Brecht sotto chiave

Brecht sotto chiave Un'assai discutibile biografia Brecht sotto chiave Molte fonti devono aprirsi, molta gente deve parlare Frederic Ewen: « Bertolt Brecht. La vita, l'opera, i tempi », ed. Feltrinelli, pagine 466, lire 3500. Quasi cinquecento pagine e, in una nota preliminare, la dichiarazione: « Il mio lavoro si basa su un'analisi di materiale inedito conservato nell'archivio brechtiano, a Berlino Est... ». L'interesse di chiunque si occupa di Brecht, di fronte alla mole della monografia di Frederic Ewen e all'assicurazione dell'uso di fonti inedite, è legittimo. In Italia non mancano titoli sull'argomento: esistono almeno tre buone opere di carattere generale, di John Willett, di Martin Esslin, di Paolo Chiarini, oltre a un gran numero di contributi parziali, alcuni dei quali molto notevoli, come i Tre saggi su Brecht di Sergio Lupi; per giustificarsi, la presentazione di questo grosso lavoro dell'autore americano doveva colmare gravi lacune, offrire nuovi punti di vista sull'uomo e sull'opera. Ma non occorre procedere molto nella lettura, per vedere che non è così. Già i primi capitoli mostrano che, quanto a inediti, si è ridotti a poco o nulla. In un linguaggio di una semplicità disarmante, si ricapitola, riassume, ripete, molto spes-, so con lunghe citazioni, quanto è già noto o arcinoto. I luoghi comuni si accavallano; le inesattezze sono innumerevoli, alcune incredibili: come quella che fa derivare una delle liriche di Goethe più famose, Ueber alien Gipfeln, da un'opera goethiana intitolata I Vagabondi di Nachtlied. quando si tratta di una poesia che ripete il titolo di una precedente, Canto notturno del Viandante. Altrettanto amena è la traduzione del verso che chiude il prologo premesso da Brecht all'Istitutore di Lenz, dove la parola tedesca « Misere », miseria nel senso più ampio dell'espressione, viene resa con « Miserere », e su questa interpretazione si continua per più pagine. La distruzione cù Hiroshima in seguito all'attacco nucleare americano viene datata 6 agosto 1942; la Chausseestrasse, la notissima via in cui abitò Brecht nel periodo- del suo soggiorno a Berlino Est, diventa la Schaussestrasse; Gèitter uber Gottland, un dramma di E. Welk messo in scena da Piscator, non è Tempesta su Gottland, ma, più fantasiosamente, Tempesta sul paese dei barbari. Forse queste e altre perle si trovano soltanto nell'edizione italiana; la debolezza del la- voro nel suo complesso, in ogni modo, non risulta meno avvertibile. I dati biografici, quando non sono inesatti, sono quelli, triti, che si continuano a rimestare da vent'anni; si sa da un pezzo, ormai, che la vita di Brecht fu molto più singolare, mossa, contraddittoria, di quella che si continua a stringere nello schema Augusta-Monaco, Berlino, Esilio, Ritorno. Ewen non dice quasi nulla che già non si conosca: ma un mio conoscente, che sta raccogliendo materiali di prima mano, vagliando testimonianze, interrogando superstiti, mi ha anticipato scoperte che correggeranno, e di parecchio, il ritratto di maniera che oggi siamo costretti ad accettare. Un dogmatico che affermava: «La nostra speranza è nelle contraddizioni », un dubbioso che riusciva ad avere certezze solo se le condiva di ironia, un metodico che si sentiva a suo agio solo nel disordine, uri cinico che aveva il culto dell'amicizia, un mi- sogino perpetuamente circondato da donne: quanto diverso da quello corrente sarà il Brecht che conosceremo, una volta schiuse fonti ora ferocemente (l'avverbio è da prendere alla lettera) custodite, resi noti epistolari clandestini, pubblicati diari, testimonianze, che convenienza, timore, scrupoli, tengono ancora celati. Bisogna fare luce sul periodo forse più interessante, quello della formazione, prima che gli ultimi testi scompaiano; lo stesso vale, e la ricerca qui è ancora più diffìcile, delicata, per il periodo '45-'56, noto solo attraverso versioni ufficiali o autorizzate. I capitoli dedicati alla lirica, alla teoria del dramma e della recitazione, alla musica, alla concezione del realismo, alla poesia didascalica, sono più deboli di quelli a carattere biografico; spesso non sono neppure accettabili i riassunti delle opere. Giorgio Zampa

Luoghi citati: Berlino, Berlino Est, Italia, Monaco