Sentiti i marinai del "Granefors,, che videro trucidare i tre italiani

Sentiti i marinai del "Granefors,, che videro trucidare i tre italiani Tornati dalle Filippine i due magistrati genovesi Sentiti i marinai del "Granefors,, che videro trucidare i tre italiani Avrebbero confermato le accuse contro i quattro jugoslavi in carcere a Marassi - Non sarebbero però stati in grado di fornire prove decisive - Il massacro la notte del 30 giugno 1969 nel Canale di Mozambico (Dal nostro corrispondente) Genova, 26 maggio. L'istruttoria sul « caso Granefors ». il cargo battente bandiera panamense a bordo del quale l'estate scorsa fu rono trucidati tre marittimi italiani, è giunta a una svol ta decisiva. Da Manila, nelle Filippine, dove si erano re cali due settimane fa, sono tornati i due magistrati ge novesi che sovraintendono al le indagini, il sostituto prò curatore della Repubblica dot tor Francesco Meloni e il giù dice istruttore dottor Gian irenico Bonetto. Scopo del lungo viaggio è stato quello di interrogare due marittimi filippini che si trovavano sul « Granefors » quando avvenne il massacro e che per lettera accusarono apertamente dei delitti quat tro iugoslavi. Questi ultimi, in base a tali accuse, vennero arrestati in Italia nel settem bre scorso e sono tuttora rin chiusi a Marassi. A quanto si è appreso, i filippini avrebbero confermato le loro accu se senza però essere in grado di fornire prove decisive. La vicenda del «Granefors» è nota. La notte ira il 30 giugno e il primo luglio 1969 il vecchio cargo navigava nel canale di Mozambico diretto in India quando a bordo fu rono uccisi il comandante Renato Giurich. 41 anni, da Monfalcone. il secondo uffi ciule Filippo Magistro. 52 anni, da Livorno, e il mozzo Angelo Vecchio. 22 anni, da Licata. I loro corpi furono get tati ai pescecani La scampar sa dei tre lu scoperta poco aopo l'alba; contemporaneamente qualcuno aveva appiccato il fuoco a due stive. Si scopri, inoltre, che dalla cassaforte del comandante erano •.pariti tremila dollari. In un primo tempo. | avanzata l'ipotesi che il co' mandante, il « .secondo » e il fu marinaio fossero stati uccisi nel tentativo di sedare una rissa scoppiata a bordo tra marinai cinesi e marinai filippini componenti la bassa forza dell'equipaggio. L'ipotesi, però, cadde, in base anche alle testimonianze di altri marinai italiani che erano sul « Granefors » Il triplice delitto sembrava dovesse rimanere impunito quando, circa dopo un mese, due marinai filippini, Felipe Oning e Secundo De i La Cruz, sbarcati dalla nave, scrissero una lettera a un lo- \ ro ex ufficiale, abitante a Ge I nova, indicando nei quattro iugoslavi dell'equipaggio i mandanti e gli esecutori dell'eccidio. La lettera fu consegnata all'autorità giudiziaria che apri un'inchiesta: successivamente i quattro jugoslavi tor| narono a Genova e furono | arrestati Oltre al primo ufficiale Josko Glavicic, finiro¬ no in prigione l'operaio mec canteo Dalibor Civitanic e i marinai Nedeljko Vukic e Rateo Babac. I quattro, sin dal momento del loro fermo, respinsero ogni accusa e dissero che ad uccidere i tre furono i cinesi. Ma la detterà dei filippini — il cui conteliuto non è mai stato rivelato — era decisamente accusatoria e il giudice istruttore spiccò contro i jugoslavi mandato di cattura per triplice omicidio. Nel gennaio scorso, due j magistrati genovesi si reca i rono in Francia per sentire ! altri testimoni, tre marittimi 1 che erano sul « Granefors ». ' Il vecchio cargo aveva fatto scalo a Saint-Nazaire e gli inquirenti speravano di acquisire elementi importanti alla loro inchiesta. 1 tre marittimi, invece, fornirono informazioni di scarso rilievo. Ora, con il viaggio a Manila, i magistrati fiatino ottenuto la conferma sul contenuto della lettera accusatoria, venon suffragata da i. d. I raltro prove.

Persone citate: Angelo Vecchio, Bonetto, Dalibor, Felipe Oning, Filippo Magistro, Francesco Meloni, La Cruz, Renato Giurich