E' un rischio impostare la squadra una formazione "tipo Cagliari,,
E' un rischio impostare la squadra una formazione "tipo Cagliari,, E' un rischio impostare la squadra una formazione "tipo Cagliari,, L'esclusione di Salvadore suscita polemiche - Mandelli ha dato comunque prova di serietà - Sempre attuale il problema delle punte I ventidue ver il Messico I sono scelti, la squadra, in- j vece, è tutta da stabilire. Potrà essere impostata su stile e nomi tradizionali — salva la ormai famosa esclusione di Salvadore — oppure venire rivoluzionata. La duplice possibilità offre un vantaggio ai tecnici. Da oggi al 3 giugno, data dì Italia-Svezia a Toluca, molte cose varìeranno, compresa la forma dei giocatori. Mandelli e Valcareggi avranno modo di scegliere con calma gli undici da mandare in campo nelle gare messicane, lontani dalle polemiche e soprattutto dall'atmosfera campanilìstica che bene o male coinvolge quanti si occupano del football azzurro. Questo campanilismo sportivo, dal lato puramente geografico è un non senso medievale; conta invece nei suoi aspetti sentimentali o tecnici. I rapporti quotidiani o domenicali tra tifosi e giocatori (e coloro che li seguono in allenamento) lasciano una traccia. E' logico si preferisca l'atleta di casa all'altro parimenti bravo che gioca nell'isola. Inoltre avendo spesso sott'occhio i protagonisti delle partite si finisce per notarne soprattutto gli aspetti più utili. Quando, tempo fa, abbiamo insistito su Cuccureddu da finale in Messico non seguivamo un interesse cittadino. Avendo osservato si può dire giorno per giorno ì contìnui progressi di questo ventunenne ci pareva giusto aggiungere un'indicazione in più, come a sottolineare l'apporto che il sardo avrebbe potuto offrire alla nostra rappresentativa. Purtroppo Cuccureddu è calato nel finale — come quasi tutti i juventini del resto. Al suo posto sale Furino, un jolly veramente prezioso, un elemento dal dinamismo eccezionale. Furino parte come rincalzo, ma non è escluso sia utilizzato nelle partite da combattimento. Nella nostra prima linea ipotetica formata da Domenghini, Mazzola (o Rivera), Anastasi (o Gori), De Sisti e Riva, soltan- to l'ala destra e il regista della Fiorentina rientrano e contrastano gli avversari. Alle spalle del quintetto vanno i maratoneti e i lottatori, un Furìrio appunto, il quale con la sua presenza sottolinea i progressi e le possibilità dei giovani emersi in campionato. Con il juventino altri tre sono gli esordienti in Nazionale, Niccolai, Gori e Ferrante. Mandelli e Valcareg¬ gi, nelle loro scelte, hanno tenuto conto della forza della squadra campione d'Italia, come è quasi sempre avvenuto in occasione dei mondiali, e si sono mossi su tuia strada rigorosamente onesta. Il caso Salvadore lo dimostra. Il presidente del settore tecnico, Walter Mandelli, abita a Torino ed è stato dirigente della Juventus. Nessuno lo avrebbe criticato se avesse la¬ sciato Salvadore nella lista dei 22. Poiché giudicava l'atleta in poco buone condizioni di forma, lo ha invece escluso pur prevedendone la reazione. Ha deciso a malincuore, perché lo riteneva giusto. (Secondo noi Salvadore meritava la convocazione) Per la seconda volta Mandelli assume di persona una grossa responsabilità. La prima occasione gli si presentò a Napoli alla vigilia di ItaliaGermania Est. Fino allora era rimasto nell'ombra: quando si giunse alla partita in cui una sconfitta avrebbe creato il tracollo della nostra rappresentativa, Mandelli visse l'ansiosa vigìlia tra gli azzurri affrontando con loro i rischi d'un passo falso. Questo è opportuno ricordare ancora, nel momento in cui sì discute di Salvadore, e soprattutto del pericolo consistente nel puntare tutto sulla Nazionale stile-Cagliari. Se a Pueblo e Toluca tutto andrà come si spera, per Mandelli e Valcareggi si sprecheranno gli elogi, altrimenti pagheranno caro il loro coraggio. Detto questo va ancora rilevato che la comitiva calcistica italiana manca di punte. Oltre a Riva e Anastasi, conI ta su uomini di classe ma da centrocampo (Domenghini, Mazzola, Rivera, De Sistv, Juliano, Furino, Lodetti). Escludendo l'ipotesi d'un malanno al Gigi capo-cannoniere, basta pensare ad una partita tutta d'attacco per necessità di classifica per prevedere notevoli difficoltà. In tale campo tuttavia non è il caso di sognare l'impossibile: in Italia non esistono oggi sicuri elementi di sfondamento. Prati è fuori forma e indisponibile, Chinaglia acerbo. C'è Boninsegna, ma i precedenti rapporti con Riva nella scorsa stagione non lo consigliano; c'è Chiarugi, lontano dal rendimento della scorsa annata. In definitiva ai mondiali in Messico la nostra squadra ha bisogno d'un po' di fortuna. Chi è in grado di procurarla ha un nome: Riva. Paolo Bertoldi Ugo FERRANTE, ha 25 anni, è alto 1,85, pesa 79 chili. E' nato a Vercelli dove ha iniziato l'attività agonistica prima di passare, giovanissimo, alla Fiorentina Giuseppe FURINO, ha 24 anni, è alto 1,70, pesa 69 chili. E' nato a Palermo, ha giocato nel Savona, nel Palermo e infine nella Juventus dove si è affermato Comunardo NICCOLAI, ha 24 anni, è alto 1,77, pesa 75 chili. E' nato a S. Lucia Uzzano (Pistoia), è diventato calciatore in Sardegna: dal 1965 gioca nel Cagliari Sergio GORI, ha 24 anni, è alto 1,78, pesa 74 chili. E' nato a Milano, ha giocato nel Lanerossi Vicenza, nell'Inter e nel Cagliari vincendo quest'anno lo scudetto
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