Armani vince, grande gara di Gimondi (con Gianni Motta fedele «gregario»)

Armani vince, grande gara di Gimondi (con Gianni Motta fedele «gregario») Gli italiani protagonisti della Genova-Nizza Armani vince, grande gara di Gimondi (con Gianni Motta fedele «gregario») Al fuoriclasse bergamasco, dominatore sulla dura salita del Col de la Madone, è mancato il guizzo conclusivo - Motta ha collaborato a proteggere la fuga del compagno di squadra - Adorni attardato da una foratura dal nostro inviato' Nizza, lunedì mattina. Primo Armani, secondo Gimondi, quarto Michelotto alle spalle del danese Mortensen sul traguardo della Genova-Nizza: un completo trionfo italiano anche se, per inquadrare nella sua giusta proporzione questa affermazione collettiva dei nostri corridori, ci sarebbe voluta la vittoria del campione più famoso, sconfitto invece allo sprint dal più modesto Armani. Si aspettava Gianni Motta nella Genova-Nizza, ed è invece salito prepotentemente alla ribalta un Gimondi ricco di energie e di voglia di vincere, certamente il miglior Gimondi che si sia mai visto a quest'epoca della stagione. Al fuoriclasse bergamasco, autentico dominatore sulla dura salita del Col de la Madone, è mancato soltanto il guizzo finale sul rettilineo d'arrivo del lungomare nizzardo per garantirsi quel trionfo a cui il suo comportamento gli avrebbe dato diritto. Armani, che aveva resistito molto bene agli Imperiosi allunghi di Gimondi In salita, sfruttando poi la potente azione del bergamasco in discesa e negli ultimi chilometri in pianura verso 11 traguardo, ha accortamente approfittato della situazione sulla dirittura di arrivo imponendo il suo scatto superiore: 11 parmigiano ha saltato abbastanza agevolmente lo stesso Gimondi dopo averlo costretto ad Iniziare per primo la volata. Niente da eccepire sul successo del ventinovenne corridore della Scic, al quale tuttavia non si fa torto assegnando a Gimondi il ruolo di protagonista n. 1 della corsa. Armani, facendo valere la sua superiorità allo sprint nei confronti del leader della Salvarani ha comunque riscattato in parte la sfortuna che ha colpito il suo capitano Adorni, messo fuori gioco da una foratura sul Col de la Madone, quando era ancora al comando della gara insieme allo stesso Gimondi. La Genova-Nizza ha avuto 11 suo episodio decisivo nella discesa sull'Aurella dopo la deviazione attraverso la salita di Gorra, Imposta dalla frana nella galleria della Caprazoppa. In quel momento era in fuga lo spagnolo Ocana, scattato pochi chilometri dopo il via da Genova. Per la caduta dell'emiliano Jottl, 11 plotone si è rotto in due lasciando all'avanguardia una pattuglia di una quindicina di uomini comprendente fra gli altri Gimondi, Adorni, Poulldor, Armani, Michelotto, Denti, Aimar e Mortensen. Questa avanguardia si è lanciata all'Inseguimento di Ocana raggiungendolo prima di Alassio, mentre nel gruppo Motta si rassegnava a lavorare per Gimondi insieme agli altri gregari della Saivarani. I soli Plngeon e Agostlnho con le rispettive squadre tentavano di organizzare l'Inseguimento, ma gli sforzi di questa minoranza venivano soverchiati dalla « non collaborazione » del compagni di Gimondi, di Adorni e di Poulldor. Tanto è vero che al passaggio del confine italofrancese, prima di dirigersi verso la tortuosa strada del Col de la Madone, i fuggitivi avevano ormai tre minuti di vantaggio. Sulle prime rampe della salita è scattato Mortensen che è passato in vetta con 45" di vantaggio su una pattuglia che andava man mano riducendo 11 suo effettivo sotto la spinta possente di Gimondi. In discesa il danese, ex campione del mondo del dilettanti, ha affrontato male una curva ed è caduto consentendo a Gimondi e ad Armani, scatenatisi rischiando la pelle sul ripidi tornanti a picco sul mare, di raggiungerlo. La corsa era ormai ridotta a questi tre uomini: Poulldor, Aimar e lo sfortunato Adorni erano ormai staccai issimi. Nel finale Gimondi ha aumentato ancora 11 ritmo cercando di scrollarsi di dosso i due rivali rimasti con lui, ma Armani e il danese hanno caparbiamente resistito annullando la speranza del fuoriclasse bergamasco. Gianni Pignata