La battaglia in "boutique" di Mirella Appiotti

La battaglia in "boutique" La battaglia in "boutique" L'importante oggi non è avere un mucchio di soldi nel portafogli, ma portarsi sottobraccio il Système de la Mode di Roland Barthes; avere appreso dal fortunato sociologo che « fare lo shopping» non è più una semplice necessità o un divertimento antico. come il mondo ma « una sensazione pura, un modo dì esprimere la nostra civiltà ». Questo Barthes ci complica parecchio le cose. Umberto Eco si fa capire meglio, quando scrive: « Nessuno imo più. infilarsi una camicetta senza avere la netta sensazione di compiere una scelta ideologica o almeno di stendere un messaggio, una lettera aperta ai passanti, a coloro che incontrerà durante la giornata ». Se Eco ha ragione e dal momento che il « messaggio » da lui individuato alla base, cambia nella realtà a ritmo pressoché folle, qual è quello di adesso? Un cinturone di cuoio con la sua bella fìbbia d'oro, scivolato sui fianchi inesistenti della ragazza (magari quarantenne)? Finito, passato. C'è, al suo posto, la fascia alta di scamosciato cui si aggrappa la borsa pochette ed è tutta frange, variamente allungabili, tanto che la cintura si trasforma in minigonna o in midi, gambe nude ed intorno un farfallio legnoso di pendagli come nelle figurine di carta che i bambini, una vòlta, ritagliavano per giocare I sandali hanno la suola « carro armato » o salgo no con i lacci sino al ginocchio; attorno alla gola una stringa o un collare di metallo o di finta tartaruga, i capelli sono corti e sfogliati con una coda piccola sul collo da barboncino tosato male e su di essi la calza all'uncinetto. La si porta calata fin sotto la fronte. Naturalmente non è questa la donna « alla moda », ma il suo campione. « Le mie clienti — spiega la proprietaria di una collaudata boutique torinese — arrivano con idee precìse, sfrondano quel che non gli interessa, cercano di realizzare l'immagine che vogliono per se stesse ». Chi butta l'occhio sull'impermeabile « midi » stile coloniale con il giubbotto sovrapposto e legato in vita di Mie Mac o su quello in tela « vela » disegnato da quel diavolo di Albini lo unisce sia ad un abito corto con la manica minima rifinita a roxdots o, con più scioltezza, al tre pezzi «panna » in tricot: calzone stretto che si allarga in fondo, maglia con lo scollo tondo in cashemire e, sopra, il golfone a trecce, goffo ma esile. Il vestito midi cannella, rosa, azzurro polvere e corredato da un giacchino-bolero ha un tono da fresca signora; il tailleur blu,, ancora al polpaccio, con la gonna a portafoglio e giacca chiusa da una cintura in vernice arieggia ( in parte anche nel prezzo) la linea dell'alta moda. Un maglione!no nero infilato dentro la sottana di seta a bolli bian chi di Sonia Rjkiel ha il suo colpo di colore nello scialle! to di lana rossa legato In vita: è accettato come una « licenza » scacciapensieri, senza barriere di età. Il maxi senza maniche di canapa bianca del Mak 3 è capito a volo dalle giovanissime che se lo combinano con la camiciola macchiata di viola, stinta con la varechina e passata una decina di volte in lavatrice. Naturalmente qui tutto gira attorno alla minigonna: 29 centimetri l'ultima arrivata, bianca, gialla e verde. Pare di cemento. « Neppure da noi — si dice in questo shop per minorenni, ambitissimo dalla mezz'età la scelta è casuale. Le compratrici con le loro facce da bambola non sono avide né frettolose. Molto attente e persino un po' corrucciate ». Teen-agers e casalinghe sanno infatti, ormai quanto i sociologi, che un foulard oggi non è più soltanto un foulard ma un simbolo di cultura. Ma il loro rito dello shopping non è tanto rare fatto come spera Barthes. Anzi pare una battaglia Alle offerte, tutt'altro che disinteressate della « moda » stanno imparando, sempre più in fretta, ad opporre ai molti « sì i) convinti, altret tanti irrevocabili « no ». Mirella Appiotti

Persone citate: Barthes, Eco, Roland Barthes, Umberto Eco