Regìa da grande industria di Paolo Bertoldi

Regìa da grande industria Regìa da grande industria Investendo mezzo miliardo su un giocatore chiamato Riva, poche stagioni or sono, si è trasformato il club dei « Quattro Mori » - Gli aiuti della Regione e le possibilità offerte dal nuovo stadio (Dal nostro inviato speciale) I nCagliari, 14 aprile. IIl Cagliari oggi b una delle fnuove industrie dalla Sardegna, con mezzi tecnici e presto anche economici all'altezza degli squadroni da spettacolo di Milano e Torino. Lo è diventato quattro anni fa, con il capitale di mezzo miliardo investito su un giocatore chiamato Gigi Riva. Si trattava di cedere il fuoriclasse (valutato allora « soltanto » cinquecento milioni) per portare il bilancio alla pari, oppure di tenerlo. Nel primo caso il Club rossoblu avrebbe conservato una modesta fisionomia artigianale; nell'altro si intuiva l'occasio- bcgltmptrscccbp ne di un lancio danaroso. I dirigenti delle fabbriche di forto Torres, Villa Cidro, Ar- batax e della stessa Cagliari compresero le possibilità e gli sviluppi del football nell'isola. Sottoscrissero le quote della S.p.A. Da quel momento il football ha un suo posto in Sardegna, come il turismo, le raffinerie, ì centri residenziali o i prodotti tessili e le cartiere. Stadio per tutti Spirito sportivo, iniziative coraggiose e l'abilità di Arrica nel manovrare sul mercato calcistico con scambi incredibilmente vantaggiosi, ìianno poi contribuito alla creazione del Cagliari campione d'Italia, A quarantotto ore dallo scoppio di entusiasmo per la conquista dello scudetto, anche i più semplici tifosi capiscono che ora qualche cosa è cambiata. L'undici rossoblu non ha neppure un giocatore sardo nelle sue file (ve ne sono 2 soli in tutta la serie A, Cuccureddu e Diomedi) e, tra i titolari, soltanto lo stopper Niccolai è cresciuto n calcisticamente » in Sardegna. C'è un vivaio su cui Arrica ha fiducia, il giovane portiere Copparoni e l'attaccante Petto, ma la realtà attuale è il frutto di un preciso programma portato a termine secondo i piani elaborati con cura. Il nuovo stadio da 65 mila spettatori rappresenta un passo avanti, anche se i realistici dirigenti rossoblu sanno che raramente conteranno sul tutto esaurito, come del resto è accaduto finora per l'Amsicora. Il recinto di Sant'Elia permetterà però di ampliare la campagna di abbonamenti. Quest'anno i campioni d'Italia hanno avuto 13.839 abbonati (oltre 300 milioni di incasso). Potranno raddoppiarli poiché lo stadio costruito su progetto dell'ing. Lombardi, capo dell'ufficio tecnico comunale, offrirà a tutti un comodo posto. L'ing. Lombardi è stato l'amministratore unico nel pe. riodo del trapasso dalla vecchia alla nuova gestione, Arrica rappresenta la. continuità di un Club che nel '31, all'epoca del famoso quinquennio juventino, era in prima divisione. Il presidente del Cagliari, oggi, è il senatore Corrias. Aveva già guidato la società nel '53, anno di Allasio allenatore, e della promozione mancata per un soffio. I cagliaritani persero lo spareggio per la serie A contro la Pro Patria, a Roma. Il senatore Corrias fa presenti, tra i problemi futuri del Cagliari, proprio quelli relativi al pubblico. La città conta 220 mila abitanti, trecentomila con i sobborghi: nell'intera provincia si arriva agli ottocentomila. C'è tutta l'isola alle spalle dei nuovi campioni, ma si tratta di un milione e mezzo di persone, molte delle quali emigrate. « Il campionato vinto* — dice Efisio Corrias — ci entusiasma, senza farci perdere di vista le nostre possibilità. Dovremo continuare ad amministrare il Cagliari con estrema attenzione. Avremo forse gli incassi raddoppiati, non ci possiamo tuttavia permettere il lusso di commettere grossi sbagli nell'impostazione della squadra. Per fortuna la conduzione sociale avviene in perfetto accordo ». « Contate su un incremento anche negli aiuti da parte déL la Regione?». Corrias ritiene di no e non aggiunge altro. E' un argomento che scotta. Ufficialmente la Regione offre al Club 100 milioni, in realtà pare siano 200. E' quanto basta per pagare una parte dei reingaggi. Questi, come gli stipendi, sono logicamente a livello delle squadre da primato. Un Riva o un Albertosi sono professionisti e hanno quotazioni ed interessi precisi. Lo stesso vale per gli altri giocatori. Tenendo conto che le entrate dell'Ente Regione sì aggirano sui 68 miliardi, i 200 milioni di contributo non so¬ no gran cosa. In senso strettamente sportivo è però strano che alcuni Club di serie A siano aiutati da istituti politici ed altri no. Il sen. Corrias, come si è detto, non tratta la questione. Preferisce, da sportivo, esporre le sue idee calcistiche: « Il campionato con uno scudetto da difendere e soprattutto la Coppa dei Campioni imporranno pesanti obblighi. Penso tuttavia che potremo far fronte alle esigenze, con la solita politica degli scambi di calciatori. Gli industriali, inoltre, hanno capito l'importanza del football e daranno un apporto. Vi sono poi i tifosi e noi contiamo sull'entusiasmo di tutti. Terremo Gigi Riva, rinforzeremo la squadra ». Dopo lo « choc » Anche il Questore di Cagliari si prospetta le difficoltà future in termini ottimistici. Il dottor Antonio Giannottelli, trasferito da poco in Sardegna da Pordenone, è un appassionato dello sport: « Prima di arrivare qui ero tifoso della Juventus, — racconta — poi lo slancio e la compostezza del pubblica srxào mi hanno conquistato. Pure per me la giornata di domenica ha rappresentato una grande festa ». « Non teme che i grandi incontri e soprattutto quelli internazionali della prossima stagione le daranno preoccupazioni per quanto riguarderà l'ordine pubblico? » « No assolutamente. Valga di esempio quanto è avvenuto subito dopo la conquista dello scudetto. Molto entusiasmo, una notte di fracasso. Da oggi tutto è tranquillo ». Cagliari, dalle sue autorità civili o calcistiche ai più semplici sportivi, ha ormai assorbito il festoso choc di uno scudetto, per la prima volta approdato in un'isola e per la prima volta vinto da una squadra del Sud-Italia. La città è tranquilla, «riservata. » come sempre, anche se in tutti c'è l'orgoglio di una conquista mal verificatasi finora nel football italiano. Paolo Bertoldi