Queste le attese di Alessandria posta al centro del "triangolo"

Queste le attese di Alessandria posta al centro del "triangolo" L'Italia verso la riforma regionale Queste le attese di Alessandria posta al centro del "triangolo" La provincia si sente piemontese ma « aperta a Lombardia e Liguria » - I prossimi dieci anni sono decisivi - Dovranno portare all'espansione delle attività portuali di Genova e Savona nella pianura alessandrina, al decentramento di attività da Torino e a una maggiore presenza di Milano (Dal nostro inviato speciale) Alessandria, 30 aprile. In base ai calcoli dei partiti gli alessandrini dovrebbero inviare alla futura assemblea regionale piemontese sei o sette consiglieri: due democristiani, due comunisti, un socialdemocratico del psu, un socialproletario dello psiup e, forse, se il gioco dei resti sarà favorevole, un socialista del psi o un liberale. Tra i democristiani hanno molte probabilità di essere eletti il presidente della Provincia avv. Angelo Armella e il segretario provinciale del partito avv. Adriano Bianchi di Tortona; per i comunisti, i due eletti dovrebbero essere l'ex vice sindaco di Alessandria Luciano Raschio e il geom. Domenico Marchesotti. « Tutti han pompato » Gli esponenti politici dèlia de, del psi, del psu e del pri con i quali abbiamo parlato sono orientati per la costituzione di un governo regionale di centro-sinistra quadripartito, non temono un ipotetico « imperialismo di Torino » e sperano che, con la buona volontà di tutti, si riuscirà ad evitare « il sorgere di contrapposizioni provinciali ». Collocata al centro del « triangolo industriale » formato da Torino-Milano-Genova, la provincia di Alessahdria ha stretti rapporti anche con Savona da una parte e con Pavia e Piacenza dall'altra. « Questa posizione — dice l'assessore socialista alla Programmazione del Comune di Alessandria, Claudio Simonelli — ci consente di svolgere un ruolo particolare come area dì cerniera e di rap presentare nella regione piemontese la coscienza della necessità di aperture interregionali ». Non tutti concordano con questa impostazione. Per esempio, il capo ufficio studi della Camera di Commercio Carlo Taverna si esprime, a titolo personale, in questi termini; « Alessandria è stufa di sentirsi dire che è al centro del triangolo industriale. Finora tutti hanno pompato energie piuttosto che darci possibilità di sviluppo ». Si tratta di uno stato d'animo in parte giustificato dai fatti: la provincia ha una popolazione « statica » da anni e la città di Alessandria ha oggi lo stesso numero di abitanti che aveva nel 1908; esistono zone industrializzate a Casale, Valenza, Alessandria, Tortona e Novi a fianco di vaste aree nel Monferrato, nell'Acquese e nell'Ovadese dove la caratteristica principale è « una diffusa povertà »: i a pendolari » che si « guadagnano il pane » nelle industrie di Torino sono migliaia. Il futuro dovrebbe portare all'espansione delle attività portuali di Genova e di Savona nella pianura alessandrina, al decentramento di attività da Torino e ad una maggiore presenza di Milano. I prossimi dieci anni saranno decisivi per l'armonico sviluppo della Provincia ed i problemi da affrontare enormi. « Per non ripetere gli errori fatti in altre zone — dice il presidente della Provincia, Angelo Armella — bisogtm prepararsi in tempo. Noi siamo la prima provincia piemontese che porterà alla Regione un piano per l'assetto del territorio provinciale ». (Il segretario del pei, Carlo Pollidoro, nega la validità di questo piano in termini aspramente polemici: « Si sotio vergognati' — dice — di portarlo all'approvazione del Consiglio provinciale»). Socialisti, socialdemocratici e repubblicani esprimono invece un parere positivo. Le «aree attrezzate» Gli alessandrini forniranno alla Regione anche un esempio di aree attrezzate per favorire l'installazione di industrie. Il Comune di Alessandria ha acquistato oltre 150 ettari nelle località di San Michele e di Spinetta Marengo ottenendo, come primo risultato, la nascita di uno stabilimento Michelin, in corso di costruzione, che dovrebbe dar lavoro a 500-600 persone entro il 1971 pe- raggiungere un massimo di 2 mila. I comunisti criticano anche que sta iniziativa: « Hanno impegnato — dice l'ex vicesindaco Raschio — troppe risorse municipali in questa operazione trascurando altre esigenze cittadine. Più che acquistare aree bisogna controllare gli investimenti ». « Per favorire il decollo di Alessandria — replica il segretario de Adriano Bianchi — occorrono aree attrezzate. I risultati parlano: è arrivata la Michelin e ci sono domande di un'altra decina di aziende ». Le disponibilità di manodopera alessandrina consentirebbe una forte e rapida espansione industriale? Qui, come nelle altre province che abbiamo sinora toccato, non esistono dati precisi e ci si basa su opinioni a volte contrastanti. Il segretario dei repubblicani, Renzo Bruno, in base alla sua, esperienza personale di conduttore di un'azienda agricola, afferma: «Non si trovano dipendenti ». Il sindaco socialista di Casale Luigi Tartara dichiara: « Il Casalese sta uscendo dalla condizione di area depressa e la manodopera non è abbondante ». La manodopera Il presidente della Camera di Commercio Luigi Diario definisce « grave il problema del reperimento della manodopera in alcune zone ». Tutti però soggiungono: « Esistono tuttavia territori nell'Acquese, nel Tortonese e nell'Ovadese con un elevato numero di addetti all'agricoltura». Ma anche per quest'aspetto mancano indicazioni certe e aggiornate sull'età dei contadini e sull'ef- fettiva possibilità di reimpiego in attività industriali. La conoscenza esatta di questi ed altri dati, in tutto il Piemonte, sembra uno dei compiti ai quali la Regione dovrebbe dedicarsi subito, utilizzando gli ottimi istituti di ricerche sociali che già esistono. Oltre al rilancio industriale, temi centrali per gli alessandrini sono le comunicazioni e il riassetto dell'agricoltura attraverso lo sviluppo di forme cooperativistiche non solo di produzione ma anche di commercializzazione dei prodotti e di trasformazione. Sull'agricoltura pone, in particolare, l'accento il segretario del psu Dario Ortensia. L'autostrada Voltri-Sempione (entro maggio cominciano gli appalti per il tratto VoltriOvada) dovrebbe arrivare ad Alessandria entro il 1972 e proseguire rapidamente per Casale, onde raggiungere, nel 1975, il Lago Maggiore a Gravellona. Sergio Devecchi