L 'industriale cercò di acquistare a Porta Palazzo una pistola per uccidere l'amante e poi spararsi

L 'industriale cercò di acquistare a Porta Palazzo una pistola per uccidere l'amante e poi spararsi Si concludono le indagini sull'impiegata dal cianuro facile L 'industriale cercò di acquistare a Porta Palazzo una pistola per uccidere l'amante e poi spararsi I protagonisti del «giallo» di Leinì vengono trasferiti a Torino - Enza Albanese dice: «Salutatemi il Chies. Io volevo soltanto dargli una lezione perché mi lasciasse libera. Se mio padre avesse saputo la verità, lo avrebbe ucciso » Il giallo del .fernet al cianuro si conclude. Enza Albanese, la principale protagonista, e l'ostetrica Domenica Nigra sono state trasferite ieri dal carcere di Ciriè alle Nuove di Torino; Claudio Chies, l'amante della ragazza e Gino Rovere, il suo sfruttatore, verranno trasferiti oggi. La Procura della Repubblica ha affidato il caso al sostituto procuratore dott. Marciante, il quale lo riesaminerà, raccoglierà tutte le testimonianze, riascolterà i protagonisti e i testimoni per passare poi la pratica al giudice. L'istruttoria, trattandosi di un tentato omicidio con veleno, necessario quindi di lunghe perizie, dovrà essere formale. La prima ad essere trasferita è stata Domenica Nigra, l'ostetrica. E' uscita, dal carcere alle 10,30 per salire sull'auto che doveva portarla a Torino. Era tranquilla, sorridente, sembrava quasi che ci tenesse ad essere fotografata. Nel corso dei vari interrogatori a cui è stata sottoposta dopo il suo arresto avvenuto il giorno 11 giugno, ha sempre negato qualsiasi responsabilità. Ha ammesso di avere sottoposto delle donne a pratiche contro la maternità, ma ha affermato di non avere mai conosciuto la ragioniera Enza Albanese che invece, secondo l'accusa, avrebbe avuto per mano sua due aborti, l'ultimo dei quali il 3 giugno scorso. L'Albanese è uscita dal carcere alle 17,20. Indossava un abitino blu, senza pretese di eleganza. Ha sostato qualche momento sulla soglia per parlare al custode Ilario Pocchiola. A voce bassa gli ha detto: « Per cortesia, mi saluti il signor Chies ». Un istante di pausa, poi ha aggiunto: « Se mio padre avesse saputo questa triste verità, lo avrebbe ucciso, mentre invece io volevo soltanto dargli una lezione ». L'awelenatrice sembrava dispiaciuta di lasciare 11 carcere, non si decideva a muoversi verso la macchina. Si è rivolta al bri- i tempore'"stWcZ"risenìe~del"'peso di questa dolorósa vicenda, ma gadiere Uras, che in questi giorni ha sempre coadiuvato il pretore dott. Troiano negli interrogatori: « La prego di ringraziare il giudice e di dirgli che a sua volta .ringrazi tutti i suoi collaboratori che mi hanno trattata umanamente e mi hanno fatto comprendere molte cose che prima non avevo capito «. Enza Albanese in questi giorni di carcere, quando era libera dagli interrogatori, leggeva fumetti, Topolino e Diabolich. Sui margini, bianchi di alcuni fogli ha scritto delle frasi che riguardano il suo passato e in particolare la relazione con il Chies; cose che peraltro aveva già riferito ai carabinieri e al magistrato in sede di interrogatorio. La moglie del Chies, Teresa, 42 anni, ieri si è recata in carcere per portare al marito un po' di biancheria in vista dell'imminente trasferimento. Non le è stato consentito un colloquio che del resto aveva ottenuto sabato scorso. Era entrata in parlatorio portando con sé il nipotino Luca, di 3 anni, figlio di Annarita, la figlia maggiore. Claudio Chies le aveva fatto sapere che aveva un grande desiderio di vedere il bambino e lei lo ha accontentato. L'industriale non ha avuto parole di scusa verso la moglie per quanto è successo, le ha chiesto invece i commentì della gente. La moglie lo ha tranquillizzato dicendogli che dopo il suo arresto parecchie persone le hanno telefonato per manifestare 1 solidarietà. La Chies, sofferente da molto al tempo stesso è anche rassegnata. Dice che è contenta che la storia sia finita in questo modo: « Credo proprio che se non succedeva quello che è successo, mio marito avrebbe attuato davvero il proposito di uccidere la ragazza e poi di suicidarsi. Sono convinta che aveva perduto la testa. Io sapevo da tempo di questa sua relazione, ma speravo sempre che finisse, che lui si ravvedesse; invece stava sempre peggiorando ». Si è saputo ieri che il Chies non si era limitato a dire che sarebbe andato a cercare una I rivoltella per uccidere e poi uccidersi: andò davvero a Por| la Palazzo, prese contatto con un venditore d'armi di contrabbando il quale gli disse di ripassare perche momentaneamente era sprovvisto di rivoltelle. Non è esclusa la possibilità che ii sostituto procuratore della Repubblica dott. Marciante, dopo avere esaminato il caso decida di concedere la libertà provvisoria al Chies, considerando che finora è stato incensurato. Di fronte a questa eventualità la moglie dell'industriale si dimostra speranzosa e ancora di più sua figlia, Loretta di 16 anni. Dice la moglie: « Farò tutto il possibile per far tornar fuori presto Claudio, perché possa rimettersi al suo posto di lavoro net più breve tempo possibile ». I soci milanesi della Scr, la fabbrica di Leinì nella quale è accaduto il dramma, hanno manifestato l'intenzione di chiudere lo stabilimento essendo venuti a mancare due soci, Claudio Chies direttore commerciale, che è in carcere, e Tacito Bertazzi, direttore tecnico, che ha bevuto il fernet con il cianuro e si trova ancora ricoverato in ospedale. Ma il maresciallo dei carabinieri di Leinì La Sala ha fatto opera di persuasione perché non sia adottato un provvedimento di questo genere che lascerebbe senza lavoro una cinquantina di operai. 4 Enza Albanese e l'ostetrica Domenica Nigra durante il trasferimento dalla caserma dei carabinieri di Leinì alle Nuove

Luoghi citati: Ciriè, Torino