I "tre cervelli,, dell'uomo alla luce della cibernetica

I "tre cervelli,, dell'uomo alla luce della cibernetica Un convegno dedicato ai rapporti fra discipline diverse I "tre cervelli,, dell'uomo alla luce della cibernetica Come si passa dall'animale all'uomo alla macchina - Riflessi sociali dei fatti biologici - Un'interessante iniziativa del Centro di giuscibernetica dell'Università di Torino, in collaborazione con l'Istituto delle Alte Sintesi di Nizza La riunione organizzata nei giorni scorsi dall'Istituto delle Alte Sintesi presso l'Università di Nizza è stata diversa dai soliti incontri scientifici internazionali. Già la natura dell'istituto è particolare: in un'epoca in cui la specializzazione tende ad isolare sempre più ogni ricercatore scientifico ( qualunque sia la disciplina in cui egli opera), gli sforzi di un biologo di Nizza, Jacques Petrel, hanno creato un centro per la ricerca dei punti di contatto, fra le discipline più diverse. Le varie discipline Le singole esperienze o i singoli studi possono essere di natura estremamente specialistica; tuttavia, alla loro base, vi sono problemi metodologici c^e hanno validità generale. Individuare questi problemi di base ed indicarne la soluzione può evitare errori e far risparmiare fatica a studiosi di discipline completamente diverse. Per questo l'istituto nizzardo — come indica il suo nome — cerca di favorire la sintesi ad alto livello fra le varie discipline. Il programma delle « Seconde giornate internazionali delle Alte Sintesi » può a prima vista sembrare eterogeneo: bionica, logica, matematica, scienze sociali, chimica sembrano confondersi senza un preciso disegno. In realtà, i sottili fili che legano le varie materie vengono alla luce non appena si incomincia a discutere. E la discussione non è certo mancata. Non si è infatti trattato di un congresso tradizionale, in cui si ascolta devotamente una relazione spesso intangibile; è stato un incontro di ricercatori curiosi di esperienze nuove. Ciò ha portato ad un continuo alternarsi di domande e risposte, in un clima di interesse e — cosa ancor più rara — di umiltà: nessuno esitava a dire: « Non ho capito questo .ragionamento ». Forse è proprio a questo atteggiamento di fondo dei partecipanti che si debbono i frutti di questo incontro. Inutile dire che il substrato comune a tutti era la cibernetica. Ma, una volta tanto, si è cercato di fare della cibernetica, e non di parlarne soltanto. Gli argomenti discussi forniscono finalmente i temi concreti d'un dibattito cibernetico, e non vaghe indicazioni metodologiche. Bernard Escudié, dell'Università libera di Lione, ha parlato del sonar biologico nei pipistrelli. L'interesse del discorso consisteva soprattuto nel parallelo costante fra realtà naturale e costruzione meccanica: infatti, anche l'uomo ha costruito un sonar, ma molto meno perfezionato dell'orecchio del pipistrello. Le onde sonore emesse dal pipistrello urtano contro gli ostacoli e ritornano all'orecchio; lo stesso avviene nel sonar marino usato per scoprire sommergibili in immersione o banchi di pesci ih movimento, L'orecchio del pipistrello, però, elabora queste onde di ritorno in modo così perfezionato, da essere esattamente informato sulla natura dell'oggetto contro cui le onde hanno urtato. Mortaio per moscerini Escudié ha esposto un'esperienza interessante. Un gruppo di studiosi americani ha costruito e brevettato un « mortaio per moscerini » ed ha addestrato i pipistrelli a catturare i moscerini spara- j tQtmfbdzegtlnpcvbrpbtlpgdvsnlècvnmdmumcrv ti da questo mini-mortaio. Quando l'addestraménto fu terminato, nel mortaio venne messo qualche moscerino, frammisto a palline di piombo, di sughero ed a pezzetti di carta: il pipistrello — senza sbagliarsi e fin dal primo esperimento — catturò solo gli insetti. L'uomo non è giunto a tanto: uno degli ostacoli principali nell'uso del sonar marino è appunto l'impossibilità di dire con precisione qual è l'oggetto individuato dal sonar. E' possibile indicare una precisa serie di corrispondenze fra parti anatomiche dell'orecchio del pipistrello e parti meccaniche del sonar; vi sono però parti anatomiche, la cui funzione non è tuttora chiara: è proprio studiando queste parti che si spera di poter contribuire ad un futuro perfezionamento del sonar marino. Con il professor Henri Laborit (cui si devono fra l'altro fondamentali studi sull'ibernazione) il discorso è passato ai rapporti fra biologia e scienze sociali. Secondo Laborit, nell'uomo convivono tre tipi di cervello, che si ritrovano separatamente negli altri animali: il cervello del rettile (sede di ciò che è meccanico, ripetitivo); il cervello del paleomammifero (sede di ciò che è associativo, comunitario); quello del neomammifero (sede dell'immaginazione, proprfa solo dell'uomo). Da queste premesse scientifiche discende un'analisi sociologica estremamente stimolante: la società in cui viviamo cerca di reprimere l'immaginazione (tipicamente umana) a tutto vantaggio del cervello rettiliano che è nell'uomo. Ma a questo punto la discussione ha portato a superare la biologia e la sociologia: ci si è chiesti se questi tre cervelli coesistenti sono una realtà o un modello. E poi, che cos'è un modello? I problemi della modellizzazione nella chimica, nella matematica e nel diritto (trattati rispettivamente da Vasilescu, da Jessel e da me) hanno rivelato come le discipline più diverse abbiano oggi non poco da dirsi, al fine di migliorare la propria metodologia. Indubbiamente le difficoltà di comprensione reciproca sono grandi, perché la specializzazione dei singoli ricercatori crea barriere linguistiche difficili da superare. D'altra parte, bisogna sottolineare che è assolutamente necessario che i discorsi interdisciplinari avvengano fra studiosi profondamente specializzati: in caso contrario, in luogo di un congresso scientifico come quello di Nizza, si rischierebbe di avere una conventicola di alchimisti, degna della Praga di Paracelso. Nuovo glossario Specializzazione individuale e comprensione reciproca sono però difficili da conciliare. Per contribuire ad un approfondimento dei contatti futuri, si è deciso che l'Institut des Hautes Synthèses di Nizza ed il Centro di Giuscibernetica dell'Università di Torino cooperino nella preparazione di un glossario interdisciplinare. Termini come struttura, sistema, finalità, quantificazione, formalizzazione, libertà ed altri ancora, hanno significati diversi nelle varie discipline. A Torino ed a Nizza si vanno raccogliendo le differenti definizioni proprie delle singole discipline, senza però imporne alcuna come vincolante: una unificazione linguistica di tipo coercitivo sarebbe infatti priva di senso e di utilità. Questo glossario, unito a quello più tecnico che il Consiglio d'Europa sta elaborando per l'informatica, costituirà un primo strumento per superare senza fraintendimenti le barriere interdisciplinari. Mario G. Losano Professore all'Università statale di Milano

Persone citate: Bernard Escudié, Henri Laborit, Jacques Petrel, Jessel, Laborit, Losano, Paracelso, Vasilescu

Luoghi citati: Milano, Nizza, Torino