Condannato l'autista del camion che provocò la morte di 13 soldati

Condannato l'autista del camion che provocò la morte di 13 soldati Processo per la sciagura di Bergeggi al Tribunale di Savona Condannato l'autista del camion che provocò la morte di 13 soldati I giudici gli hanno inflitto due anni (condonati) e il ritiro della patente per un anno - Assolto per insufficienza di prove l'automobilista che urtò l'autocarro che trasportava i militari - Dopo lo scontro, in cui rimasero l'erite anche 20 reclute, il pesante veicolo con un volo di dieci metri piombò dall'Aurelia sulla spiaggia (Dal nostro corrispcmdente) I Savona, 22 giugno. Con un'eccezionale procedurale — presentata in apertura di udienza dal difensore di uno degli imputati — che ha costretto il Tribunale a ritirarsi subito in camera di consiglio, ha avuto inizio oggi a Savona il processo per la sciagura stradale di Bergeggi del 13 luglio 1967, nella quale 13 militari morirono ed altri 20 rimasero feriti. Gli imputati sono Andrea Prota, autista dei Vigili del fuoco che era al volante dell'autocarro con a bordo i soldati e Messimo La Rocca, il commerciante che guidava la «1100» con la quale si scontrò il camion. Entrambi sono accusati di omicidio colposo e lesioni. Il tribunale ha condannato Andrea Prota a due anni di reclusione, interamente condonati, alla sospensione della patente per un anno e al risarcimento dei danni alla parte civile; ha assolto Massimo La Rocca per insufficienza di prove. Come è noto, l'incidente avvenne sulla Via Aurelia, pochi chilometri a ovest di Savona, all'altezza dell'isola di Bergeggi. L'autocarro dei Vigili del fuoco stava trasportando 33 reclute del « Car » di Savona a Noli, dove dovevano collaborare allo spegnimento di un violento incendio sviluppatosi nei boschi. Giunto nei pressi di Bergeggi il pesante veicolo, mentre stava sorpassando un'auto straniera, urtò di striscio una « 1100», al volante della quale era Massimo La Rocca, che proveniva in senso contrario. Nell'urto la portiera anteriore sinistra venne scardinata. Andrea Prota non riuscì più a controllare l'autocarro che, dopo essere andato a sbattere contro la parete di roccia a picco sull'Aurelia alla propria destra, sbandò sulla sinistra, sfondò una ringhiera e finì con un volo di una decina di metri sulla spiaggia sottostante. Alcuni militari morirono sul colpo, altri poco dopo il ricovero: in totale tredici vittime. L'autista del camion e 19 militari dovettero restare a lungo in ospedale prima di guarire. Molti di loro portano ancora i segni dell'incidente. Oggi, all'inizio dell'udienza, l'avv. Giovanni Aglietto, legale di Andrea Prota, ha chiesto che la sentenza di rinvio a giudizio venga dichiarata nulla perché i diritti della difesa durante l'istruttoria non sarebbero stati rispettati. Il Tribunale si è ritirato in camera di consiglio e dopo un'ora e mezzo ha respinto le richieste della difesa. Poi ha avuto inizio l'interrogatorio degli imputati. Per primo è stato ascoltato Andrea Prota. « Ero al mio terzo viaggio da Savona a Noli — ha detto — quando, giunto in quel punto stavo sorpassando un'auto straniera, al termine di una semicurva ho visto la " 1100 " che viaggiava in senso contrario rispetto a noi sbandare leggermente. Poi c'è stato l'urto di striscio ed io non ho più potuto controllare il veicolo ». Presidente — Ci sono testimoni i quali affermano che lei era con la ruota oltre la doppia linea. Imputato — Penso di non aver mai toccato la doppia striscia di mezzeria. Per me quando c'è la striscia doppia è come se ci fosse un muro. Sono quindici anni che guido e non ho mai avuto un incidente. Subito dopo è stata la volta del secondo imputato, Massimo La Rocca. Presidente — Secondo i rilievi lei era con una ruota sulla doppia striscia al momento dell'urto con il camion dei pompieri. Che cosa ha da dire? Imputato — Lo escludo forse c'ero vicino, ma non sopra. Ne sono sicuro. Presidente — L'accusa dice che lei, vedendo il camion dei pompieri con il lampeggiatore e il clacson in funzione, avrebbe dovuto stringere più sulla sua destra e che invece non lo ha fatto. Imputato — Non ho visto il lampeggiatore e non ho sentito nulla. Non ho avuto il tempo di accorgermi di nulla. Noi eravamo iti colonna e quindi non si correva molto forte. Quando ho visto il camion, ormai lo avevo addosso. Subito dopo si è iniziata la sfilata dei testi, quasi tutti militari scampati all'inciden- te. La maggior parte ha detto di non ricordare più nulla dello scontro. Uno soltanto, Alessandro Nahum, che nel- l'incidente ha riportato gravi ferite, ha detto: « Ero sul ca- mion, seduto su «ree panca dalla parte sinistra, cioè dal laio mare. Quando ho sentito l'urto mi sono affacciato ed ho visto che le ruote del ca- mìon sul quale mi trovavo erano stilla doppia strìscia, Poi c'è .stata una forte sbandala e mi sono svegliato all'ospedale. Non ricordo altro ». Dopo l'interrogatorio dei testi hanno preso la parola gli avvocati di parte civile Potenza per Mario Ceroni rimasto ferito nell'incidente; Gaetano Cernilo di Avellino per Pasquale Giustiniani, altro militare che riportò gravi ferite e infine Ugo Spagnoli di Torino per il soldato Floriano Bozzi morto nella sciagura. I familiari delle altre vittime ed i periti hanno receduto dal presentarsi parte civile perché già risarciti. La difesa ha invocato una condanna nei confronti degli imputati che consideri il già avvenuto risarcimento dei danni. Il P. M. dr. Boccia ha concluso la sua requisitoria sostenendo la colpevolezza degli imputati e chiedendo per entrambi tre anni di reclusione con il beneficio di due anni condonati e la sospensione della patente di guida per la durata di diciotto mesi. Ha replicato la difesa quindi i giudici si sono ritirati in camera di consiglio. Mezz'ora dopo, la sentenza, m. fi. Novara, 22 giugno — Ignoti ladri hanno rubato la scorsa notte dal laboratorio di Filistea Morandi, in corso Mazzini, 21 pellicce, parecchie pelli pregiate e monili d'oro e d'argento per un valore di 30 milioni. Savona. I due imputati: da sinistra, Massimo La Rocca, che guidava l'auto, e il vigile del fuoco Andrea Prota, autista del camion sul quale erano i soldati (Telefolo Ansa) lilliliillllllllllimillllllllllllllIMlllllllllllltll ini mimmi imi: inumili iimmimimiìii in umilili mi inumili limimi MMlumiu