Cima Vallona: condannati all'ergastolo quattro degli imputati (tutti latitanti)

Cima Vallona: condannati all'ergastolo quattro degli imputati (tutti latitanti) Concluso alla Corte d'Assise di Firenze il processo per la strage Cima Vallona: condannati all'ergastolo quattro degli imputati (tutti latitanti) Sono Norbert Burger, Peter Kienesberger, Herald Hartung e Heinrich Oberleiter, ritenuti «responsabili materiali» dell'eccidio nel quale persero la vita quattro militari italiani - Altre 14 condanne minori e 12 assoluzioni (Nostro servizio particolare) Firenze, 14 maggio. La Corte d'assise di Firenze ha condannato alla pena dell'ergastolo (con un anno di isolamento diurno ciascuno) i quattro responsabili materiali della strage di Cima VaUona, e cioè Norbert Burger, Peter Kienesberger, Herald Hartung e Heinrich Oberleiter, tutti latitanti. Ha condannato altri 14 imputati e ne ha assolti dodici. La sentenza è stata emessa dopo oltre dodici ore di riunione in camera di consiglio. Gli imputati, la. maggior parte di nazionalità austriaca, dovevano rispondere di numerosi reati tra i quali quello di strage e di attentato alla integrità territoriale dello Stato. Il pubblico ministero, La Cava, al termine della sua requisitoria, aveva chiesto quattro condanne all'ergastolo per ì maggiori imputati: Kienersoerger, Burger, Oberleiter e Hartung. Come è noto, nell'attentato a Cima Vallona rimasero uccisi quattro militari italiani e un quinto riportò gravissime ferite. Per gli altri imputati il rap presentante della pubblica accusa aveva chiesto condanne da 20 mesi a 30 anni. In particolare, per i due imputati in stato di detenzione, gli altoatesini Hans Jorg Humer e Karl Shafferer, il dott. La Cava aveva proposto rispettivamente 26 e 27 anni di reclusione per strage continua la, banda armata, vilipendio di cadavere. Il pubblico ministero propose inoltre, per Humer e Shafferer, l'espulsione dal territorio nazionale a pena espiata in base all'art. 235 del codice penale. La richiesta per l'imputata a piede libero, Maria Majr, di Bolzano, è stata di un anno e 8 mesi. Come già detto, il processo oltre alla strage di Cima ValIona (nella quale persero la vita il capitano dei carabinieri Francesco Gentile, il sottotenente Mario Di Lecce, il sergente Olivo Dordì e l'alpino Armando Piva e rimase ferito, con postumi di infermità permanente, il sergente maggiore Marcello Fagnani) riguardava anche altri atten¬ tati dinamitardi compiuti in Alto Adige: ordigni scoppiati o scoperti prima che esplodessero, in un armadio del palazzo di giustizia a Bolzano, il 3 agosto 1966; alla caseina della legione carabinieri (Bolzano), 27 febbraio '67; all'ossario dei militari italia¬ ni caduti durante la guerra 1915-18, a Malles di Burgusio 12 aprile 1967). L'elenco degli attentati cosi prosegue: nella sede degli uffici finanziari (Bolzano), 11 maggio 1967; al rifugio Venna (5 luglio 1967), dove era stata predisposta una « trap- pota » di mine nella quale poco mancò che fossero coinvolti un tenente colonnello dei carabinieri e un colonnello della gendarmeria austriaca; al palazzo della Regione Trentino-Alto Adige (Trento) 12 agosto 1967. Stamane, al termine dell'ultima udienza, la dottoressa Nora Beretta, del collegio della difesa, prima che il presidente dichiarasse chiuso il dibattito, aveva detto ai giudici: « Affido alla vostra giustizia questi imputati! ». Il presidente chiese, quindi, agli imputati detenuti, Shafferer ed Humer. e a Maria Majr, presente a piede libero, se avessero dichiarazioni da fare. Humer, ha detto: « Desidero dire ancora una volta alla Corte d'Assise di. Firenze di non avere agito per motivi di odiò ». g. c. Firenze. Gli imputati Karl SchaUerer, a sinistra, Hans Humer e, a piede libero, Maria Majr (Telefoto Ansa)

Luoghi citati: Bolzano, Firenze