Banditi con mitra assaltano una banca e prendono un bambino come ostaggio

Banditi con mitra assaltano una banca e prendono un bambino come ostaggio In cinque giorni quattro rapine a mano armata in città Banditi con mitra assaltano una banca e prendono un bambino come ostaggio Il padre coraggiosamente lo strappa dalle loro mani; fuggono con un bottino di cinque milioni - La seconda aggressione è avvenuta per strada a un gioielliere: gli portano via le valigie col campionario (40 milioni) e sparano per coprirsi la fuga - Terza rapina: rubato un camion da un garage; il proprietario che tenta l'inseguimento è respinto a rivoltellate - Una pettinatrice depredata nel negozio alla presenza delle clienti Quattro rapine in cinque giorni: un assalto a una ban-, ca, un gioielliere depredato del campionario, un camion di merce portato via con la minaccia di una pistola, una pettinatrice aggredita nel negozio. In due dì questi episodi, i banditi hanno fatto uso delle armi, per fortuna nessuno è rimasto ferito. La serie si apre lunedì: banditi armati assaltano l'agenzia della Banca Popolare di Novara in frazione Fornaci di Beinasco, tentano di prendere un bimbo in ostaggio, ma il padre glielo strappa di mano. Bottino, circa 5 milioni. E' la prima rapina a una banca nella nostra provincia dopo la cattura della banda Cavallero. Sono le 15,40, i rapinatori arrivano su una « 125 » blu. Uno resta al volante, tre si infilano passamontagna che lasciano scoperti soltanto gli occhi ed entrano nell'agenzia: uno impugna un mitra Sten, gli altri rivoltelle. Vi sono due clienti: Emilio Poi-' lo, 32 anni, che ha un'officina di elettrauto a pochi passi dalla banca e sua sorella Maria, 28 anni. Dietro al bancone siedono il direttore dott. Guido Brunatti, 48 anni, via Mercadante 90, che quindici anni fa ha già subito una rapina nella filiale di corso Regina; il cassiere Michele Robatti, 50 anni, corso Orbassano 227; gli impiegati Ferdinando Barateli!, 31 anni, via Gioberti 58; Giancarlo Milano, 25 anni, via Cristoforo Colombo 1/4; Alfredo Girardini, 42 anni, via Cimabue 1. Quest'ultimo non è di servizio, ma è venuto per una commissione con il figlio Mario di 7 anni. Il bandito con il mitra intima: « Tutti con le spalle al muro. Non fare storie, sarebbe peggio. E' inutile rischiare, tanto c'è l'assicurazione ». Voce decisa, accento settentrionale. Con un complice salta oltre il bancone, arraffa banconote dal box del cassiere e le infila in una borsa. Il complice punta la pistola alla tempia del direttore: « Dov'è la cassaforte? ». Quello con il mitra si volta di scatto: « Zitto, cretino. Guarda'piuttosto che sta entrando una donna ». E' Antonietta Prencipe, 29 anni, abitante a Beinasco in via Venezia 6. Arriva di fretta, perché teme che la banca stia per chiudere. Sulla soglia vede gli uomini armati, si volta e scappa gridando. Quello con il mitra, che sembra il capo, ordina al complice che sta minacciando il direttore con la pistola: « Filiamo. Prendi il bimbo come ostaggio ». Il piccolo Mario, che è lì addossato a una scrivania, le mani in alto come tutti, viene afferrato per un braccio e sollevato di peso. Alfredo Girardini si getta sul bandito e si aggrappa al figlio: « Prendete me, ma lui dovete lasciarlo stare ». Dirà più tardi: « Quando lo hanno preso, non ho capito più nulla, mi sono buttato avanti disposto a farmi ammazzare ».. Ora lotta con il rapinatore, riesce a strappargli il bimbo, gli fa scudo con il suo corpo. Ma non c'è reazione: la banda sa che ogni istante è prezioso, si infila nell'auto che scatta verso Torino. * * Il giorno dopo, martedì, quattro banditi, pistole alla mano, strappano il campionario a un rappresentante di gioielli: bottino quaranta milioni. Sono le 19,45 in corso Brunelleschi, davanti al numero 2. Giovan Battista Zanino, 44 anni, che abita con la moglie al numero 4, »archeggia la sua « 128 », scende, apre il baule e ne toglie due valigie. Sono piene di anelli e braccialetti di brillanti della oreficeria di Pietro Stecco, 41 anni, corso Francia 290. Poco distante, è parcheggiato un furgone Fiat, rosso, evidentemente in attesa. Ne scendono tre giovani che circondano il gioielliere. Racconta lo Zanino: « Mi hanno infilato la canna di una pistola tra le costole, nella schiena. Avevano i volti coperti da una fitta rete. Forse una maschera da scherma ». Una voce minacciosa sibila: «Molla la valigia e non fia tare. Questa è una rapina ». Il rappresentante indietreggia di qualche passo, cerca di guadagnare terreno. Ma uno dei rapinatori fa un balzo. Racconta Giampaolo Biesto, 22 anni, proprietario di una latteria al 6 di via Asunciòn: « Ho visto il' bandito strappargli le valigie. Poi si sono messi a sparare ». Due, tre colpi per terra. Vogliono spaventare lo Zanino, impedirgli ogni resistenza. * * Nella notte fra martedì e mercoledì, tefza rapina. Via Pozzo Strada 12, l'interno del garage sotterraneo « Mondlal », che ha due rampe per le auto: una d'ingresso, l'altra d'uscita. Sono le 2,30, una soltanto è aperta. Di qui scendono i due banditi. Sembrano Clienti. Il primo, sui ventanni, capelli lunghi, si avvicina al proprietario Nicola Monteriso, 50 anni, corso Bernardino Telesio 80: « Fate posteggio, qui? ». Il complice si è già inerpicato al volante di un camion. Ce ne sono altri, vuoti, ma ha scelto a colpo sicuro quello dell'ambulante Maria Di Prima, via Gianfrancesco Re 1: è carico di maglieria per tre milioni. Il Monteriso è stupito. « Che cosa fa? Scenda subito di lì ». Ma il primo rapinatore, per tutta risposta, spiana una pistola: « Non tt muovere o ti fulmino ». Frattanto il complice ha messo in moto il motore ed è uscito con il camion. Ora anche il bandito armato risale di corsa la rampa e lo raggiunge. Il Monteriso salta al volante della sua « 1100 » e tenta di inseguirli, ma appena sbuca -sulla,strada due vampate rompono l'oscurità e i proiettili gli sibilano vicini. Allora ridiscende e telefona alla polizia. Ma intanto il camion è già lontano. Giovedì mattina alle 11, rapina alla pettinatrice Laura Battìi, 30 anni, corso Traiano 5. Nel suo negozio, al n. 373 di via Nizza, entrano due giovani. Uno in tuta, uno in giacca. « Controllo del contatore », dicono e la sospingono verso la retrobottega. Racconta la gloyane: « Uno ha tirato fuori un oggetto luccicante, forse una pistola ». E' troppo emozionata per notare i particolari, consegna senza fiatare il portafogli che le chiedono. Contiene 110 mila lire. La Battìi . tenta di inseguire 1 banditi sulla sua « 500 », ma è confusa e, all'angolo con via Passo Buole, finisce addosso ad una « Simca ». Nulla di grave, ma' sta per svenire: bisogna portarla all'ospedale e praticarle una iniezione cardiotonica. Non ricorda i connotati dei banditi, né il tipo d'auto su cui sono /uggiti. Allarme alla « Volante » per telefono da un bar del centro: « Correte, c'è un uomo armato di mitra ». In pochi secondi una radiomobile è sul posto. Un cliente barbuto, con camicia a scacchi, che sta sorbendo il caffè, ha sottobraccio un pacco da cui spunta la canna di un'arma. Viene immobilizzato, si apre il cartoccio. Il mitra è un giocattolo. Ma il giovane ha la barba, è sospetto. Lo portano in Questura perché spieghi che cosa voleva fare. Si chiama Antonio Canimatta; via Vigliani 36. Voleva regalare il giocattolo al nipotino, spiega. Viene rilasciato. Il direttore e i dipendenti della banca di Beinasco durante il sopralluogo dopo la rapina - Mario Girardini: il padre lo ha strappato ai rapinatori

Luoghi citati: Beinasco, Novara, Torino