Forse tre spie liberate da Bonn per spianare la strada a Brandt di Tito Sansa

Forse tre spie liberate da Bonn per spianare la strada a Brandt Il Cancelliere otterrebbe così il consenso a fermarsi a Berlino Ovest Forse tre spie liberate da Bonn per spianare la strada a Brandt Il ministro dell'Interno smentisce la voce fantasiosa: «Sarebbe un precedente pericoloso: troppe persone si metterebbero a fare l'agente segreto» - Stamane ripresi i colloqui preparatori: unico scoglio all'incontro con Stoph è il « no » di Pankow al soggiorno del capo del governo federale nell'ex capitale dal corrispondente Bonn, lunedi mattina. Se la Germania federale rilascerà le tre spie arrestate la settimana scorsa a Bonn e Colonia, la Germania comunista sarebbe disposta a chiudere un occhio sul fatto, che Willy Brandt, dopo il «vertice intertedesco » con Willi Stoph, passi per Berlino Occidentale. Così sì diceva ieri in certi ambienti politici di Bonn. Il rilascio delle tre spie — Irene Schultz, del ministero della Ricerca scientifica; Liane Lindner, tenente del Servizio segreto della Germania comunista; Heinrich Wiedmann, ex presidente del Tribunale di Bielefeld — dovrebbe insomma servire a spianare la via al primo incontro tra i capi di governo delle due Germanie. Nella capitale federale tutte le voci in merito sono state smentite. Tanto il ministro degli Interni, Hans Dietrich Genscher, quanto il segretario di Stato alla giustizia, Hermann Maassen, come il giudice istruttore Franz Dierks e l'avvocato Hans Dahs, difensore degli accusati di spionaggio, hanno detto di non avere notizia che l'Unione Sovietica e la Germania comunista abbiano proposto concessioni di natura politica in cambio della liberazione del trio di agenti segreti. Il ministro degli Interni, Genscher, responsabile della sicurezza in Germania, ha anche ammonito a stare in guardia contro «pratiche troppo affrettate nello scambio delle spie ». Altre persone potrebbero essere indotte a dedicarsi al servizio segreto, con la certezza di venire liberate dopo poche settimane di detenzione. Mercoledì il problema verrà discusso durante una riunione di tutti i ministri degli Interni dei Laender della Germania. «Attività spionistica e attività politica — secondo Genscher — appartengono a due settori completamente diversi, che' non bisogna mescolare ». Per quel che riguarda il probabile «vertice intertedesco », messo in pericolo dalla pretesa di Pankow che il cancelliere Willy Brandt non faccia sosta a Berlino Occidentale, Genscher ha detto iersera alla radio della Saar che « la Germania comunista è interessata all'incontro e non dovrebbe mettere pietre sulla strada che porta all'incontro». Con ottimismo, dopo il pessimismo dei giorni scorsi, si è pure espresso il segretario dal partito socialdemocratico, Hans Juergen Wischnewski. In un'intervista alla radio ha detto ieri che la Germania comunista non può far cadere il programmato incontro Brandt-Stoph, dato che tutti i Paesi del blocco comunista, a cominciare dall'Unione Sovietica, attendono con interesse il primo colloquio intertedesco dal quale si ripromettono il consolidamento della pace in Europa. « Tanto più incomprensibile sarebbe il fallimento — ha detto Wischnewski — se esso dovesse dipendere da quisquilie procedurali». Dalla Germania comunista, intanto, continuano i massicci attacchi contro Bonn. «Neues Deutschland », organo del comitato centrale del partito comunista della Germania Orientale, ha pubblicato domenica un articolo di fondo nel quale viene ripetuto che la presenza di Willy Brandt a Berlino Ovest sarebbe provocatoria. « Il cancelliere federale — è detto nell'articolo — non ha nulla da cercare a Berlino Occidentale, e soprattutto non deve svolgervi alcuna attività ». Secondo «Neues Deutschland», Berlino Occidentale non è un Paese governato dalla repubblica federale, per cui la presenza di Brandt nell'ex capitale è « un atto provocatorio, contrario al diritto internazionale ». In quest'atmosfera nervosa dove si mescolano pessimismo e fiducia, riprendono stamane a Berlino Est i colloqui tecnici tra la delegazione governativa di Bonn e quella della Germania comunista per preparare l'incontro «storico» Brandt-Stoph. L'affare delle spie — si dice negli ambienti governativi — è fuori discussione. Il problema è sempre e soltanto quello dell'itinerario che Brandt seguirà all'andata e al ritorno. Questa sera, probabilmente, si saprà se il colloquio tra Brandt e Stoph avrà luogo. « O prima di Pasqua o mai » scrive un giornale. Tito Sansa