Un discorso di Malagodi sul futuro del liberalismo

Un discorso di Malagodi sul futuro del liberalismo Al convegno ideologico di Reggio Emilia Un discorso di Malagodi sul futuro del liberalismo « Alcune novità — ha detto il « leader » del pli — contengono elementi positivi e il compito più urgente della battaglia liberale è di valorizzare tutti i fattori che abbiano un seme di liberalismo » - Polemica con « l'Osservatore Romano » sul divorzio dal nostro inviato Reggio Emilia, lunì mattina. I lavori del convegno di studi liberale, promosso dal Centro Luigi Einaudi di Roma e dalla rivista della gioventù liberale « Energie Nuove », si sono conclusi ieri con un applaudito discorso del segretario nazionale del pll Giovanni Maiagodi. Egli si è tenuto volutamente al di sopra « dei sassi e dei tossi della politica quotidiana» per spingere lo sguardo più avanti onde individuare compiti e prospettive dei liberali negli « Anni Settanta ». Si è soffermato prima sulle cose che i liberali devono respingere: « Dobbiamo dire decisamente di no a un tipo di liberalismo per notabili o per paesi ricchi. Abbiamo ti dovere di rifiutare le posizioni conservatrici di chi teme che aggiornare ed inventare sia tradire l'idea liberale. Con la stessa energia respingiamo il para-collettivismo di chi pensa che se il mondo va in una certa direzione è vano e inutile irrigidirsi. Rifiutiamo, infine, gli atteggiamenti libertari astratti che diventano, per reazione, totalitarismo strumentalizzato da chi punta al collettivismo o dai movimenti di estrema destra». Quindi Maiagodi ha indicato alcune linee d'azione liberali per il futuro. «Alcune novità — ha detto — contengono elementi positivi ed il compito più urgente ' della battaglia liberale è di valorizzare tutti i fattori che abbica no un seme di liberalismo ». Premesso che « la presenza dello Stato come agente economico non può più essere marginale» il segretario del pli ha soggiunto: «Richiedere organizzazioni diverse da quelle di una volta non vuol dire rinunciare completamente all'economia di mercato che deve essere invece conservata e ammodernata ». Maiagodi ha ribadito che « devono essere respinti tutti gli eccessi di massificazione » per salvare i valori individuali che la società moderna tende a soffocare. Ha anche indicato alcuni « valori » che si sono affievoliti e che « vanno riconquistati » quali: la patria, la famiglia, l'umanità, le prerogative degli individui, la solidarietà, la disciplina, lo spirito di sacrifìcio: «In questa battaglia il liberalismo può avere un ruolo di punta ». Accennando alle « alleanze politiche » ha detto: « Mettiamoci a confronto con le altre forze politiche senza complessi di inferiorità e senza mutuare il loro linguaggio. Sforziamoci di enunciare con la massima chiarezza le nostre posizioni in difesa di valori che appartengono a tutti, anche a coloro che oggi li rifiutano ». Al termine del discorso, ai giornalisti che lo interpellavano sul commento dell'Osservatore Romano al suo articolo sulla « Indipendenza politica del cattolico Kennedy », Maiagodi ha dichiarato: « L'Osservatore Romano perde persino la memoria. Solo così si spiega che possa sostenere che "nessuna fonte estranea allo Stato" abbia mai dato istruzioni politiche a uomini pubblici italiani. Noi invece ne ricordiamo tutta una serie: dalla "operazione Sturzo" al veto contro i primi tentativi di centrosinistra su cui lo stesso Moro disse che conveniva "non sollevare il velo"; dai colpi di regolo sulle dita di Sceiba e di Fanfara, sino alle richieste detta Commissione Episcopale Italiana che si istituisca. nello Stato italiano, il referendum abrogativo e lo si applichi al divorzio, per non parlare della recentissima pretesa della "Civiltà Cattolica" di partecipare addirittura ai lavori del Senato ». Concludiamo con una curiosità. Durante le repliche di ieri agli oratori intervenuti nel dibattito ideologico sul liberalismo, uno dei relatori, il prof. Giovanni Sartori, preside della facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Firenze, ha ipotizzato la possibilità di impiegare calcolatori elettronici per dare risposte razionali amene su temi politici. Il consigliere di Stato on. Valitutti, lo ha interrotto per chiedere: « Una decisione del Consiglio di Stato potrebbe essere presa dall'elaboratore? ». Il prof. Sartori ha risposto: « Sì, sarebbe possibile». Sergio Devecchi

Persone citate: Fanfara, Giovanni Maiagodi, Giovanni Sartori, Kennedy, Luigi Einaudi, Malagodi, Sartori, Sergio Devecchi, Sturzo, Valitutti

Luoghi citati: Reggio Emilia, Roma