Intervista a Mariotti sai caos delle mutue
Intervista a Mariotti sai caos delle mutue Il ministro in risposta a Donat-Cattin Intervista a Mariotti sai caos delle mutue Primo motivo di sconcertante sorpresa: in Italia ci sono 54 milioni di abitanti e addirittura 74 milioni di mutuati - A questo si debbono aggiungere abusi, disservizi e accumularsi di debiti - Il progetto di riforma cosmlai mpmcozm(t1inaocmdlcdbopqssfleridnj c; b! c1 gbcmsugtssngdbdnrdrslj dj p[ r| n| poèd(Nostro servizio particolare) Roma, 30 aprile. Si - può. o non si può realizzare al più presto il sistema sanitario nazionale? Fino dal 1964 quest'esigenza è stata accolta nei programmi di centro-sinistra e poi nel piano economico quinquennale. Il ministro della Sanità, Mariotti, lo ha riproposto1 nel primo Consiglio dei ministri del nuovo governo; ieri ' il ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale, DonatCattin, ha detto, invece, che per realizzare la riforma occorrono ancora « parecchi anni ». La dichiarazione di DonatCattin ha suscitato scalpore al ministero della Sanità. Mariotti ha chiesto una riunione collegiale di governo che affronti il dissenso e definisca una linea impegnativa per tutti. La questione, dice Mariotti, è urgente. Se le mutue non pagheranno regolarmente le rette, fra due-tre mesi gli ospedali non potranno più funzionare. Al ministro Mariotti abbiamo chiesto che cosa proporrà alla riunione di governo. Una condanna totale Lei esclude assolutamente che le mutue possano ancora svolgere un ruolo positivo per la difesa della salute? Mariotti: « Sulle mutue le infinite esperienze di questi anni hanno condotto ogni parte politica, medici, lavoratori e la stragrande maggioranza della società nazionale a pronunciare una sentenza di condanna assoluta e totale. E' strano che autorevoli personaggi politici, che pronunciano ed esprimono di continuo propositi profondamente innovatori a ogni e qualsiasi livello strutturale, si erigano poi a difensori del sistema mutualistico ». Si è detto spesso, in altre occasioni di dissidio tra ministro della Sanità e della I Previdenza Sociale, che que- i st'ultimo, difendendo le mutue, difende parte delle sue prerogative: ritiene che sia ancora cosi? Mariotti: « Il pettegolezzo I opolitico non m'interessa. Io posso, invece, rifarmi alla realtà. In Italia la legge speciale sull'adozione non funziona, perché molti istituti nascondono i bambini agli adottanti per continuare a percepire le rette. In campo sanitario c'è una situazione analoga. Nel vuoto dell'intervento pubblico si sono allargate le competenze della Croce Rossa e delTOnmi, sono nati migliaia d'istituti speciali e di cliniche private, tutti ruotanti attorno all'assistenza caritativa e mutualistica. realizzazione del servizio sanitario nazionale, il solo che può difendere la salute preventivamente, spezzerà anche tutta la vasta rete clientelare ». . .1 pPuò fare esempi concreti? I eMariotti: « Dò una cifra che j tSptudtzcdtOs intervenire con 470 miliardi: i soldi, come si vede, vanno vìa in misura sempre maggiore -ma le mutue, nonostante le colossali spese continuano a offrire una carentissima assistenza sanitaria ». Tutti contro le mutue Come pensa che si possa avviare la riforma? Mariotti: « Alla riunione dei ministri chiederò il finanziamento effettivo e controllato degli enti ospedalieri, la ristrutturazione della rete dei poliambulatori, la creazione delle unità sanitarie locali. Sono misure indilazionabili e che rappresentano il superamento del sistema mutualistico. Nessuno più può sostenere le mutue, se non allineandosi con il conservatorismo più ottuso il quale è rimasto il solo a difendere un'istituzione che appartiene a un mondo ormai lontano e contro il quale si sono schierate le confederazioni del lavoro, i medici d'ogni categoria e vaste masse, popolari. Questi sono i fatti, che nessun discorso, seppure abile, può riuscire a svuotare dì un contenuto serio e conforme alle esigenze del nostro tempo ». Giulio Mazzocchi chiarisce tutto: in Italia, in ossequio al sistema mutualistico, si assistono circa 70 milioni di cittadini, mentre la popolazione non raggiunge i 54 milioni; questo perché molte persone sono iscritte a più d'una mutua. Cercare di mantenere le mutue a tutti i costi, rovesciandone le disgrazie e le responsabilità sull'aumento delle rette ospedaliere (tra l'altro, in cuesto momento ancora ferme al livello 1967) è un modo che non inganna né distrae nessuno ». L'imminente aumento fino al 50 per cento delle rette ospedaliere non le pare eccessivo? Mariotti: « In questo momento i soli ospedali lombardi sono creditori di 60 miliardi dalle mutue e per non chiudere devono prendere soldi in prestito. Gli interessi bancari da pagare gravano ormai sugli ospedali italiani per SO -100 miliardi l'anno; questo non dice niente ai sostenitori delle mutue? Sono somme che basterebbero a fornire gli ospedali di quelle apparecchiature di analisi e di diagnosi necessarie per ridurre i tempi di ricovero in ospedale e far diminuire di centinaia di miliardi l'anno le uscite ospedaliere ». Il ministro del Lavoro ha j comunque sollevato un pro; blema di costituzionalità, per! che l'art. 117 affida alle Re1 gioni i compiti sanitari di base. Mariotti: « Nessuno di noi, che da anni studia il problema ha mai parlato del Fondo sanitario nazionale come di un metodo centralizzato di gestione dell'assistenza sanitaria del Paese. Anzi, sono stati predisposti un meccanismo di decentramento regionale e forme dr controllo per garantire che l'Italia non vada tutta in ospedale. Il rimborso delle rette agli ospedali, ù - parte del Fondo sanitarie- nazionale, deve essere rapportato alla quantità della popolazione da assistere in modo di evitare, come si verifica col sistema attuale, che molti si facciano ri"svernare" e sì j dimettano dall'ospedale ai j primi raggi di sole primave[ rile. Il decentramento sul pia| no regionale è giusto e op| portuno dal punto di vista organizzativo e operativo, ma è anche sacrosanto il dirittodovere del Ministero della I i I onerare per .1 poter, far sospendere tutte te I erogazioni sanitarie. Appena j tre anni fa lo Stato dovette Sanità di avere tutte le com- jpetenze in materia, per poter tracciare le linee generali di una seria politica, che va tradotta in leggi-quadro, da sottoporre al Parlamento ». Resta il problema del finanziamento della riforma. Mariotti: « Un giornale ha calcolato in oltre 1200 miliardi il deficit che il sistema mu tualìstico avrà a line anno Occorrerà comunque pagarlo, salvo che qualcuno pensi di i
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