Un tredicenne muore schiacciato dal cavallo durante un concorso

Un tredicenne muore schiacciato dal cavallo durante un concorso La sciagura ieri sul campo ad ostacoli di Fondotoce Un tredicenne muore schiacciato dal cavallo durante un concorso La giovanissima vittima è Marco Lodico, figlio del concessionario della « Lancia » per la zona di Rivarolo La madre è comproprietaria della «Vestebene» di Alba - La disgrazia è stata assolutamente imprevista: il ragazzo era un cavaliere esperto, una «speranza» dell'ippica italiana: si era già imposto in diverse gare dal nostro inviato Verbania, lunedì mattina. Un ragazzo di tredici anni è morto ieri mattina, cadendo da cavallo, alla Cascina Garlanda di Fondotoce, sul campo di gara dell'Associazione Ippica del Verbano. Si chiama Marco Lodico ed appartiene ad una famiglia molto nota. Il padre, Luciano Lodico, è impresario edile e concessionario della Lancia per la zona di Rivarolo; la madre, Angela Miroglio, è comproprietaria della «Vestebene » di Alba. La sciagura è avvenuta sotto gli occhi dei genitori e dei fratellini della vittima, Donatella di 15 anni, Sandro di 8 e Federica di 3. Erano appena trascorse le undici. Sul campo ad ostacoli della Cascina Garlanda si stava svolgendo una competizione dì club, un'amichevole sfida tra i cavalieri del Verbano e quelli del Centro Ippico Canavesano, di cui Luciano Lodico è fondatore e presidente. La passione per ì concorsi ippici è una tradizione nella famiglia Lodico, Si uccide una ragazza rimproverata dal padre CATANZARO, lunedì matt. La studentessa Carmela Iuri, di 17 anni, da Stefanopoli, ha ingerito una sostanza venefica di natura non ancora accertata ed è morta all'ospedale di Vibo Valentia, dove era stata ricoverata. Carmela Iuri frequentava la prima classe dell'Istituto tecnico commerciale e per geometri. Sino allo scorso anno era stata ospite di istituti di beneficenza, date le disagriate condizioni economiche dei familiari. La madre, che ha altri sei figli, è stata per lungo tempo ricoverata in un ospedale psichiatrico.,. La polizia ha cominciato le indagini per accertare i motivi che hanno spinto la ragazza ad uccidersi. Sembra che la giovane ieri sera fosse stata rimproverata dal padre perché era stata vista passeggiare con un ragazzo del paese. (Ansa) La vittima durante un recente concorso nell'atto di superare un ostacolo analogo a quello che ieri gli è stato fatale e Marco, nonostante la giovanissima età, era un cavaliere abilissimo, una promessa dell'equitazione italiana. Aveva già vinto numerose gare e il mese prossimo avrebbe dovuto esordire nella squadra giovanile nazionale per il « dressage ». Sabato, nella prima competizione in programma alla Cascina Garlanda, Marco aveva già dato prova della sua perizia classificandosi al primo posto; ed anche ieri aveva cominciato molto bene, con un primo percorso senza errori. Per la seconda prova il ragazzo ha scelto di montare una cavalla unghe¬ rese, acquistata un anno e mezzo fa dal padre: « Dama ». « Un animale docile e perfettamente addestrato — spieera con voce rotta dal dolore Luciano Lodico — Marco lo conosceva benissimo, con " Dama " aveva già vinto alcuni concorsi ». Gli occhi di tutti sono fissati su Marco, il padre riprende la scena con una cinepresa. D'improvviso il dramma, assolutamente imprevedibile. Arrivata sul primo ostacolo, alto appena 90 centimetri — la « gabbia semplice » — la cavalla ha uno scarto, colpisce in. pieno la sbarra e ricade piegandosi su¬ gli anteriori. Il giovane cavaliere viene disarcionato e proiettato in avanti e su di lui dopo una mezza piroetta si abbatte di schianto l'animale, con i suoi cinque quintali di peso. Grida d'angoscia disperate, mentre la cavalla impazzita scalcia per aria. Accorrono tutti e fra "gli altri'il mèdico di servizio dott. Paolo Bruno. Ma per il ragazzo non c'è nulla da fare, ha la testa orrendamente schiacciata. Si spera ancora nell'impossìbile. Una corsa folle all'ospedale Castelli di Pallanza e la penosa sentenza del professor Antonio Galimber- ti: Marco Lodovico è morto per sfondamento della base cranica. La famiglia dello sventurato ragazzo è distrutta dal dolore; parenti, amici, cercano invano parole di conforto. Sul luogo dell'incidente, e poi in ospedale, sì reca il maresciallo Simonetti della squadra giudiziaria dei carabinieri. Una rapida inchiesta, non emerge alcuna responsabilità. Come è potuto accadere? Non c'è una spiegazione, soltanto assurda fatalità. Quante volte Marco si era allenato con «Dama» sul campo ad ostacoli di Rivarolo, vicino a casa; quante volte lo avevano ammirato, impeccabile, sicuro di sé, in sella all'animale. « Un ragazzo cui tutto riusciva con facilità — dicono amici e familiari — non solo a cavallo ». Frequentava la terza media ed era tra i primi; correva in sci ed era tra i giovani più promettenti dello Sci Club Sestriere. « Era troppo bravo, troppo perfetto » dice il padre e non riesce ad aggiungere altro. La madre è muta, disfatta. Verso le 15, dopo l'espletamento delle formalità, necessarie ed il nulla osta dell'autorità giudiziaria, la salma lascia l'ospedale diretta a Rivarolo. Il mesto corteo si ferma davanti alla villa dei Lodico, in via Indipendenza 109. La camera ardente viene allestita nella stanza del ragazzo. Marco è steso sul suo letto con la divisa da cavaliere. Strìnge fra le mani una croce di legno ed ha sul petto la coccarda della sua ultima vittoria. Continua ad arrivare gente per rendergli l'estremo saluto. Una processione dolorosa e muta. I « grandi », parenti e amici di famiglia, ed anche tanti ragazzi, suoi compagni di sport e di scuola. I funerali saranno celebrati domani mattina. Oggi Marco rimarrà ancora nella sua stanza, vestito della sua divisa da cavaliere. Alessandro Rigaldo

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