A Savona e a Imperia i problemi non mancano ma si pensa più alle vacanze che alla Regione

A Savona e a Imperia i problemi non mancano ma si pensa più alle vacanze che alla Regione L'Italia verso la riforma regionale A Savona e a Imperia i problemi non mancano ma si pensa più alle vacanze che alla Regione Il benessere della Riviera di Ponente è assicurato in gran parte dal turismo - Alla vigilia dell'estate, il dibattito pre-elettorale è povero e distratto; la competizione diventa spesso scontro di gruppi locali - I maggiori compiti che attendono la Regione: integrazione dei porti di Genova e Savona, allacciamenti con la pianura piemontese, rilancio del turismo invernale, nuovo aeroporto di Albenga, spostamento a monte della ferrovia, razionalizzazione della floricoltura, lotta agli inquinamenti - Occorrerebbero 2 mila miliardi in cinque anni; la Regione ne disporrà di una cinquantina (Dal nostro inviato speciale) Savona, 23 maggio. La parte ponentina della Liguria, da Varazze a Ventimiglia, è meno chiusa e dura di quella genovese; meno tormentata da impellenti problemi economici e sociali. Anche il clima e gli umori della natura sono diversi. L'idea di i Regione e gli interrogativi sul buon uso dell'autonomia si diluiscono in un'aria festosa che anticipa l'estate: gii ultimi tocchi alle cabine, i tedeschi e gli svedesi a frotte sulle spiagge. Il dibattito pre-elettorale è povero, spesso generico. Pochi si domandano che cosa potrà fare concretamente questa- Regione poco omogenea, bisognosa di opere costosissime, dotata di un bilancio modesto. La Liguria autonoma disporrà di 24 miliardi all'anno: detratte le spese di gestione resteranno 10 o 12 miliardi per realizzare una minima parte dei progetti che i liguri vanno dibattendo da anni. La Regione avrà il compito di coordinarli e di promuoverne il finanziamento da parte dello Stato, degli enti pubblici, dei privati per la loro parte. Ma quali progetti sceglierà con precedenza? « La Regione, pur non avendo competenza diretta in materia portuale, dovrebbe finalmente realizzare il sistema Genova-Savona. Il tempo delle lotte e dei campanilismi è finito », mi dice il presidente della provincia di Savona, Ma¬ rio Siccardi. Integrazione portuale, allacciamenti con le piane piemontesi della Bormida per facilitarvi la nascita di nuove industrie, rilancio del turismo invernale, nuovo aeroporto sul mare di Albenga, razionalizzazione della fioricoltura: la Liguria di Ponente ha un lungo elenco di progetti, qui appena accennato per alcuni esempi. Il piano del Crpe li aveva accolti quasi tutti, senza compiere scelte impegnative: ne era venuto un fabbisogno di 2000 miliardi in cinque anni, compresi i finanziamenti di grandi opere a carico dello Stato (porti, spostamento a monte della ferrovia litoranea ed altre). Quali verranno promosse dal futuro Consiglio e dalla Giunta? Domande senza risposte, per ora. Poveri di tradizioni polistiiisiiaiiiiiitiit«iii*iiiii*ifiiiif«iiiiiaiiiii*itiiiifi tiche (l'assenza di un disegno a lungo termine fu causa principale del declino della Repubblica genovese, fondata su interessi mercantili), i liguri non hanno spiccata tendenza alla partecipazione nel « governo delle cose proprie», che il Cattaneo riteneva sinonimo di autonomia locale. Tanto meno a Ponente. La dialettica degli oratori, generalmente modesta, non si esercita sui programmi né sulla filosofia della nascente Regione. Lo scontro dei partiti ricalca i vecchi schemi, con scarse probabili: tà di mutamenti: Savona tinta di rosso (previsti due seggi per i comunisti, uno per i socialisti, due per i democristiani). Imperia bianca e conservatrice (due seggi alla de, uno ai liberali, uno al pei, sulla base delle «politiche» del '68). La competizione diventa spesso scontro di gruppi locali, o di candidati che rappresentano personaggi con maggiore prestigio. I democristiani del Savonese sono in gran parte seguaci di Russo, quelli dell'entroterra agricolo esteso nelle due province, sono fedeli a Lucifredi. A Imperia il partito socialdemocratico conta molto sul presidente dèll'E.P.T., Zanasso, vicino al ministro Preti. Il disimpegno sui temi di politica regionale è accentuato dalla diffusa facilità di vita, accertabile pur tenendo conto delle isole di sotto-occupazione nell'entroterra e della precarietà di alcuni settori savonesi. Il reddito medio individuale nella provincia di Savona è di 945 mila lire; supera largamente il milione nelle cittadine costiere arricchite dal turismo, autentica industria del Ponente, assieme alla floricoltura che in provincia di Imperia dà lavoro a 60 mila persone. Negli ultimi due anni le condizioni dell'economia savonese, piuttosto scossa, sono migliorate: risanata la « Servettaz-Basevi », salvati i cantieri del Mediterraneo e il Cotonificio ligure, le prospettive dell'occupazione e dello sviluppo tecnologico sono state rafforzate dal nuovo stabilimento Fiat di Vado Ligure. Nuove industrie Non si parla più di Genova in termini di concorrenza per qualche intervento statale. « La Regione dovrà stimolare l'aggiornamento delle strutture industriali esistenti, cominciando da quelle Iri », mi dice Angelo Carossino, ex sindaco di Savona, oggi segretario regionale del pei e capolista. « Una delle nostre condizioni per le intese sul programma della futura Giunta regionale è lo sviluppo di nuove produzioni industriali, diverse da quelle della tradizione savonese », afferma il segretario provinciale del psi, Alberto Teardo, capolista per le regionali. Non sopravvivenza ma rinnovamento di un impianto economico antico e j solido che minaccia di sgretolarsi per vetustà. E' il caso del turismo: « Non abbiamo bisogno di migliaia di nuovi posti-ietto. Dobbiamo utilizzare meglio quelli esistenti e rinnovarli, per creare le con-1 dizioni adatte a un turismo non soltanto balneare, più esteso e redditizio », dice il presidente dell'Ente provinciale del turismo di Savona, Giovanni Bono, candidato socialdemocratico. L'interesse per la Regione è più. vivo nell'area di Savona, dove il tessuto economico e sociale ha caratteri industriali: il porto e la rada dì Vado con gli stabilimenti nella piana retrostante, la città con l'antico nucleo di aziende siderurgiche e meccaniche in parte rinnovate, l'entroterra di San Giuseppe, di Cairo Montenotte e dì Cengio (gli stabilimenti Ferrania e Montecatini, la chimica e il carbone, i legnami, le vetrerie). Le Langhe alle spalle, il mare di fronte, e Genova a due passi. In quest'area il discorso sulle prospettive regionali ha alcuni temi ricorrenti. Uno, principale, quello della saldatura dei porti di Savona e Vado con le piane della Bormida, capaci cpzgpVdtpsnudmdcaLscAdpnddtasgnapI«qUrb | di attirare le industrie del j Nord assillate da esigenze di decongestionamento. Il sistema savonese assumerebbe la forma di una « L »: un'asta verso le Langhe, l'altra verso Genova. La rivalità secolare con Genova si sta lentamente dissolvendo, ma con riserva. « Dovremo arrivare alla formulazione di un programma che stabilisca che cosa si può fare. Finora Genova aveva favorito la programmazione teorica forzando la mano per ottenere dallo Stato quanto più poteva », osserva il segretario del psi Teardi. Genova ha fatto l'impossibile per costruirsi un « dannunziano porto dei petroli » (la definizione è del comandante Migliorini, presidente dell'Ente portuale savonese) benché a Vado fosse disponibile la rada protetta dalla natura, attrezzatole con spesa modesta per le navi cisterna di qualsiasi tonnellaggio. Ed ora Genova si prepara a costruire un'isola dei petroli al largo del suo porto. VE' programmazione regionale questa? » domandano i savonesi. Parco delle Alpi Diverso il quadro dell'area costiera che dal Savonese si allunga fino a Ventimiglia. Le industrie sono quasi assenti, con eccezione per il nucleo di Imperia: pastificio Agnesi, oleifìci, poche aziende minori. Il turismo rende più di cento miliardi l'anno, con forti concentrazioni di ricchezza lungo le spiagge della provincia di Savona, dotate di oltre 40 chilometri di arenili (11 milioni di «presenze» sui 24 dell'intera Liguria). Il Ponente si mostra unito nelle richieste fondamentali alla Regione elencate dal presidente della provincia di Imperia, Manfredo. Manfredi: « Primo impegno dovrà essere quello" del piano territoriale. Un passo concreto per superare gli antagonismi e distribuire con ordine le attività sullo scarso spazio disponibile. Noi vogliamo dalla Regione coordinamento e iniziative in tre settori: viabilità verticale (strade di Nava e del Roja, autostrada AlbengaGaressio-Ceva), spostamento a monte della ferrovia litoranea, aeroporto della Riviera di Ponente, già progettato ad Albenga. Ma non dimentichiamo il parco delle Alpi Marittime e la rivalutazione del paesaggio dopo un censimento delle bellezze naturali, la depurazione delle acque e la lotta agli inquinamenti. Questi gli impegni prioritari della Regione Liguria ». Mario Fazio i