Cavalieri giovani e anziani insieme negli sport equestri di Paolo Bertoldi

Cavalieri giovani e anziani insieme negli sport equestri Cavalieri giovani e anziani insieme negli sport equestri La classe di Mancinelli e Orlandi - Assurdo lamentarsi dell'eccezionale carriera di Raimondo e Piero d'Inzeo - Il problema dei rincalzi Il recente concorso ippico di Torino, molto riuscito per interesse di gare e partecipazione di pubblico, ha lasciato uno strascico di discussioni intorno ai giovani che non riescono di un balzo a portarsi all'altezza degli assi. Negli sport equestri la progressione è regola: anche i D'Inzeo ed i Winckler, prima di ogni gara, lavorano i cavalli, ripartendo ogni volta dai movimenti più semplici. Lo stesso vale per la formazione dei campioni. Il fatto che si discuta dei concorsi rappresenta comunque un buon segno: questa attività agonistica va allargando la sua base di praticanti e di spettatori. Sorgono i tifosi della « Nazionale dei Concorsi ». Naturalmente hanno fretta di vedere nuovi assi. Lamentarsi del fatto che in Italia ci sono ancora i D'Inzeo è tuttavia come protestare per un Merckx o un Gigi Riva dalla troppo lunga carriera. Il marchese Carlo Pallavicino, vice presidente della Fise e commissario della équipe italiana, porterà dunque a Roma, dal 25 aprile al 3 maggio, gli « intramontabili » D'Inzeo, più Mancinelli, il campione d'Italia Orlandi e Gualtiero Castellini. La Coppa delle Nazioni è la prima dell'annata. Le altre si disputano a Madrid (Spagna), Lucerna (Svizzera) Olzotyn (Polonia), Aquisgrana (Germania), La Baule (Francia) dove si terrà pure il campionato mondiale individuale, ed ancora a Londra (Inghilterra), Dublino (Eire), Rotterdam (Olanda) Ostenda (Belgio) e Budapest (Ungheria). Come per i gran premi automobilistici, le più importanti « Coppe delle Nazioni » si svolgono una per Paese e i « mezzi n affidati ai concorrenti contano quasi quanto l'abilità degli uomini. Nel caso, si tratta di cavalli (due o tre per cavaliere). Gli « italiani » sono stati visti nel concorso torinese, ad eccezione di Talisman, Impeccable e Tipperary affidati a Mancinelli e di Ballymacad e Fiorello che Raimondo D'Inzeo avrà a disposizione insieme con il noto Bellevue. Piero monterà Red Fox e Downs, Orlandi Fulmer-Feather-Duster e Aabara, Castellini Fidux e Katline O'Shea. « Non presenteremo una squadra vecchia — afferma il dirigente torinese —. Piero ha 47 anni, Raimondo D'Inzeo circa due di meno, Mancinelli 33. Orlandi 28 e Castellini 30. Il francese D'Oriolà, campione del mondo in carica, sflora la cinquantina, i tedeschi Winckler e Schockemolle sono tra ì quarantacinque ed ì quaranta. I "nazionali" anche in campo ippico, hanno alle spalle dieci o quindici stagioni di esperienza, salvo rarissimi casi. Sembrano anziani perché da molto tempo si parla di loro. I super-assi sono giunti al vertice assai presto, ma si tratta di fenomeni dello sport. Oltre ai nomi già fatti di italiani e stranieri posso ancora ricordare l'inglese Boome, lo spagnolo Goyoaga, ormai ritirato, ed il brasiliano Nelson Pessoa ». Per quanto riguarda i giovani e l'appoggio della Fise, Pallavicino ricorda che il bilancio federale è sui 150 milioni, e che un ottimo cavallo costa dai 10 ai 20 ed anche più. Già nel '59 si erano affidati 30 « irlandesi » ad altrettanti appassionati tra i diciotto ed i venti anni, ma raramente il binomio cavaliere-cavallo ha raggiunto alti traguardi. Ventuno e Ballynool sono i cavalli che « hanno fatto carriera ». Gualtiero Castellani, Paolo e Stefano Angioni guidano la schiera dei cavalieri affermatisi in quella occasione. C'era anche Giampiero Bembo, che ora è cittadino francese. Oggi la Fise appoggia gli elementi più promettenti. In ogni concorso il quindici per cento del monte premi è riservato ai .iuniores (sotto i 18 anni). Gli assi del futuro potrebbero essere Nelly Pasotti, Rossi, Bertero, campione italiano di categoria, Marocco. Ricciotti, Filippucci, Milani, Nuti. Ad alcuni di essi è stato concesso un cavallo della Fise, altri sono favoriti in modo diverso. Le « promesse », barcamenandosi tra gli impegni scolastici (sono quasi tutti studenti) e sportivi, partecipano a grandi manifestazioni nazionali e vengono a turno inviati all'estero. La loro stagione si inizia in ritardo, per gli esami. « Senza pretendere impossibili miracoli — conclude il marchese Pallavicino — si può contare sulla riuscita del¬ le nuove leve. Intanto il campo di reclutamento si allarga. Oggi in Italia circa diecimila persone praticano con assiduità gli sport equestri e scuole di ogni tipo e prezzo sorgono ovunque. Ogni anno il numero aumenta. Siamo ancora distanti dalle centinaia di migliaia di cavalieri inglesi, o dalle cifre francesi, tuttavia il progresso esiste ». I fuoriclasse sorgono per caso, i bravi emergono dal numero. Sulla quantità dei praticanti si può dunque sperare. Nell'attesa, teniamoci cari i D'Inzeo, i Mancinelli, gli Orlandi e così via. Sono una realtà che molti paesi ci invidiano. Paolo Bertoldi