Il governo di Bonn si riunisce d'urgenza per discutere il trattato con la Russia di Tito Sansa
Il governo di Bonn si riunisce d'urgenza per discutere il trattato con la Russia Oggi seduta straordinaria del Consiglio dei ministri Il governo di Bonn si riunisce d'urgenza per discutere il trattato con la Russia Violenta opposizione della de - L'ex ministro della Difesa Schroeder si propone come Cancelliere di una eventuale «grande coalizione» tra socialisti e democristiani (Dal nostro corrispondente) Bonn, 6 giugno. L'iniziativa di Bonn per la firma con Mosca di un trattato bilaterale di non ricorso alla violenza è sottoposta a nuove critiche. Voci allarmate si levano nella capitale federale, altre provengono da Mosca. Secondo notizie di fonte diplomatica, l'Unione Sovietica, interessata al sollecito proseguimento delle trattative (il ministro degli Esteri Gromyko si è detto « a disposizione ») è preoccupata, e negli ambienti vicini al Cremlino si dubita che il governo di Willy Brandt riesca a spuntarla contro la forte opposizione che avversa il trattato. Riferisce a tale proposito la Suddeutsche Zeitung che tra gli osservatori stranieri a Mosca si è diffusa da un paio di giorni la convinzione che « i tedeschi non ce la faranno mai ». Domani si riunirà a Bonn, per la prima volta di dome- nica, un Consiglio dei ministri straordinario per esaminare il problema del trattato con Mosca. Intanto i democristiani continuano la loro violenta offensiva, a base di minacce e di « avvertimenti », appoggiati da una parte della stampa. La Bild Zeitung riferisce in prima pagina che alcuni parlamentari socialdemocratici, riuniti intorno al deputato HUpka, stanno « sabotando » la politica del Cancelliere e si oppongono ad accordi con i paesi dell'Est. Sulla loro linea è un gruppetto della destra liberale, che fa capo a Erich Mende. Ricordando che il governo dispone al Parlamento di Bonn di una maggioranza di soli 12 voti, il giornale si domanda che cosa accadrebbe se soltanto 7 parlamentari votassero contro la Ostopolitik. La stessa Frankfurter Rundschau, filogovernativa e favorevole all'« apertura a Est », parla di « pericolo per la coalizione ». Il rischio che Brandt sta correndo è stato messo oggi in evidenza dal capo del gruppo parlamentare democristiano-cristiano sociale, Barzel. In una breve dichiarazione egli dice tra l'altro che « dopo la votazione dell'altro giorno sul bilancio della Cancelleria, il governo dovrebbe sapere che non dispone della maggioranza parlamentare necessaria per iniziare negoziati con Mosca ». Gli ha fatto eco l'ex cancelliere Kiesinger, il quale ha detto che « il governo non ha più speranza di ottenere i voti occorrenti ». D'altra parte si fa notare che disunione vi è anche nei partiti democristiani, e che in essi taluni deputati sono sostanzialmente favorevoli alla Ostpolitik di Brandt. Il più autorevole, l'ex ministro della Difesa Gerhard Schroeder, ritiene tuttavia non ancora venuto il momento per « tirare le somme » con l'Europa Orientale. Nello stesso tempo, prevedendo un possibile fallimento della Ostpolitik e una crisi di governo, Schroeder mette le mani avanti e si raccomanda come prossimo Cancelliere. In un'intervista al settimanale Stern ha detto: « Se sì dovesse rifare la gran- de coalizione (democristiani e socialdemocratici) è meglio che la guidi io piuttosto che un altro ». Domani, comunque, si vedrà se il governo continua « imperterrito » sulla via intrapresa, -r- come ha assicurato il ministro della Difesa Schmidt — oppure se deciderà una nuova pausa di ripensamento, almeno fino a dopo le elezioni regionali del 14 luglio, mentre nel frattempo a Bonn, cominceranno lunedì i colloqui tedesco-polacchi, anch'essi ostacolati dall'opposizione. Tito Sansa * Gerhard Schroeder (Telef.)
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