Davanti ai giudici l'ex prete che uccise la moglie a coltellate

Davanti ai giudici l'ex prete che uccise la moglie a coltellate Il processo lunedì in Assise a Pavia Davanti ai giudici l'ex prete che uccise la moglie a coltellate Il delitto nel dicembre del 1968 a Torre Beretti in Lomellina I difensori sosterranno la seminfermità mentale dell'imputato (Nostro servìzio particolare) Mede Lomellina, 18 giugno. Igino Daprà, l'ex parroco di Torre Beretti in Lomellina, che nel dicembre del 1968 uccise la moglie a coltellate, comparirà a giudizio dinanzi alla Corte d'Assise di Pavia lunedì 22 giugno prossimo, per rispondere di omicidio volontario aggravato. Rischia la condanna all'ergastolo. Sarà difeso dagli avvocati Dino Cristiani e Vacca ro di Pavia, mentre la famiglia della vittima si è costituita parte civile con l'assistenza dell'avvocato Bajno. Nativo di Frascarolo Lomellina, Igino Daprà, che ha ora 47 anni, si era fatto prete animato da sincera vocazione, ma nel '50, mentre era parroco di Torre Beretti, conobbe Giuditta Pasquarelli, allora ventiseienne, assistente in una colonia per bambini. L'amore nacque subito tra i due e nello stesso anno il sacerdote chiese di essere ridotto allo stato laicale. In un primo tempo la relazione tra l'ex parroco e la giovane — i due avevano continuato a vivere a Torre Beretti e avevano potuto spo¬ sarsi soltanto nel 1964 — aveva sollevato un certo scalpore. Poi tutto era stato dimenticato. Il Daprà, che dopo avere lasciato la tonaca, si era diplomato in ragioneria, faceva l'assicuratore ed il rappresentante di macchine per cucire ed elettrodomestici, mentre la moglie contribuiva al bilancio familiare lavorando presso un bar-ristorante di alcuni cugini. Nessuna ombra sembrava turbare l'armonia, ma negli ultimi tempi il lavoro di assicuratore non rendeva, la vendita di elettrodomestici dava poche soddisfazioni e le difficoltà economiche portarono i primi dissapori tra i coniugi. Il carattere dell'ex parroco cambiò notevolmente. La sera del 17 dicembre 1968 Igino Daprà, sconvolto, si presentò alla caserma dei carabinieri di Mede Lomellina affermando di avere ucciso la moglie. I militi si recavano a Torre Beretti e nella stanza da letto, riverso sul pavimento, trovarono il cadavere della donna. L'ex parroco l'aveva uccisa a col- teliate durante la notte precedente, probabilmente nel corso di un diverbio. Dell'omicidio non si era neppure accorto il vecchio padre della vittima, il settantenne Angelo Pasquarelli, che conviveva con la figlia e il genero. I difensori sostengono la seminfermità di mente del Daprà, anche se una perizia d'ufficio svolta dal prof. Mazzucchelli di Pavia afferma che l'imputato è sano di mente. Hanno pertanto chiesto un confronto in aula nel corso del processo tra il loro perito prof. Arrigo e quello d'ufficio, riservandosi di chiedere un'eventuale superperizia. I difensori hanno poi citato una ventina di testimoni, tra i quali alcuni religiosi, che dovrebbero illustrare la personalità dell'imputato. Questi, d'altra parte, sembra deciso a sostenere la tesi della preterintenzionalità del delitto, tesi che difficilmente potrà trovare credito.

Luoghi citati: Frascarolo, Mede, Pavia