Viaggia appeso sotto il treno e arriva con i piedi straziati

Viaggia appeso sotto il treno e arriva con i piedi straziati Tragica odissea di un disoccupato in cerca di lavoro Viaggia appeso sotto il treno e arriva con i piedi straziati E' padre di 6 figli, era partito da Milano per andare a Cuorgnè - Non ha i soldi per il biglietto, si aggrappa al carrello - Scoperto a Porta Nuova privo di sensi • « Dottore, mi salvi, non posso restare mutilato. Ho visto i miei bambini piangere per la fame » Nel suo letto al Maurlzìano, Domenico Ottelli delira: « Dottore, mi faccia guarire. Non posso restare mutilato ». E' l'uomo di 40 anni trovato sabato sera appeso al carrello di un treno, a Porta Nuova, con le gambe straziate. Dice il dott. Platanla: « Per ora, nessuna amputazione. La circolazione sanguigna appare quasi normale, non c'è pericolo immediato di cancrena. Ma può darsi che domani sia necessario tagliare ». Aggiunge, con una sfumatura d'ammirazione nella voce: « Un coraggio eccezionale. Non si è lasciato sfuggire un gemito, durante le medicazioni ». Domenico Ottelli: una vita di coraggio e di sventura. E' nato ad Artogne, in provincia di Brescia, abita a Dro in via Sant'Antonino 12 con la moglie e sei figli. Il più grande ha tredici anni. Qualche settimana fa, Domenico, operaio, resta disoccupato. A quarant'annì non è facile trovare un altro lavoro. Altri, più giovani e robusti, gli passano davanti. Esaurite le sue poche eco- nomie, prende il treno per Milano con gli ultimi sptcctolt. Ma neanche nella grande città ha fortuna. Da un giorno non mangia, quando decide di raggiungere Cuorgnè dove un congiunto, Franco Albanese, potrà forse aiutarlo. Ma non può pagarsi il biglietto. La notte dì sabato, entra nella stazione. Alle 23,30 c'è un direttissimo per Torino. Riesce a insinuarsi sotto l'ultimo vagone: tra le balestre delle due coppie di ruote c'è un vano, di circa un metro, dove è possibile insinuarsi. E' la nicchia dei clandestini! ci vogliono coraggio e nervi d'acciaio, uno scossone può provocare una caduta mortale. Puntuale, il treno st muove fischiando nella notte gelida. Poco dopo luna è a Porta Nuova. Gli agenti della polizia ferroviaria compiono il consueto controllo. AUa luce delle torce, notano una macchia vermiglia che si allarga tra le ruote dell'ultimo vagone. Gocce pesanti continuano a cadere: nella nicchia, c'è il corpo dell'Ottetti. Privo di sensi. Un'ambulanza lo porta al MauTiziano: ha i piedi straziati, è quasi assiderato, respira a fatica. Riapre gli occhi mentre lo medicano, sussurra qualche frase. AUa stazione di Chiavasse il treno non ferma, passa a centoventi chilometri l'ora. Ma l'operaio sa che in questa stazione deve cambiare, per raggiungere Cuorgnè. Probabilmente spera che il convoglio rollanti: si prepara a lasciarsi cadere tra le rotaie. Tioppo tardi si accorge che questo vorrebbe dire la morte. . Orinai è sbilanciato, le gambe j toccano la massicciata che sfug- i ge vertiginosamente sotto di lui J le pietre come lame taglienti scor ] ticano, lacerano e strappano. So¬ | lo con uno sjurzo disperato delle braccia riesce a riportarsi nella nicchia e a resistere, lottando contro il dolore per non perdere i sensi. Per fortuna mancano pochi chilometri. Solo quando il treno rallenta, tra le luci della stazione, si lascia andare. « Il vento gelido della corsa notturna — dicono i medici — ha impedito l'emorragia, coagulando il sangue sulle ferite. Altrimenti, forse non avrebbe resistito ». Ora Domenico Ottelli soffre senza un lamento. Gli parliamo in un momento di quiete, dopo un'ìnizione di morfina. Dice: « Se guarisco, aiutatemi a trovare un lavoro. Ho sei figli ». Poi, dopo un istante: « Li ho sentiti piangere, perché avevano fame ». Domenico Ottelli in ospedale, rischia l'amputazione dei piedi

Persone citate: Domenico Ottelli, Franco Albanese

Luoghi citati: Artogne, Brescia, Cuorgnè, Dro, Milano, Torino