Bomba al coasolato USA a Geaova: ua carabiaiere accorre e spegne la miccia
Bomba al coasolato USA a Geaova: ua carabiaiere accorre e spegne la miccia Bomba al coasolato USA a Geaova: ua carabiaiere accorre e spegne la miccia L'ordigno era costituito da un chilo e sei etti di donante Bruciate dai fascisti due corone alla lapide dei partigiani dal corrispondente Genova, lunedì mattina. Un fallito attentato dinamitardo e due atti vandalici: sono i nuovi, preoccupanti episodi della spirale di violenza che, da qualche tempo a questa parte, rende inquiète le notti genovesi. Questa volta l'attentato (il terzo nello spazio di 10 giorni, dopo quelli diretti contro una sezione del psu di Quarto e la stazione dei carabinieri di Nervi) aveva per obiettivo il consolato degli Stati Uniti; il sangue freddo di un carabiniere è valso a sventarlo. Ecco i fatti. Nella notte tra sabato e domenica l'appuntato Annunziatino Aragonese era di servizio al consolato americano, il cui ingresso si affaccia in piazza Portello, nel centro cittadino. Compiendo un giro d'ispezione attorno all'edificio ha visto brillare una fiammella nell'oscurità tra le sbarre che proteggono le finestre del pianterreno, in vico Antonio Brignole Sale. Ha subito capito che si trattava di una miccia accesa: senza esitare, il carabiniere l'ha spenta prima che il fuoco raggiungesse il detonatore. La miccia finiva dentro a un pacco che conteneva 8 candelotti di donarite da 200 grammi ciascuno, avvolti in pelle di daino. Se fossero esplosi avrebbero provocato danni gravissimi. La donante viene abitualmente usata nelle miniere e per lo scavo delle gallerie autostradali. Nessuna traccia dell'attentatore. Gli atti vandalici sono stati attribuiti ai neofascista'come reazione alla morte dell'operaio Ugo Venturini, il missino che, durante il comizio dell'on. Giorgio Almirante, fu colpito al capo da una bottigliata. Poco dopo la mezzanotte di sabato un gruppo di sei o sette giovani hanno dato fuoco a due corone di alloro deposte, in occasione del 25 aprile, sotto la lapide dei partigiani in via XX Settembre. Poco dopo un'altra bravata alla Casa dello studente, in corso Aldo Gastaldi. Una ventina di giovani hanno tenta¬ to di distruggere uno striscione con la scritta « Viva il primo maggio rosso ». Poi hanno affisso manifestini ciclostilati e listati a lutto: « I comunisti hanno ucciso Ugo Venturini, operaio. Fermiamoli prima che uccidano ancora ». Un giovane, impugnando un grosso martello, ha infranto quattro vetrate e lo ha lanciato poi nell'interno: il martello ha sfiorato la testa del custode Ido Galassini, di 39 anni. «Ho visto, ha raccontato Galassini, un gruppo di giovatii intento a togliere lo striscione e mi accingevo a telefonare alla polizia quando ho udito il rumore dei vetri infranti. Un attimo dopo un martello mi ha sfiorato ». f. d. FALLITO ATTENTATO NEL CENTRO CITTADINO
Persone citate: Annunziatino Aragonese, Antonio Brignole Sale, Galassini, Giorgio Almirante, Ugo Venturini
Luoghi citati: Genova, Stati Uniti
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