Tafferugli, scontri e sassaiole in centro provocati da gruppi d'estrema sinistra

Tafferugli, scontri e sassaiole in centro provocati da gruppi d'estrema sinistra Per una manifestazióne contro "Pimperialismo americano,, Tafferugli, scontri e sassaiole in centro provocati da gruppi d'estrema sinistra I dimostranti armati di spranghe danneggiano auto in sosta e tentano di raggiungere il consolato degli Stati Uniti - Disselciano un angolo di piazza Solferino e lanciano le pietre sugli agenti - Alla prima carica si disperdono per riunirsi davanti all'Alfieri: qui abbattono paline e fuggono in via Cernaia proteggendosi con una sassaiola - In corso Galileo Ferraris ultimo scontro : fusti di bitume e materiali di un cantiere sparsi per la via - Una coppia di giovani invade un alloggio - Sei fermati; un funzionario e 5 agenti contusi Un corteo « contro l'imperialismo e l'intervento americano in Asia » e sfilato ieri per le vie del centro. Era organizzato dai gruppi estremisti di sinistra ed ha provocato scontri con la polizia nel pressi del Consolato americano, blocchi stradali e tafferugli nelle vie del centro affollate dal traffico del sabato pomeriggio. Sette dimostranti sono stati fermati; un funzionario e cinque agenti sono contusi. La dimostrazione non era autorizzata. Alle 17,30 circa 2500 persone (tra cui giovani del movimento studentesco e aclisti) si erano mosse da piazza Carlo Alberto verso via Roma precedute da una gigantesca bandiera rossa del gruppo « comunisti marxisti-leninisti ». Nelle prime file si agitavano decine di cartelli della ormai nota propaganda: « Lotta dura senza paura », « Il popolo vietnamita vincerà », « Governo italiano servo, padrone americano ». Inoltre ritratti di Mao e bandiere del Nord Vietnam rendevano pittoresca la sfilata. Guidava il corteo una « 500 » blu con altoparlante che scandiva slogans. I dimostranti sono passati per corso Vittorio, via XX Settembre, via S. Teresa. Pioveva. I giovani si sono raccolti in galleria S. Federico. Qui si sono fermati circa un'ora a sventolare bandiere e cartelli, tra 10 stupore e la preoccupazione dei passanti. Verso le 19 il corteo si è riformato: erano un miglialo, avevano l'intenzione di raggiungere 11 Consolato americano in via Al- fieri. Parecchi si erano armati di spranghe di legno e di ferro. I visi erano coperti da fazzoletti bagnati, una difesa contro gli eventuali gas lacrimogeni, ma anche un sistema per non essere riconosciuti dagli agenti. I dimostranti si dirigono lungo via S. Teresa bloccando li traffico anche nelle vie adiacenti. E' la confusione. Gli automobilisti spazientiti premono I clacson, 1 giovani rispondono con insulti e colpiscono con i bastoni una decina di auto, danneggiandole. I negozianti abbassano di furia le serrande. II corteo ridotto a 600-700 persone esce da via S. Teresa e sbocca in piazza Solferino. Gira attorno ai giardini a si trova di fronte a via Alfieri, bloccata da agenti con scudi di plastica e da carabinieri. Tutte le vie che portano al Consolato sono sbarrate da cordoni di polizia. Prima sosta, poi si scatenano 1 primi commandos di agiiati. Divelgono i cubetti di porfido e li scagliano contro gli agenti. Il vice questore dott. Voria ordina al trombettiere i tre squilli che annunciano la carica. Dinanzi alla corsa dei poliziotti 1 dimostranti si disperdono, abbandonano le bandiere. La forza pubblica ritorna in via Alfieri con i drappi raccolti sull'asfalto bagnato. Risultato del primo scontro: un passante, Alcide Padovani, piazza Bottesini 15, deve essere soccorso dagli agenti perché ha un labbro spaccato da una sassata. Un gruppo di dimostranti si avvicina urlando: « Nixon boia ». La risposta viene da una finestra del Consolato: gli impiegati gridano: « Viva Nixon ». Cinque ragazzi sui 12-14 anni consegnano agli agenti i loro caschi: « Ce li hanno dati per la dimostrazione, ma noi vogliamo tornare a casa». Non danno il tempo di chiedere altre spiegazioni e fuggono. Sono le 19,30. Un commando di fronte al teatro Alfieri abbatte paline segnaletiche e blocca la strada. Accorre un reparto di polizia guidato dal commissario Bellofiore. I dimostranti vengono di nuovo dispersi e fuggono verso via Cernaia proteggendosi con lanci di pietre. Il dott. Bellofiore è colpito da un sasso: guarirà in 15 giorni. Un cubetto di porfido finisce anche contro l'auto di Giovanni Dughera, 30 anni, che ha al fianco la moglie Fiorella. Erano stati bloccati dal parapiglia: se la cavano con spavento, ma nessun altro danno. Un altro nucleo di dimostranti si ricompone in via Meucci, ma viene subito raggiunto dalla forza pubblica. Alla vista degli agenti si spostano in corso Galileo Ferraris. Nella ritirata si trovano di fronte ad un deposito di attrezzi per lavori stradali. E' la scintilla che segna l'inizio dell'ultima e più violenta azione della giornata. Il commando si impadronisce di fusti di bitume, carriole, grossi tubi in calcestruzzo, mattoni. In pochi minuti il materiale viene sparso In un tratto di duecento metri. Interviene un reparto di agenti con 11 dott. Cuccorese. Mentre alcuni rimuovono gli ostacoli che bloccano il traffico, gli altri inseguono i giovani nelle vie laterali. All'Improvviso, una donna. Maria Pia Plolato, 38 anni, si affaccia sul portone di via Papacino 3 e uria: « Aiuto, aiuto. Due sconosciuti si sono barricati nella mia camera da letto ». Gli agenti accorrono nell'alloggio a pian terreno e trovano due giovani (maschio e femmina) na¬ scosti sotto il letto. Li convincono ad uscire e li portano in Questura. Sono le venti, la dimostrazione è finita. In mano agli agenti rimangono una quarantina di elmetti e un centinaio di bastoni er spranghe di ferro. Gli agenti Francesco Prisco e Giuseppe Leoni vengono ricoverati all'ospedale militare con ferite lacero contuse. Altri tre hanno riportato contusioni. I dimostranti fermati sono sette: quattro studenti. In piazza Solferino gli agenti rispondono con la carica alla sassaiola dei dimostranti: i disordini sono durati tre ore

Persone citate: Alcide Padovani, Bellofiore, Francesco Prisco, Giovanni Dughera, Giuseppe Leoni, Mao, Nixon

Luoghi citati: Asia, Nord Vietnam, Stati Uniti