento ». « Continuiamo a parlare della Juve. Che cosa manca ai bianconeri per essere un vero squa¬ drone? Come imposterebbe lei la formazione? ». « Non posso dare una risposta precisa, perché quest'anno non ho mai visto la squadra torinese all'opera. Inoltre non so quali elementi avrei a disposizione, le voci sul mercato sono tante e le tattiche dipenuono in gran parte dalle caratteristiche dei giocatori. Vieri, ad esempio, resta o se ne va? In generale posso dire questo: io non pretendo lo spettacolo, pretendo i risul¬ tati, perché sono convinto che i tifosi badino soprattutto alla classifica. Voglio una squadra che vinca, che sappia sfruttare le occasioni e dosare le energie. Se poi 'viene anche il bel gioco, tanto meglio. Ma giocare bene e perdere non serve a niente. Occorre vincere ». Una Juventus simile all'Inter dei tempi d'oro: ecco, forse Picchi sogna proprio questo. Maurizio Caravella
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