Un poeta nel "lager"

Un poeta nel "lager" Il Festival di Cannes verso la conclusione Un poeta nel "lager" Il film polacco «Paesaggio dopo la battaglia» di Andrzej Wajda racconta l'esperienza di un deportato che neppure dopo la liberazione ritrova la speranza - Un'opera inglese, «La collana dei ranuncoli» (Dal nostro inviato speciale) Cannes, 14 maggio. La pratica insegna che dal mezzo in giù i festival cinematografici vanno a rotoloni. Con l'eccezione, speriamo, del film di Franco Brasati annunciato per domani, queste ultime pellicole interessano poco, si affollano come montoni per infilare l'uscita. Leggero come una galla, stolido come una zucca, noioso come la pioggia, l'inglese The fìuttcrcup Chains («La collana dei ranuncoli », da un romanzo di Tanice Elliott), storia — aggravata da una parentesi turistica in Ispagna e poi dal drammatico risvolto della morte di un bambino — degli amori promiscui di due coppie di giovani, promiscuità voluta da uno dei giovanotti, uri nepotuncolo di Oscar Wildc, che resta poi punito con le sue stesse armi. Il regista si chiama Robert Ellis Miller, viene dalla televisione e farebbe bene a tornarvi. Poco midollo, molta composizione, molta scenografia, un forte sospetto di radotage e antiamericanismo di dubbia lega si trovano nel film polacco Krajobraz po bitwie (« Paesaggio dopo la battaglia ») di Andrzej Wajda, che evidentemente non è più quello di Kanal e di Cenere e diamanti. Siamo nello scorcio del 1945, in un campo di prigionieri polacchi in Germania, appena liberato dalle forze alleate. Gli ex prigionieri fanno gran festa, ma non sciamano; trasportati in una vecchia caserma di SS, vi sono trattenuti come « sorvegliati », nell'attesa che la situazione si chiarisca. Alcuni si arrotano nei battaglioni polacchi formati di fresco, altri preferiscono continuare, dal più al meno, la loro vecchia vita di reclusi. Il più sprofondato in tale condizione, che è più dell'anima che del corpo, è Tadeusz, un giovane poeta e bibliofilo, che per effetto delle :;troci espcrienzc sopportate nel Lager, non crede di poter tornare mai più libero, ha ancora negli occhi i tedeschi, prova ribrezzo per ogni borghese germanico che incontra e non chiede che di esser lasciato in pace, con pochi libri, nel suo covo' di animale impaurito. Si prova a rianimarlo una giovane ebrea, Nina, fuggita dalla Polonia dove si trovava a disagio perché ebrea; si prova con tutta se stessa: ma Tadeusz (« Tadeusz 105 d com'egli amaramente ama chiamarsi con riferimento al suo marchio di prigioniero), essendo bloccato anche nei sensi, non le risponde. Poi la tragedia, che sembra dar ragione al giovane quando pensa che nulla è mutato, che nuovi dominatori hanno preso il posto dei vecchi: nel rientrare nel campo Nina è uccisa, con gesto macchinale, da una sentinella americana. L'angoscia di Tadeusz è ora così assoluta che lo rifa uomo: fissata la sentinella negli occhi, annichilendola, egli si fa via a tornare in Polonia con una carrettata di libri. Due momenti belli in un film alquanto imbottito di manierismo e fastidiosamente enfasizzato dalPaccompagnamento musicale: la scena spettrale, in principio, dell'illusorio sciogliersi di quello stato di prigionia, e la viscerale disperazione del protagonista intorno al cereo cadavere della povera ebrea. Ai margini della rassegna si è rivisto il vecchio Berlanga, una delle maggiori « rivelazioni » del cinema iberico del dopoguerra, che ha presentato Vivan los noviosl, storia tragicomica di un « mass-media » spagnuolo cui l'abitudine di dire sempre « sì » prepara un amaro destino. Per debito di cronaca, e riserbandoci di parlare del film in più riposata occasione, la c quindicina degli autori» ha esposto oggi l'ultimo film di Carmelo Bene, Don Giovanni. Domani, con gli ultimi film dell'Italia e della Francia (Elise ou la vinte vie e I tulipani di Haarlem si chiuderà la rassegna delle opere in concorso. Domenica sera, la premiazione. jjeo Pestelli Cannes - Michèle Mercier, madrina del Festival, e Kirk Douglas, giurato (Tel. Grazia Neri)

Persone citate: Andrzej Wajda, Carmelo Bene, Cenere, Franco Brasati, Grazia Neri, Kirk Douglas, Mercier, Oscar Wildc, Robert Ellis Miller

Luoghi citati: Cannes, Francia, Germania, Haarlem, Ispagna, Italia, Polonia