QUALCHE TITOLO IN VETRINA

QUALCHE TITOLO IN VETRINA QUALCHE TITOLO IN VETRINA Sul problema dello sviluppo economico dell'Africa — o, meglio, sul problema pregiudiziale delle condizioni per un decollo che tarda a manifestarsi — è interessante conoscere l'analisi di un economista africano, Sanan-Kinsam, pubblicata da |aca Book col titolo Lo sviluppo dei paesi'di nuova indipendenza nazionale e il rapporto imperialista (L. 1900). L'amore dimostra un notevole realismo, non nascondendo quanto di declamatorio e di platonico si cela dietro la formula del «socialismo africano», sbandierata con poche variami dai regimi attualmente al potere nell'Africa nera, sia quelli che sono diretti eredi del vecchio dominio coloniale, sia quelli anticolonialisti; e sottolinea giustamente la difficoltà di avviare un processo di accumulazione capitalistica in paesi ove i nove decimi della popolazione praticano un'agricoltura di mera sussistenza e le oasi relativamente modeste di colture di piantagione stentano ad espandersi a causa della continua erosione dei prezzi internazionali. Meno realistica è la proposta conclusiva di un piano continentale di sviluppo industriale, per il quale mancano oggi i presupposti politici oltre che economici. Le origini del fascismo di Robert Paris (Mursia, L. 1000) è un'opera chiaramente divulgativa, ma di notevole utilità per la pazienza e lo sforzo di sintesi con cui l'autore è riuscito a condensare in meno di cento pagine le acquisizioni, anche recentissime, della storiografìa italiana e straniera. Pubblicato in Francia nel 1968, il libro è aggiornatissimo nel testo e nelle parti accessorie (cronologia, raccolta di documenti, panorama di giudizi dei contemporanei e di successive interpretazioni storiche, indicazioni bibliografiche). Suo merito non secondario è di mettere in luce, nel quadro di un'analisi acuta dell'Italia giolittiana, i talenti più propriamente trasformistici e mimetici che permisero al fascismo di disorientare e disgregare, meglio ancora che con la violenza, forze sociali e politiche che avrebbero potuto opporgli ima resistenza efficace. La pazzesca « guerra nella guerra» scatenata nel 1961-62 dagli ultras francesi per impedire la vittoria della rivoluzione algerina, o meglio il suo riconoscimento da patte del governo di Parigi, è oggetto di una vivace rievocazione croni- slica di Paul Henissart, OASL'ultimo anno dell'Algeria francese (Garzanti, L. 3800). Francese di origine, ma cittadino statunitense, l'autore descrive con spietata obiettività la campagna terroristica dell'opposizione civile e militare di estrema destra, che per poco non provocò in Francia una lacerazione ben più grave di quella, pur drammatica, prodotta dalla constatazione dell'impossibilità di arginare il movimento di liberazione nell'antica colonia. Che lo spionaggio industriale abbia oggi una cifra d'affari superiore a quella ilei servizi informativi militari è comi poco nota, ma plausibilissima se si tiene presente che con la divisione del mondo in blocchi la sottrazione di segreti scientifici e tecnologici ha assunto un'importanza pari, se non superiore, a quella dei segreti di carattere prettamente militare. Anche nel settore puramente civile, comunque, la compravendita di processi produttivi e la caccia alle invenzioni hanno ormai tutte le caratteristiche di un contrabbando, internazionale e interaziendale, avventuroso e romanzesco, nonché estremamenie lucroso. Di queste atti¬ vità parla facques Bergier in Spionaggio industriale (Bompiani, L. 2000), un libro che scopre numerosi retroscena e contiene rivelazioni sconcertatili, come quella dell'esistenza dì vere e proprie scuole clandestine per l'addestramento delle spie industriali. In base a una formula ormai collaudata nella memorialistica di guerra. Peter Townsend nel suo Duello d'aquile (Rizzoli, L. 4500) rifa la storia della battaglia aerea d'Inghilterra alternando abilmente la rievocazione corale all'aneddoto privato, i documenti pubblici alle reminiscenze personali, il quadro strategico all'episodio tattico. Ne risulta una narrazione avvincente dell'offensiva aerea lanciata nell'estate del 1940 contro la Gian Bretagna dalle basi tedesche della Francia occupata, e del suo fallimento; ma a volte l'autore, che di quella battaglia fu protagonista come comandante di una formazione di caccia della Raf, si lascia prendere da un certo sentimentalismo professionale, che lo induce a de-1 scrivere i duelli con i piloti di Gocring come se si trattas- ; se di competizioni sportive. j m, b.

Persone citate: Garzanti, Gian Bretagna, Paul Henissart, Peter Townsend, Raf, Robert Paris

Luoghi citati: Africa, Algeria, Francia, Inghilterra, Italia, Parigi