Qualche cosa può cambiare dopo il "rapporto" di Nixon

Qualche cosa può cambiare dopo il "rapporto" di Nixon Nuova atmosfera nel "fronte interno,,? Qualche cosa può cambiare dopo il "rapporto" di Nixon Meno critici i giornali, un principio di dialogo fra il Presidente ed il mondo accademico, mentre si tenta di stringere i tempi in Cambogia (Dal nostro inviato speciale) Washington, 9 maggio. Durante la prima settimana, il successo delle operazioni-militari contro i « santuari » comunisti in Cambogia « supera le aspettative più ottimiste ». Negli accampamenti dei nordvietnamiti sono stati trovati « enormi depositi di razzi e di armi». Soddisfatto delle notizie di Saigon, il Presidente Nixon, nella conferenza stampa di ieri notte, s'è preoccupato soprattutto del « fronte interno », e ha compiuto un notevole sforzo per dissipare i risentimenti e i malintesi che l'intervento in Cambogia aveva suscitato soprattutto fra i giovani. Secondo ìe prime impressioni, questo sforzo ha avuto un certo successo. Nixon ha avuto buon gioco nel ricordare che, al momento del suo ingresso alla Casa Bianca, si trovavano nel Sud-Vietnam 525 mila soldati americani. Da quel giorno oltre centomila uomini sono già tornati a casa e altri centocinquantamila dovranno partire entro quest'anno. Il piano per trasferire nelle mani dei sud-vietnamiti tutto il peso delia guerra procede favorevolmente, ma la crisi politica in Cambogia lo aveva messo in pericolo. Se in questo paese i nord-vietnamiti e i vietcong avessero esteso e rafforza- to le loro basi lungo il confine, la posizione delle truppe americane nel Vietnam meridionale sarebbe divenuta insostenibile. Secondo Nixon, l'intervento contro i « santuari » al contine cambogiano, invece di contraddire ai principi del disimpegno militare, ne consente !a pratica attuazione. Nella peggiore delle ipotesi, saranno necessari alcuni mesi prima che i nordvietnamiti possano allestire altre basi logistiche; saranno mesi preziosi per preparare l'esercito di Saigon a sostituire le unità combattenti americane. Il Presidente ha cercato di dare tutte le possibili garanzie: ha rinnovato la promessa di ritirare i 150 mila soldati dal Sud-Vietnam, si è solennemente impegnato a far partire dal Cambogia, entro il 1" luglio, tutti i soldati americani, ha annunciato che altre eventuali operazioni militari in Cambogia saranno condotte solo dai vietnamiti, e ha ripetuto per l'ennesima volta di essere pronto, «a Parigi come in ogni altra sede, a ogni genere di compromesso, tranne quelli che impongano al popolo vietnamita soluzioni che esso non desidera ». Con questi argomenti Nixon spera di invertire la direzione dell'ondata emotiva che in questi giorni sta scuotendo l'America. Il Presidente s'è preoccupato soprattutto di isolare gli studenti estremisti dagli altri universitari con i quali intende impostare un dialogo aperto e sereno. Quando un giornalista gli ha chiesto se non si pentiva di aver chiamato bums, lazzaroni, i contestatori dei cumpuses, Nixon ha detto che per coloro che s'impegnano nella violenza e nel terrorismo questo termine « semmai, è fin troppo gentile ». Invece egli è pronto ad ascoltare i desideri e a soddisfare le esigenze del resto della gioventù. Nel novembre scorso i giornali avevano criticato Nixon perché, durante una solenne e dignitosa manifestazione pacifista dinanzi alla Casa Bianca, era rimasto a guardare una partita di football alla televisione. Stamani il Presidente si è invece presentato in mezzo ai dimostranti. Tutti i suoi assisten¬ ti sono a disposizione dei manifestanti per fornire loro tutte le spiegazioni che desiderano. Il Rettore universitario che Nixon ha ieri nominato suo consigliere ha l'incarico di tenerlo « pienamente e continuamente informato di ciò che pensa la comunità accademica ». Le proteste di questi giorni non sono state vane e Nixon sembra disposto ad aumentare, all'interno della sua amministrazione, l'influenza degli elementi più progressisti. Per Hickel, il ministro degli Interni che ha osato scrivergli una lettera di.dura critica, Nixon ha avuto parole di elogio e perfino di simpatia, mentre al vice-presidente Spiro Agnew ha ricordato una vecchia massima: « Quando l'ambiente si riscalda, raffredda la tua retorica ». In una conferenza improntata a un misurato, ma fermo ottimismo, Nixon è apparso davvero preoccupato solo quando un giornalista gli ha chiesto di parlare della crisi del Medio Oriente. Secondo il Presidente americano, la situazione è minacciosa e il Dipartimento di Stato sta esaminando « con estrema attenzione » le informazioni sull'attività dei piloti sovietici in Egitto. « Se queste informazioni si riveleranno esatte — ha aggiunto il Presidente — vi sarebbe un drammatico mutamento nell'equilibrio delle forze e gli Stati Uniti dovrebbero riprendere in esame la decisione di vendere aerei militari a Israele ». Le reazioni iniziali sembrano abbastanza positive. Nixon ha certamente offerto ai più ragionevoli tra i suoi oppositori validi motivi di riflessione. La grande manifestazione dei pacifisti a Washington si svolge ordinatamente e i due più importanti giornali americani, il Neil' York Times e la Washington Post, fino a ieri molto aspri contro il Presidente, prendono atto del suo mutato atteggiamento. Entrambi i giornali rivolgono agli studenti un appello alla calma. Gianfranco Piazzesì (A pag. 13: Centomila studenti alla Casa Bianca, di M*rio Ciriello).