Perché il ministro ha bloccato le assunzioni alla Fiat di Vado

Perché il ministro ha bloccato le assunzioni alla Fiat di Vado Lo stabilimento entrerebbe in funzione in agosto Perché il ministro ha bloccato le assunzioni alla Fiat di Vado I sindacati protestano perché l'azienda ha indicato un limite di 40 anni e perché i nuovi assunti non saranno considerati in trasferta durante i 3 mesi che trascorreranno a Torino - La Fiat replica : il limite non è rigoroso ; sono operai che vengono ad imparare un lavoro, non sarebbe giusto pagarli più di quelli che producono veramente - La questione sarà discussa venerdì dalla Commissione per il collocamento di Savona (Dal nostro inviato speciale) Savona, 26 maggio. Il ministro del Lavoro on. Carlo Donat-Cattin ha ordinato agli Uffici del Lavoro di Savona e di Torino di sospendere il rilascio dei « nulla osta » per l'assunzione di operai per il costruendo stabilimento Fiat di Vado Ligure. La decisione ministeriale, che ha suscitato scalpore negli ambienti savonesi, deriva da un esposto che i sindacati avevano inviato a Roma il 14 maggio scorso. I rappresentanti della Cisl, della Uil e della Cgil contestano la procedura seguita per le assunzioni, e in particolare: il fatto che la Fiat abbia indicato il limite di 40 anni di età per gli operai e che non abbia accolto la richiesta di considerarli in « trasferta » per tutto il tempo che dovranno restare assenti da Savona al fine di imparare il nuovo lavoro negli stabilimenti Mirafiori di Torino. Il ministro ha deciso che la questione venga sottoposta al riesame della Commissione provinciale di collocamento di Savona. Al termine di una riunione svoltasi stamane presso l'Ufficio del Lavoro di Savona con i dirigenti sindacali savonesi (Imovigli della Cgil, Pozzi della Uil e Burzio della Cisl) e il direttore dell'ente, dott. Armando Morciano, è stato comunicato che la Commissione si riunirà venerdì mattina. Il direttore, dott. Morciano, ha dichiarato: « Ci stiamo adoperando affinché tutta la Questione venga risolta nel migliore dei modi per la tranquillità dei lavoratori ». I- tempi stringono perché l'intervento ministeriale ha bloccato le assunzioni di disoccupati che da lunedì scorso avrebbero dovuto lavorare alla Fiat; inoltre, il provvedimento può provocare ritardi nei programmi di apertura dello stabilimento di Vado, che dovrebbe cominciare a funzionare alla fine di agosto. Tra l'altro, sembra che, se lo stabilimento non potrà avviarsi entro la fine di agosto, tutto dovrà essere rinviato all'anno prossimo. Ciò perché si tratta di spostare da Torino a Vado 700 macchine utensili ed Interi impianti del reparto della Miraflori che produce ponti e differenziali per le auto. Questo trasferimento può avvenire solo nel periodo di chiusura dellp officine per ferie. Le domande di assunzione sono circa 1500 per i 400-450 posti previsti per la fine di agosto (che saliranno a mille entro l'estate del 1971). In pai-te sono disoccupati, altri sono lavoratori di officine locali che desiderano essere assunti dalla Fiat. Il limite di 40 anni di età indicato dall'azienda non è rigoroso: infatti sono-stati convocati per le visite anche lavoratori che hanno superato i 40 anni. Lunedì scorso, cioè l'altro ieri, avrebbero dovuto prendere servizio alla Miraflori i primi 150 operai del futuro stabilimento di Vado. Per fare il viaggio da Savona a Torino molti avevano chiesto e ottenuto il biglietto gratuito ferroviario, rilasciato dall'Ufficio del Lavoro di Savona in base alle norme di legge in vigore che tendono ad agevolare gli spostamenti delle persone in cerca di occupazione. Arrivati a Torino, si sono presentati all'Ufficio del lavovo, dove si sono sentiti dire che non potevano essere assunti dalla Fiat perché l'Ufficio non rilasciava il « nulla osta » che è necessario per i disoccupati, mentre non occorre per gli operai che si Uasferiscono da un'azienda all'altra. Superato il primo istante di smarrimento, una trentina hanno ripreso il treno per Savona ccn il biglietto gratuito rilasciato, questa volta, dall'Ufficio dei lavoro di Torino. Altri si rono fermati in città e dia o tre hanno immediatamente trovato lavoro in aziende torinesi (il blocco della procedura d'assunzione riguarda la Fiat, non le altre fabbriche). C'è stato anche chi ha ottenuto un aiuto dall'Ufficio assistenza Fiat «per poter restare a Torino qualche giorno in attesa di una sistemazione ». Patetico il caso di un operaio che si è rifiutato di. tornare a casa: « Ho lasciato moglie e due figli ai quali ho detto che sarei rientrato fra tre mesi come operaio della Fiat di Vado, ora non voglio ripresentarmi ai miei come disoccupato ». I tre sindacati questa sera hanno tenuto una riunione e il comunicato ufficiale sarà redatto domani. In linea di massima, intendono ribadire alcuni punti: la preferenza nelle assunzioni deve essere data ai 326 disoccupati iscrit¬ ti nelle liste savonesi; il limite di 40 anni deve essere abolito (tra l'altro, sembra che solo pochissimi tra coloro che hanno presentato le 1500 domande d'assunzione abbiano più di 40 anni); le assunzioni debbono essere fatte tramite l'Ufficio del lavoro di Savona ed i lavoratori che vengono avviati a Torino debbono7 essere considerati in « trasferta ». I sindacati chiederanno un incontro con la Fiat per discutere questi problemi. La Fiat afferma che « non avendo l'Ufficio del lavoro rilasciato il nulla osta, non poteva assumere gli operai che si trovavano già a Torino i quali, tuttavìa, sono stati assistiti per quanto avevano bisogno ». Circa la procedura adottata, la Fiat ribadisce che « sono state rispettate tutte le norme vigenti in materia di collocamento, tanto che il primo gruppo partito per Torino aveva il biglietto di viaggio rilasciato dall'Ufficio del lavoro di Savona ». Per quanto riguarda la richiesta della « trasferta », viene giudicata « infondata sotto ogni punto di vista ». L'azienda osserva: « Sono operai che vengono a Torino per tre mesi ad imparare un lavoro. Ciò è necessario in quanto lo stabilimento di Vado ancora non esiste. In questi tre mesi saranno allievi affiancati a operai che producono veramente. Nonostante ciò, saranno retribuiti come se fossero veri e propri operai addetti alla produzione, compresi i premi e le indennità: in tutto 127 mila lire lorde mensili. Inoltre la Fiat ha stipulato convenzioni con alberghi torinesi per cui questi operai avranno la camera per 15 mila lire mensili (la differenza è a carico dell'azienda). Se si istituisse la " trasferta ", si finirebbe per pagare l'operaio che impara e che non produce più di quello che insegna e produce ». Sergio Devecchi

Persone citate: Armando Morciano, Burzio, Carlo Donat-cattin, Morciano, Pozzi, Sergio Devecchi, Vado I