Un facile successo (3-1) dei nerazzurri a Verona

Un facile successo (3-1) dei nerazzurri a Verona 'Inter sorpassa la Juventus Un facile successo (3-1) dei nerazzurri a Verona Sempre aperto il «caso Mazzola»: il giocatore ha avuto un colloquio col presidente Fraizzoli - Nessuna indiscrezione a conferma delle «voci» sul possibile trasferimento della mezz'ala dal nostro inviato Verona, lunedì mattina. Stanca partita di fine torneo che, comunque, è stata ben utile all'Inter, specie se si tiene conto del difficile momento attraversato dai nerazzurri. I milanesi si sono imposti nettamente per 3 a 1 (e lo scarto avrebbe potuto essere ancora più consistente), confermandosi al secondo posto in classifica (e da soli, visto il pareggio della Juventus); non solo ma si sono avvicinati a quei famosi quaranta punti in graduatoria che faranno scattare il « premio speciale » Una vittoria, insomma, che proprio ci voleva per rasserenare l'ambiente persin troppo turbato dalle critiche; l'insuccesso con V Anderlecht, forse perché così inatteso, aveva messo la squadra in una delicata situazione. Sì sa come vanno le cose in determinate circostanze, le voci si accavallano e si sommano a ritmo vertiginoso. Venerdì e sabato pareva di non essere lontani dall'assurdo, proprio come se buona parte dei giocatori neroazzurrì avesse davvero l'intenzione di chiedere d'essere messa in vendita. Nulla serve di più, per placare le acque, di un breve periodo di calma, illuminato per di più da un successo sonante. Non tutto è rose e fiori, naturalmente. C'è, per esempio, lo spinoso « caso Mazzola ». Il giocatore, ieri mattina, ha chiesto un colloquio con ■ il presidente per uno dei prossimi giorni. Fraizzoli ha preferito parlare subito. I due si sono appartati. Che cosa si sono detti? Entrambi i protagonisti della amichevole chiacchierata si sono mantenuti piuttosto sulle generali nelle rivelazioni ai cronisti. E' certo però che Mazzola ha esposto con fermezza il stio stato d'animo che è lo stato d'animo di un atleta il quale, ogni volta che scende in campo a S. Siro, ha paura di essere implacabilmente « beccato » dal pubblico al minimo errore. La mezz'ala neroazzurra ha anche chiesto di venire trasferita? La risposta è dubbia. Interpellato sull' argomento, Fraizzoli se l'è sbrigato con un testuale: «Non mi risulta ». Mazzola, dal canto suo, ha invece sottolineato che il presidente gli ha rivolto il consiglio di pensarci ben su, prima di prendere una decisione. L'uno e l'altro, infine, hanno comunicato che, in questa settimana, vi sarà vn incontro risolutivo, sul cui esito peserà, secondo logica, l'opinione di Heriberto Herrera, il quale, dal canto suo, parlando con i giornalisti ha difeso a spada tratta il giocatore. E veniamo ora, in breve, alla gara di ieri. L'Inter si è presentata senza Cella e senza Facchetti, con Landini « libero » e Guarneri « stopper ». Il Verona festeggiava Maddè per la centesima partita in gialloblù. Arbitro il torinese Trono, uno dei principali protagonisti, non foss'altro che per una concezione tutta sua nel giudizio sulla gravità dei falli commessi in area di rigore. I neroazzurrì andavano presto in vantaggio, all'8' con un gran tiro al volo di Corso e raddoppiavano al 28' grazie ad un penalty trasformato da Boninsegna. Nulla da eccepire sulla validità tecnica della punizione, soltanto c'era da osservare che al 6' l'arbitro se n'era stato ben zitto in un'analoga azione, quando il neroazzurro Landini aveva falciato in area Mascetti. Al 35' il Verona riduceva le distanze. « Mani » di Burgnich, evidente. Il lapalissiano rigore veniva concesso. Tirava Maddè ed era il 2 a 1. Nella ripresa poco di elettrizzante; l'Inter trotterellava con la sufficienza di chi sente la gara in mano. Mascetti, al 10', respingeva di pugno in piena area (era di nuovo rigore, ma l'arbitro riteneva di no, come in un altro paio di occasioni sorvolava con disinvoltura su altrettante cariche subite da Boninsegna in area). Gioco lento, nel caldo « stroncagambe » di un afoso pomeriggio. Qualche azione brillante di Jair, in un campo, e di Toro dall'altro. Al 30' un cambiamento: usciva lo zoppicante D'Amato che veniva sostituito da Ranghino. Al 40', terzo gol dell'Inter. Bertini avanzava sulla sinistra e crossava al centro, irrompeva Mazzola che, di testa, infilava in rete. Fischio finale. Neroazzurrì moderatamente soddisfatti, veronesi nemmeno poi tanto dispiaciuti. Il presidente interista Fraizzoli era molto disteso. Dichiarava: « Prometto per il prossimo torneo una squadra da scudetto ». Gli chiedevano: « Con o senza Mazzola? ». Fraizzoli dribblava la domanda con un sorrìso. Il « caso» — ripetiamo — è ancora da risolvere. Mazzola vuol proprio andarsene? Pare di sì. Cederlo? Ma a chi. per non subire la facile accusa dei tifosi di aver fortificato un diretto avversario per il titolo? E con chi sostituirlo? Un doppio interrogativo al quale i dirigenti milanesi devono trovare valida risposta magari tenendo conto pure di un'altra domanda che, dal più al meno, suona così: « E' vero che pure Suarez vorrebbe andarsene, magari trasferendosi al Cagliari? » Gigi Boccacìni Verona: Pizzaballa; Mascalaito, Sirena; Ferrari, Batistoni, Mascetti; D'Amato (dal 75' Ranghino), Maddè. Clerici, Toro, Bui. 12° De Min. Inter: Vieri; Burgnich, Bedin; Bertini, Landini, Guarneri; Jair, Mazzola, Boninsegna; Suarez, Corso. 12" Girardi; 13° Vanello. Arbitro Trono di Torino.

Luoghi citati: Torino, Verona