A Firenze i piani di studio causano contrasti e denunce di Felice Froio

A Firenze i piani di studio causano contrasti e denunce Inchiesta nelle Università italiane A Firenze i piani di studio causano contrasti e denunce Si è dimesso al completo il consiglio di presidenza di Magistero - Studenti di Legge occupano la facoltà e sono denunciati alla Procura - A Medicina il preside dice: « Non mi aspettavo tanta responsabilità dai miei giovani » - Ad Agraria il preside dubita che le matricole siano in grado di scegliere le materie (Dal nostro inviato speciale) Firenze, 7 maggio. La nostra è « una università di punta », mi dice un giovane professore di ruolo, prima di cominciare a parlare dei piani di studio. Non a caso a Firenze sono nati due sindacati di docenti: l'Andu, l'Associazione nazionale docenti universitari, costituita da un gruppo di titolari di cattedra usciti dall'organizzazione dei professori di ruolo (Anpur); l'Afdu, la Associazione fiorentina docenti universitari, che è il sindacato degli assistenti. « C'è un consistente gruppo di professori — aggiunge — su posizioni avanzate, aperti alle nuove prospettive sociali e scientifiche degli atenei. Questo non significa che siano scomparse le baronie, tanto è vero che proprio quando si è trattato di applicare la legge sui piani di studio abbiamo assistito a due gravi episodi: le dimissioni del preside e del consiglio di presidenza della facoltà di Magistero e una denuncia alla procura della Repubblica per le agitazioni degli studenti ». ha due telegrammi A Magistero c'era da tempo un contrasto fra professori, perché una minoranza si opponeva alla nuova impostazione da dare all'ordinamento dei corsi. Le divergenze sono esplose quando è uscita la legge sui piani di studio. « Un gruppo di colleghi — dice il prof. Santoni Rugiu di pedagogia — prendendo a pretesto il fatto che quasi tutti i laureati di Magistero si orientano verso l'insegnamento, volevano rendere obbligatorie sette materie. La maggioranza, invece, sosteneva che lo studente, una volta informato dell'organizzazione dei corsi e delle finalità delle singole discipline, dovesse avere piena libertà di scelta. Il consiglio dì presidenza, che aveva il mandato di tradurre in pratica la legge sui piani di studio, si è visto smentito da questi colleghi ed è stato costretto a dare le dimissioni. Ancor oggi la facoltà è senza preside». Malgrado i contrasti, è stato applicato il criterio proposto dalla maggioranza: gli studenti hanno avuto la' possibilità di scegliere uno dei piani proposti o di predisporlo individualmente. « La risposta degli studenti — continua il prof. Santoni — i è stata positiva. Per Magistero la liberalizzazione ha rappresentato un fatto clamoroso: la facoltà, vecchia di cinquantanni, isolata e sottosviluppata, si è aperta e i nostri studenti sono ora sullo stesso piano degli altri». Il consiglio della facoltà di Giurisprudenza, di fronte alle diverse interpretazioni della legge, invia al ministero un quesito per sapere se un insegnamento biennale sia sostituibile da uno annuale. Il ministero risponde negativamente, poi con un secondo telegramma precisa che la prima decisione « non pregiudica le autonome determinazioni del consiglio di facoltà cui la legge demanda ogni responsabilità sull'approvazione dei piani di studio ». Tra un telegramma e l'altro gli studenti si agitano e decidono di occupare la facoltà. Convinti da alcuni professori, recedono dalle loro intenzioni ma si astengono dagli esami e dalle lezioni. Un po' di confusione, senza incidenti. In assenza del preside, il decano, preoccupato dell'atteggiamento degli studenti, informa il rettore il quale manda al Procuratore della Repubblica una lettera denunciando i fatti che, a suo parere, « sono probabilmente da attribuire a dissensi sull'applicazione della legge sui piani dì studio ». L'istruttoria è in corso e il preside è già stato ascoltato d^l magistrato. Un professore commenta: « Quale codice configura reato l'astensione degli studenti dagli esami e dalle lezioni? Tuttavia non è da escludere la sorpresa di qualche rinvio a giudizio ». Medicina e diritto In questo clima di tensione il consiglio della facoltà prende le sue decisioni. Anzitutto stabilisce, in polemica con l'interpretazione del ministero, la sostituzione di un insegnamento biennale con uno annuale e questo consente la riduzione degli esami da 26 a 21. Poi limita a cinque le materie irrinunciabili: diritto costituzionale, privato, penale, procedura civile, procedura penale. «La nostra deliberazione molto liberale — afferma il preside Paolo Frezza — è stata presa a ragion veduta. Volevamo verificare il comportamento degli studenti posti di fron¬ te ad un'ampia libertà. Ecco i risultati: su 1000 iscritti abbiamo avuto 800 piani di studio e l'800'a dei giovani hanno esercitalo consapevolmente il diritto di scelta e la sostituzione delle materie. Devo aggiungere che il 90"'i degli studenti hanno confermato, pur avendo la possibilità di sostituirli, gli insegnamenti biennali di diritto positivo: si è invece verificata una fuga dalle materie storico-culturali ». Gli studenti di Medicina hanno sorpreso il loro preside Vittorio Chiodi: «Negli ultimi anni più volte mi sono lamentato del comportamento dei miei studenti; in occasione dei piani di studio si sono riscattati. Non mi aspettavo tanto, senso di responsabilità: i giovani hanno capito che la professione di medico implica una preparazione seria. Siamo stati ripagati dello fiducia accordata. Prima ai prendere una decisione il consìglio di facoltà aveva ascoltato gli studenti riuniti in assemblea e già in questa circostanza avevano mostrato molto equilibrio ». Questo iniziale atteggiamento degli studenti non aveva però influito su un gruppo di professori che volevano lasciare quasi immutato l'ordinamento degli studi. Dopo una lunga discussione, il consiglio di facoltà ha stabilito di richiedere 16 materie obbligatorie, lasciando agli studenti libera scelta per le altre 11. Dei 2100 iscritti, 1049 hanno presentato un piano coerente; nei casi di proposte non convincenti gli studenti hanno accolto i suggerimenti dei professori. « Abbiamo anche accolto — dice il preside Chiodi — la richiesta di quelli che hanno inserito nel piano diritto amministrativo perché è bene, che un medico conosca questa materia ». ti preside della i facoltà di Agraria, Generoso Patrono, non è molto convinto della legge sui piani di studio, né della capacità degli studenti, soprattutto delle matricole, di impostare un piano: « Uno studente nato in una località marina non è in grado di preparare un corso di studi forestale, perché non conosce le piante ». Mi fa il suo caso personale: « Io, laureato in ingegneria, sono venuto qui per specializzarmi in agraria forestale. Non distinguevo una quercia da un limone, come avrei potuto preparare un piano di studi? ». Il consiglio di Facoltà ha richiesto 16 materie irrinunciabili per il corso di Agraria e 15 per quello Forestale; su 700 studenti soltanto 370 hanno presentato un piano. Il preside ritiene che gli studi debbano essere rinnovati ascoltando i suggerimenti di chi svolge una quotidiana attività professionale. F quercia o limone? Dei 2674 studenti di Scienze, la metà ha presentato un piano. Secondo il preside Enzo Ferroni, gli studenti hanno scelto bene, ma sono emersi dei problemi che risalgono da un lato alle scarse informazioni dei giovani, dall'altro alla struttura della facoltà che ha sei diversi indirizzi. « Evitando di influenzare i giovani — dice il preside — abbiamo chiesto di indicarci la futura professione, per individuare le loro prospettive e quindi consigliarli ad inserire nei piani quelle materie più rispondenti alle loro esigenze culturali o professionali. Così alcune materie come psicologia, pedagogia, che potevano apparire arbitrarie o evasive, sì giustificano per coloro che hanno dichiarato di voler intraprendere la via dell'insegnamento. Com'è apparsa appropriata la scelta di diritto industriale e di economia aziendale per quelli che intendono inserirsi nelle industrie ». A Lettere e Filosofia la legge sui piani di studio è giunta dopo un deciso rinnovamento dei corsi e quindi ha avuto scarse conseguenze; gli studenti già avevano la possibilità di scegliere certi insegnamenti, emarginandone altri. I piani di studio inseriti in un contesto rinnovato non hanno posto parti¬ colari problemi; infatti soltanto il 40 per cento dei 2500 iscritti hanno presentato un piano. « In questi piani — afferma il prof. Elio Conti — abbiamo notato molta serietà e l'orientamento verso studi impegnativi ». Il presidente dell'Associazione docenti universitari, prof. Giorgio Spini, dichiara: « La legge sui piani di studio rappresenta la rottura di quelle strutture rìgide che risalgono a De Vecchi e danno allo studente la responsabilità e la libertà di scegliere la sua preparazione culturale. Ma la liberalizzazione non va lasciata a metà, deve essere portata avanti se vogliamo un effettivo rinnovamento degli studi. Perché non diventi un fatto meccanico di scelta tra materie, è necessario discutere anche il rinnovamento della didattica, adeguandola ». Felice Froio

Persone citate: Chiodi, De Vecchi, Elio Conti, Enzo Ferroni, Generoso Patrono, Giorgio Spini, Paolo Frezza, Santoni, Santoni Rugiu, Vittorio Chiodi

Luoghi citati: Firenze, Magistero