Gli studenti di oggi visti dai professori di Clara Grifoni

Gli studenti di oggi visti dai professori La parola a chi sta in cattedra Gli studenti di oggi visti dai professori Giudizi disparati : « Insegnare è un inferno » - « Fuori scuola ci diamo del tu » Un docente dell'Alfieri: «I ragazzi sono cambiati nella misura in cui è cambiata la società» - Un preside: «I giovani hanno le idee confuse» Seduta davanti a noi sul Torino-Savona sta un'anziana professoressa che, come molte pendolari, approfitta del viaggio per rivedere i compiti. Ogni poco scuote la testa. « Sono tanto asini? » le domandiamo. «Abbastanza». Poi, quasi suo malgrado, aggiunge: « Ma non è questo il punto " dolens ". Di asini ce ne sono sempre stati al liceo. Quello che trovo intollerabile, e non mi ci abituerò mai, è l'atteggiamento provocatorio, lo schiamazzo in classe, gli alunni stravaccati sui banchi, le alunne che si pettinano mentre spiego. Se Dio vuole, siamo all'ultimo mese di scuola e mi manca solo un anno alla pensione. Oggi, insegnare è un inferno ». Per aprii'e uno spiraglio su questo « inferno », appena intravisto fra due stazioni, abbiamo fatto un giro intorno alle cattedre (forzatamente limitato, quindi non determinante). Nella battagliata corso per la scuola, gl'insegnanti rappresentano la truppa di prima linea. E il grosso dell'esercito registra amare sconfìtte. Forse perché ha molti veterani nelle proprie file? « Non credo che la " mentalità superata " sia una questione d'età » risponde il prof. Carlo Ottino, docente di ruolo dal '56 e insegnante di storia e filosofia al liceo Alfieri di Torino. « Abbiamo professori giovani arroccati su posizioni tradizionali e vecchi professori che sanno cosa bolle in pentola: una forte esigenza democratica, un rifiuto totale di quell'autoritarismo e paternalismo che mascherano tanto spesso l'incapacità didattica. Gli allievi sono sempre stati buoni giudici. Capiscono subito quanto vale l'insegnante: se manca di dottrina e, soprattutto, di carica umana. Chiamiamola pure dedizione, amore, ma senza quella non c'è insegnamento valido ». Gli studenti d'oggi sono molto diversi da quelli di prima? « I ragazzi sono cambiati nella stessa misura in cui siamo cambiati noi e la società. Tutti i confronti col " prima " risultano sbagliati. Io, comunque, riesco sempre ad aprire un dialogo coi miei ragazzi. E badi: non mi faccio dare del tu, non adotto sistemi camerateschi. L'amicizia nasce dalla volontà di collaborazione del professore ». Grazia Giargia, 26 anni, incaricata di italiano e latino in un liceo scientifico milanese, dice: « Io sono arrivata a un compromesso coi miei ragazzi: ci diamo del " lei " in aula, del " tu " fuori di classe. Durante le gite scolastiche partecipo alle loro mattane, a volte succede persino che , li accompagni a ballare ». Tutto questo non intacca il prestigio dell'educatrice? « Per quanto mi riguarda, no. Mai i ragazzi si sono permessi di superare i limiti tacitamente stabiliti. Mi vogliono bene, mi mettono a parte dei loro problemi (ne hanno sempre tanti: più si sentono vivi, più sono agitati e dilaniati), stanno attenti alle lezioni ». Ed ecco un altro suono di campana: « I giovani d'oggi mostrano un disinteresse, anzi un'avversione per la cultura » afferma la prof. Vittoria Moccagatta, insegnante di storia dell'arte da 23 anni e da 14 al Gioberti, uno dei Licei classici più ribollenti della penisola. « Com'è noto, io sono tra i professori " contestati ", per ordine di quelli che strumentalizzano gli studenti. Ormai, dietro consiglio del preside, non cerco più d'imporre neanche un minimo di disciplina. Quelli che vogliono seguire la lezione si mettono davanti, gli altri fanno i loro comodi, vanno, vengono, fischiano o se l'intendono con le ragazze, che talvolta sono tremende. Non ne posso più. Se tengo duro è nella speranza di tempi migliori ». Ascoltiamo ora il prof. Gianpiero Bordino, un giovane ci fuori ruolo ii (come il 60 per cento dei professori italiani) e, anche lui, costretto ad adempiere all'obbligo delle 18 ore .settimanali, rimbalzando da una cattedra all'altra. Incaricato di storia e filosofia al D'Azeglio di Torino e allo Scientifico di Pinerolo e, sempre a Pinerolo, Incaricato di pedagogia e filosofia all'Istituto magistrale: «Non si tornerà mai, spero, ai sistemi repressivi che permettevano di ottenere il silenzio perfetto nelle classi. Ormai esiste un vuoto d'autorità che non si sa come riempire. A Pinerolo ci sono stati momenti caldissimi, ora però siamo abbastanza tranquilli ii. A Chieri, invece, contestazione addomesticata, secondo la prof. Clara Bovero, che tiene lezione d'italiano e storia in quell'Istituto Tecnico. « La provincia -è in gran ritardo sulla città. Niente capelloni. E I pochi cinesi che abbiamo, non danno fastidi. Però, sin dall'inizio, i professori sono stati solidali con gli alunni. Ma la crisi c'è, siamo in fase di grandi trasformazioni ». Usciranno da questa crisi insegnanti più aggiornati alla vita contemporanea? La domanda è rivolta al prof. Carlo Talenti, docente di pedagogia, filosofia e psicologia in una delle « fabbriche dei maestri u, l'Istituto Berti di Torino: « Parliamo piuttosto di maestre: su 1100 alunni, 900 sono donne e l'intero corpo didattico italiano è al 65 fter cento femminile. Premesso questo, diciamo che oggi come ieri la scuola non prepara gl'insegnanti a insegnare. Le mie ragazze sono più aperte, più libere e meglio informate- ma provengono dalle nuove medie che non hanno , funzionato per mancanza di professori idonei k Dunque, insegnanti volenterosi, ma, Salvo eccezioni, incerti, contristati e pessimisti. Al termine di questo excursus, 'diamo la parola a un preside (liceo Cavour), 11 prof. Luigi Vigliani: « La protesta si è esaurita — dichiara — gli studenti sembrano paghi delle concessioni ottenute e delle riforme promesse ». Tanto rumore, quindi, per quasi niente? « Certo, il movimento mirava a qualcosa di meglio, ma poiché nessuno si è assunto la responsabilità di dirigerlo, ha finito col disperdersi in iniziative frazionate. E molte chiacchiere. I giovani moderni hanno le idee confuse. Non sono affatto più maturi di quelli d'un tempo, come ha affermato l'ex- ministro Ferrari-Aggradi. Sono più precoci. La precocità genera squilibri e difatti negli studenti c'è questo squilibrio. Occorreva uno scrollone per rimetterli in sesto. L'hanno avuto e ora possiamo barcamenarci ». Clara Grifoni f

Persone citate: Alfieri, Carlo Ottino, Carlo Talenti, Clara Bovero, D'azeglio, Gianpiero Bordino, Giargia, Gioberti, Luigi Vigliani, Vittoria Moccagatta

Luoghi citati: Chieri, Pinerolo, Savona, Torino