Guerra di fantasmi in Cambogia di Giorgio Fattori

Guerra di fantasmi in Cambogia Scarsa l'attività militare, i vietcong evitano gli scontri Guerra di fantasmi in Cambogia Gli americani rastrellano i « santuari » di confine e sorvegliano le coste per bloccare i rifornimenti alle truppe comuniste -1 « viet » si ritirano: hanno subito dure perdite in materiale bellico e viveri, ma le loro forze sono quasi intatte (Dal nostro inviato speciale) Phnom Pelili, 15 maggio. E' cominciata'nei cuore del Cambogia la guerra dei fantasmi; potrebbe diventare un altro Vietnam. Le truppe americane e di Saigon combattono da quindici giorni sulla striscia di confine e paracadutisti della 9' divisione sudvietnamita presidiano qualche punto cruciale lungo il fiume. Nel resto del Paese il piccolo e inesperto esercito cambogiano, con vecchi camion cinesi e pochi mortai francesi, fronteggia con alterna fortuna un nemico che sembra dappertutto. Non esiste un fronte e a due ore d'auto dalla tranquilla Phnom Penh si può cadere in un'imboscata o trovarsi sotto il fuoco improvviso delle mitragliatrici viet. Molti villaggi sono saccheggiati e bruciati, nella regione di Bona due parroci francesi, sembra, sono stati fucilati dai vietcong. Comincia l'esodo dei contadini, l'interrogatorio dei sospetti, nelle campagne l'ex divino Sihanuk ha ancora molti seguaci e i Khmer rossi (da cinque a ottomila uomini) che fiancheggiano i vietcong entrano nelle case e fanno propaganda per trovare volontari e basi per la guerriglia. Il comando militare di Phnom Penh ha ripreso una discreta fiducia, ma i comunicati restano vaghi. La città di Kratìe. sì conferma oggi, è in mani vietcong. In altri punti •viene segnalata « un'eroica, ma sfortunata difesa » oppure, con strana formula, il « prudente assalto all'arma bianca ». Allo stadio sportivo della capitale si ammassano frettolosamerite le reclute per rafforzare un esercito di trentasettemila uomini che si oppone a cinquantamila vietcong e nord-vietnamiti addestratissimi. Nell'armata non vi sono state defezioni di rilievo a favore di Sihanuk, che i giornali di Phnom Penh definiscono ora « pappagallo di Pechino » e canzonettista a spasso (come noto, il principe si dilettava a comporre musica leggera). Tuttavia lo squilibrio di forze rimane notevole e si aspettano con ansia i limitati rifornimenti americani annunciati dal segretario della Difesa, Rogers. « Gli Stati Uniti debbono mandarceli subito — ha detto ieri il ministro cambogiano dell'Informazione — se non vogliono che facciamo la fine della Cecoslovacchia ». 1 sud-vietnamiti sembrano invece farsi poche illu¬ sioni sull'apporto militare di Phnom Penh, in linea con la tesi che non bisogna lasciare tanto presto il Paese. Con militaresca brutalità, il generale Tri, capo-spedizione dell'esercito di Saigon, ha affermato: «Quando vedono i vietcong, i soldati cambogiani se la fanno addosso ». Per ora si va avanti in clima di confusa incertezza: battaglioni viet che, ritirandosi, occupano altri territori, cambogiani che ora inseguono e ora sgomberano, sudvietnamiti non si sa sino a che punto disponibili per battersi in tutto il Cambogia. Alla periferia del nuovo dramma, gli americani setacciano i « santuari » di frontiera e pattugliano con le torpediniere le coste per bloccare il traffico d'armi dal Sud. La guerra lampo s'allarga a poco a poco, ma non ha ancora fissato i ruoli dei protagonisti. Giorgio Fattori

Persone citate: Rogers