Il "boss,, regalò alla moglie un pugno di pietre preziose

Il "boss,, regalò alla moglie un pugno di pietre preziose Al pranzo di nozze poche ore prima di morire Il "boss,, regalò alla moglie un pugno di pietre preziose I fratelli di Eugenio Messina hanno chiesto il sequestro giudiziario dei beni del congiunto - Oggi il presidente del Tribunale di Sanremo dovrà decidere (Dal nostro inviato speciale) Sanremo, 15 giugno. Entro la giornata di domani il presidente del tribunale di Sanremo dott. Mario Bina deciderà se accogliere o no la richiesta presentata stamane dai legali dei fratelli Messina tendente ad ottenere il sequestro giudiziario dei be¬ ni di Eugenio Messina, l'ex boss del vizio londinese deceduto la sera del 12 marzo scorso. Il clan Messina avrebbe chiesto anche il sequestro delle due cassette di sicurezza che Marie-Thérèse Vervaeke, vedova di Eugenio, ha affittato presso una banca sanremese. Ma per questa se¬ conda azione difficilmente i Messina potranno ottenere quanto richiesto poiché trattandosi di beni intestati a persona diversa dal loro congiunto la pratica dovrebbe svolgersi in sede penale e non civile. La prossima mossa dei Messina, sarà quella di estendere li sequestro giudiziario ai beni che il defunto Eugenio ha lasciato sparsi in Inghilterra, in Belgio e in Svizzera. L'interesse di Salvatore, Attilio e Margherita Messina si appunta in particolare sulla Confederazione Elvetica. Presso una banca di Ginevra infatti esisterebbero dei conti correnti « numerati », aperti a suo tempo da Eugenio e sui quali sarebbero depositate somme ingentissime. La battaglia tra il clan Messina e Marie-Thérèse Vervaeke, della quale si continua ad ignorare il domicilio (l'unico conosciuto è quello presso il suo legale di Bruxelles) è tutta basata sulla eredità. Si tratta di una fortuna valutata in 20 miliardi della quale farebbe anche parte la società - Hast-Hav, con sede legale a Vaduz nel Liechtenstein. A quanto si dice Eugenio Messina aveva una procura per trattare per conto di tale società (che agisce nel campo dei prodotti dietetici ed alimentari), ma non è da escludersi che il maggiore azionista sia stato proprio il defunto. Tra l'altro la HastHav è la proprietaria dell'appartamento principesco in cui Eugenio Messina abitava a Sanremo ih corso Imperatrice. L'ex re di Sono si sarebbe servito della copertura di questa società per il commercio clandestino dei diamanti che si irradiava in tutta l'Europa. A proposito di diamanti molto probabilmente è proprio una partita di tali pietre preziose in possesso di Eugenio Messina al momento della morte che potrebbe essere depositata nelle cassette di sicurezza della Vervaeke. A meno che le voci riguardanti una cospicua quantità di gioielli scomparsi con la donna non si riferiscano ad un altro episodio raccontatoci da un cameriere del ristorante in cui il 12 marzo si svolse il banchetto nuziale: « Ad un certo punto Eugenio Messina prese dalla tasca dello smoking un pacchetto, si rivolse alla moglie e aprendolo le fece vedere una manciata di brillanti da far restare col flato sospeso: era il suo dono di nozze ». , Mentre si attende la decisione del magistrato circa il sequestro giudiziario dei beni del Messina, le parti si stanno preparando al processo che si svolgerà mercoledì per l'annullamento delle nozze sanremesi. I Messina sono in possesso della copia autenticata del certificato di matrimonio che Marie-Thérèse Vervaeke ha contratto il 12 agosto 1954 con il cittadino inglese George Williams Smith. Dall'altra parte della barricata si fa notare che per potere sposare Eugenio Messina a Sanremo la trentanovenne belga aveva presentato a suo tempo un certificato dell'ambasciata del Belgio a Roma nel quale si dichiarava che in base ai documenti esibiti dall'interessata non esisteva alcun impedimento legale al suo matrimonio. Si deve dedurre che Marie-Thérèse aveva divorziato dal precedente marito, ex funzionario di polizia a Shangai? E' quello che si potrà accertare fra due giorni. v. p. Sanremo. I fratelli Salvatore, da sinistra, ed Attilio Messina col loro legale (Telefoto)