Vietcong col computer di Giorgio Fattori
Vietcong col computer La guerriglia in Indocina si modernizza Vietcong col computer Scoperto dagli americani in un « santuario » del Cambogia - Le forze comuniste sono bene organizzate: l'immagine del partigiano che combatte in bicicletta appartiene alla mitologia del passato (Dal nostro inviato speciale) Phnom Penh, 16 maggio. I marines sudvietnamiti sono a cinque chilometri da Phnom Penh, sulla superstrada numero uno che collega la capitale del Cambogia a Saigon. E' la più profonda penetrazione, dopo la spedizione fluviale sul Mekong, delle truppe del generale Tri. L'ordine è di non entrare a Phnom Penh per evitare nuovi incidenti con i nazionalisti khmer, ma nella capitale c'è un'atmosfera di euforia. Al centro di una turbinosa confusione dove sudvietnamiti, viet, khmer rossi e soldati cambogiani s'inseguono su un'area di un centinaio di chilometri, Phnom Penh rimane tranquilla, quasi con felice incoscienza. I cinema sono affollati, c'è anche un film con Rita Pavone. Comitive di vecchie americane, apparentemente all'oscuro di quanto sta succedendo, girarlo sui torpedoni a vedere i templi e a comprare souvenìrs. La moneta sta slittando rapidamente e a borsa nera il dollaro ha raddoppiato il valore in pochi giorni. Non c'è tuttavia penuria di viveri e quasi niente che ricordi la guerra, alla quale ormai si può andare con una gita in bicicletta. Pochi gli spari, molti gli episodi misteriosi. Sono scomparsi due giornalisti giapponesi partiti in taxi a curiosare fuori Phnom Penh. Dall'inizio delle operazioni i giornalisti di cui si sono perdute le tracce in Cambogia, presumibilmente catturati dai vietcong, sono venti. Si sono anche volatilizzati due battaglioni cambogiani che presidia¬ vano la città di Suen, sulla riva orientale del Mekong. All'aeroporto di Phnom Penh s'imbarcano profughi sudvietnamiti, in una baraonda di bambini e di ceste. Sono con loro alcuni missionari francesi che abitavano nei villaggi, ora svuotati dalle rappresaglie cambogiane e poi dagli attacchi vietcong. Parliamo con padre Marcel, che con gli altri va a Saigon. « I viet — dice — li vedevamo da oltre un anno nelle campagne. Passavano ogni tanto con i loro carichi di rifornimenti. Prima di maggio non molestavano i contadini e quando avevano bisogno di qualcosa pagavano. Tutti lo sapevano che i viet in Cambogia erano a casa loro, ma la polizia faceva finta di niente». - Il governo di Sihanuk (con gli stessi ministri ora al potere da soli) aveva anzi stipulato contratti commerciali con il Fronte nazionale vietcong, pagamento in sterline. La merce arrivava al porto di Sihanukville per ditte cambogiane e risaliva verso il confine con il Sud Vietnam. « La pista di Ho Ci-min, con il vietcong in bicicletta che porta nello zaino i rifornimenti per la guerriglia, fa parte della mitologia del passato — dice un osservatore occidentale — il materiale trovato nei " santuari " in buona parte non arrivava dal Nord, ma attraverso il Cambogia via mare ». Ora il porto di Sihanukville è bloccato dalla Marina americana (mille giunche perquisite in una settimana). I vietcong hanno perduto le riserve di confine, ma sembrano lo stesso molto forti e premono su quasi tutte le città cambogiane. Si accentuano così le contraddizioni di un conflitto in cui solo è chiaro che il Cambogia non può più tirarsi fuori. La superiorità tecnica degli americani ha raggiunto i primi obbiettivi dell'operazione Big one, ma come orga¬ nizzazione moderna i vietcong stanno dando delle sorprese. In un rifugio sotterraneo dei « santuari » è stato trovato un computer che serviva probabilmente per pianificare aiuti e azioni nelle basi viet. Anche per i piccoli partigiani in bicicletta la guerra è cambiata. Giorgio Fattori
Persone citate: Rita Pavone
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