Pitture d'acciaio

Pitture d'acciaio LE MOSTRE D'ARTE Pitture d'acciaio L'opera su metallo di Michela Pron Pachner I bidoni con sorpresa di Sergio Innocenti Rammentando la definizione della tarsìa data dal Vasari: « Lavoro di commettere insieme legni tinti di diversi colori, e farne prospettive, fogliami e molte altre diverse fantasie », e sostituendo al nobile, morbido, tepido legno il duro, freddo, utilitario acciaio — e talvolta l'alluminio e il ferro —, potremo introdurci alla mostra presentata da Michela Pron Pachner nella galleria « Il Fauno » di piazza Carignano 2. Infatti si tratta ancora, benché estremamente semplificata, ed aggiornata al clima tecnologico d'oggi, di quell'arte di cui Francesco Arcangeli, in uno squisito saggio del 1942, confermò « la vera età aurea » nella seconda metà del Quattrocento italiano. A distanza di cinque secoli la Pron Pachner ne ritenta la tecnica, ma. con materie diverse e con strumenti modernissimi tra i quali la macchina elettronica per ossitaglio; ed i motivi di tale ricerca artistica attraverso « un nuovo sistema dì comunicazioni linguistiche » sono dibattuti con acutezza da Janus nella prefazione al catalogo. Proprio come 'i maestri delle antiche imprese lignarie la Pron Pachner muove da un « cartone », cioè un disegno che può variamente rappresentare alberi, o un paesaggio (c'è anche nella mostra una veduta di San Gimignano), o automobili in corsa, o aeroplani in decollo e in volo; e lo traduce nelle commettiture del metallo segato a mano o tagliato meccanicamente seguendo le indicazioni del disegno: insomma, realizza una tarsia. Anche il modello, dunque, è opera sua; e perciò il caso presente — a parte ogni assurdo confronto di valori artistici — è diverso da quello di alcuni dei più famosi capolavori di quest'arte singolarissima, perché Giuliano e Benedetto da Maiano, Baccio Pontelli, il Francione, Cristoforo da Lendinara, il Capodiferro, traducevano cartoni del Baldovmetti, del Botticelli, di Piero della Francesca, di Lorenzo Lotto, e perciò i risultati Ugnarli hannp anche un interesse altissimo di interpretazione: basti pensare alle tarsie celeberrime dello « studiolo » di Federico di Montefeltro a Urbino. Nelle opere della Pron Pachner, invece, l'interesse è soprattutto per la bellissima, limpida esecuzione tecnica che si avvale di sottili accorgimenti (per esempio la « spazzolatura ») ottenendo suggestivi effetti pittorici che non tanto confermano il giudizio negativo del Vasari su una « cosa che... non contraffa se non la pittura, essendo da meno dì quella », quanto assumono carattere espressivo proprio, ed in un certo senso inedito. In sei contenitori o bidoni si vedono scarpe usate, cervelli surgelati, una pistola e un teschio limano, dei generi alimentari e un cartello con la scritta « niente », una molla che regge un occhio aperto, cinque pulcini vivi e cinque uova di colore diverso. E' la mostra del pittore Sergio Innocenti al « Punto » di via Principe Amedeo 1. Significati dei bidoni: « le costanti testimonianze della vita sociale », « il cervello umano impacchettato dalla meccanica del potere », « l'umanità avviata al suicidio », « la distribuzione delle ricchezze nel mondo », « la forza degli oppressi che può squarciare la corazza del potere », « la condizione dell'umanità ». Simbologie bizzarre che ad ogni modo corrispondono a problemi e concetti attuali, ciascuno dei quali può essere proficuamente discusso. Ma l'ingenuo errore, sempre ripetuto, è di trasferire questa discussione in oggetti o composizioni o «avvenimenti» (il solito happening), insomma in presenze che si crede essere, e invece non sono, fatti artistici. I bidoni restano bidoni, non gli elementi d'un linguaggio estetico. E allora la si smetta di presentare simili manifestazioni come mostre d'arte: che, del resto, probabilmente ci anticipano la Biennale di Venezia. mar. ber. Conferenza urbanistica — Per iniziativa dell'In-Arch, questa sera alle 21,15, nel salone dell'Istituto San Paolo, l'aw. Gaetano Zino Lamberti e l'ing. Giovanni Ollivero parleranno su « La variante n. 13 del Piano regolatore di Torino ».

Luoghi citati: Lendinara, San Gimignano, Torino, Urbino, Venezia