Il gesto atroce del bruciato vivo fa paura alla giovane fidanzata

Il gesto atroce del bruciato vivo fa paura alla giovane fidanzata SemPre gravissimo a carpentiere che S'è dato fuoco Il gesto atroce del bruciato vivo fa paura alla giovane fidanzata « Se ha deciso questa cosa orribile perché non gli è stato permesso di vivere in casa mia, che cosa avrebbe l'atto davanti alle vere difficoltà della vita?» - «Quando io gii dicevo di darsi da f per il nostro futuro, alzava le spalle o mugugnava» Caterina Lasagna, la diciannovenne fidanzata del carpentiere Francesco Sanila, di 28 anni, che si è dato fuoco davanti alla sua casa, a Cigliano, chiede ansiosamente notizie a chi viene dal Centro grandi ustionati di Torino dove il giovane è ricoverato. « Come sta? Si salverà? ». La risposta non può essere confortante. Le condizioni del Sanna sono stazionarie nella loro estrema gravità. Ci sono poche speranze che si possa salvare perché già al momento del ricovero i suoi reni risultavano pericolosamente compromessi e in queste condizioni difficilmente potranno far fronte al maggior lavoro per smaltire le tossine causate dalle ustioni che coprono il 75 per cento della superficie corporea. Le ragazza sta a testa china, è preoccupata, frastornata da quanto è accaduto. Soffre nel sapere ^he il suo ragazzo sia per morire, ma al tempo stesso non sa rendersi conto del perché egli abbia compiuto un simile gesto. «Ho paura — confessa apertamente —. Penso che una cosa del genere avrebbe potuto tarla dopo il matrimonio, magari quando io avevo già un figlio. Oppure avrebbe potuto compiere qualsiasi altro gesto di violenza. Se per cosi poco ha compiuto un gesto cosi terribile cosa avrebbe latto di fronte alle difficoltà maggiori che sono sempre pronte a presentarsi nella vita? « Si è angosciato — continua Caterina — perché io gli dicevo di muoversi, di tare qualcosa di concreto perché potessimo realizzare il nostro sogno di sposarci. Gli dicevo: "Metti da parte dei soldi così potremo comperare i mobili" e lui diceva di si. Non era il caso che mi preoccupassi, le cose sarebbero andate bene. E intanto continuava a non concludere nulla, a spendere tutto il denaro che gli rimaneva dopo avere consegnato le 40 mila lire alla sorella per la pensione. E pretendeva dì venire a stare a casa mia, in attesa di sposarmi, ma mia madre, giustamente, non voleva. Per due motivi: non c'è posto e poi non sta bene che un giovane abiti con la fidanzata prima del matrimonio ». Francesco e Caterina si erano conosciuti nel maggio '69, nel carcere di Cuneo, dove lui stava scontando una condanna a tre anni per furto e lei si era recata per assistere una conoscente provvisoriamente trattenuta. Dopo il primo fugace incontro nel cortile dove la ragazza passava e il Sanna imbiancava i muri, si erano scritti alcuni biglietti. Lui era stato rilasciato il 31 gennaio. Subito dopo avevano incominciato a vedersi, il Sanna si recava a Cigliano, la domenica. « Afa era un amore difficile — dice Caterina — lui non parlava quasi mai, diceva che voleva sposarmi, ma quando gli chiedevo di spiegarmi come avremmo fatto, dove saremmo andati a vivere, taceva, alzava le spalle o mugugnava qualcosa di incomprensibile. Una volta parlò di cambiali, capii che avrebbe voluto impoi stare la nostra unione su quei ì pezzi di carta, senza un soldo, I senza uno sforzo personale per i eostruire qualcosa di solida». Bionda, rotondetta, piccola, occhi azzurri, di tanto in tento Caterina si passa una mano per togliersi dalla fronte la frangetta. Ripete che ha paura di questa situazione. E' addolorata per Fran1 cesco, vorrebbe che potesse guaI rire, ma lascia intendere che vorrebbe anche potergli dire: « Sono contenta di rivederti in salute, ora ti dico addio. E' me| glio che ognuno vada per la propria strada » . Francesco Sanna nella tenda ad ossigeno: il 75 per cento del corpo è piagato da ustioni

Persone citate: Bionda, Caterina Lasagna, Francesco Sanna, Sanna

Luoghi citati: Cigliano, Cuneo, Torino