Caudillo in Messico di Angela Bianchini

Caudillo in Messico Caudillo in Messico Sempre attuale il libro delPamico di Pancho Villa Martin Luis Guzmàn: «L'ombra del Caudillo», Editore Mursia, pagine 277, lire 2800. Narrativa mexicana de hoy: prologo, selección y notas de Emmanuel Carballo, Alianza Editorial, Madrid, pagine 268, 50 pesetas. L'ombra del Caudillo di Manin Luis Guzmàn risale a più di quarant'anni fa, ed è tuttavia libro profondamente attuale nella misura stessa in cui sono attuali la cupidigia del potere, gli intrighi, i complotti che preparano e compiono non una rivoluzione, bensì una ribellione di tragica e breve durata. Esso rillette quella condizione di molenda ancora drammaticamente viva in tante parti dell'America Latina. Guzmàn, messicano, intellettuale del gruppo deil'« Ateneo de la juventud », ex compagno di Pancho Villa, scrisse L'ombra del Caudillo a Madrid, dove s'era rifugiato, nel 1929, un anno dopo avere portato a termine il suo capolavoro, L'aquila e il serpente, a quanto mi risulta, sino ad oggi non tradotto in italiano. Con queste due opere, a cui deve aggiungersi il romanzo di Mariano Azuela, Los de abajo (Quelli di sotto), del 1916. la letteratura messicana, sino allora timida e tradizionalista, « passa le frontiere e s'internazionalizza». Proprio con la rivoluzione che scuote il Messico dal 1910 al 1920 ha inizio, infatti, quel « grande affresco rivoluzionario » che finisce per abbracciare tutte le attività intellettuali, dalle lettere alla pittura, al cinema, con risultati destinati a prolungarsi anche al di là della rivoluzione stessa. Azuela e Guzmàn, entrambi ex rivoluzionari, scrivono opere dinamiche, aspre, « dedicate al documento personale o alla difesa di posizioni partitarie ». Infatti, come, osse* va Emmanuel Carballo nella sua ottima prefazione alla letteratura messicana d'oggi, « nel momento stesso in cui il movimento militare o'politico respinge o accantona i veri intellettuali », questi « si vendicano ponendolo a nudo o riducendolo alle sue vere proporzioni ». L'aquila e il serpente ha per sfondo il momento più cruento della rivoluzione, fra il 1913 e il gennaio 1915, ed è la testimonianza appassionata di un uomo ormai profondamente amareggiato. « Terribile epoca », esclama Guzmàn, « questa nostra, in cui ì turti, gli assassini servivano a segnare il passaggio del tempo. La rivoluzione, nobile speranza nata quattro anni prima, correva il pericolo di perdersi nella menzogna e nel delitto ». La menzogna e il delitto diventano la regola dieci anni dopo. L'ombra del Caudillo, ambientato nel 1927, al tempo degli intrighi del presidente Obregón, il « Caudillo », rinnovando i terribili interrogativi di violenza, si trasforma in una requisitoria contro la dittatura: è questo il tema da cui il guatemalteco Miguel Angel Asturias trarrà il suo libro più famoso, Il signor Presidente, tecnicamente più complicato ma dell'opera messicana assai meno efficace. (t Questo si che è un rivoluzionario di prima categoria... sincero, forte. Che cosa non avrebbe fatto Emiliano Zapata se avesse potuto con¬ tare su quattro uomini così! ». esclama uno dei personaggi, ignobile strumento di soprusi, brogli e attentati. Sotto accusa è posta anche « la cosiddetta opinione pubblica... voce di classi codarde... civicamente avvilite... che si limita ad intervenire nella lotta come il pubblico negli incontri di pugilato: aizzando i contendenti ». « In Messico il suffragio non esiste: esiste la lotta violenta di gruppi, che bramano il potere, spalleggiati, a volte, dalla simpatia popolare. Questa è la vera costituzione messicana; il resto è pura farsa ». Sono queste le accorate parole della vittima del libro, del protagonista stesso, generale Aguirre che, pur essendo relativamente onesto, si trova a condurre anch'egli una spietata campagna elettorale contro il suo avversario, un altro generale, Jimenez, protetto dall'onnipotente « Caudillo ». Agli inizi, i candidati fanno ancora uso di armi politiche più o meno legali: il ricatto, le accuse reciproche, le rivelazioni scandalistiche. Poi, la maschera democratica cade e si succedono gli attentati ai membri del Congresso, gli eccidi nel Congresso stesso, e, infine, l'imboscata al gruppo di Aguirre, falsamente accusato di ribellione, l'esecuzione di Aguirre e dei suoi fedeli e il trionfo del rivale e del « Caudillo ». Dice Carballo: « Il potere si trova dietro la morte dell'avversano e dura il tempo giusto perché gli amici si tra: sformino in nemici ». Stringato, scorrevole, non privo di suspense e di abili scorci, L'ombra del Caudillo possiede, in effetto, una caratteristica sua: il senso funereo del tempo a venire, destinato a capovolgere le ambizioni sfrenate e a portare l'esecutore al posto di colui che ha appena finito di giustiziare. Angela Bianchini

Luoghi citati: America Latina, L'aquila, Madrid, Messico